In 'La chiave della magia nera' ci si avvicina molto al significato proprio e immediato delle carte, dalla 8 alla 14, dei tarocchi. Nel corso di questa seconda parte, verranno descritte e commentate le carte, dette anche lame, che corrispondono numericamente ai sette capitoli di cui quest'opera si compone. Inoltre, verrà svelato il senso nascosto del mito di Satana. Lo studio della luce astrale come agente supremo delle opere tenebrose della goezia - l'arte magica che riguarda l'invocazione e l'evocazione di demoni -, permetterà di riprendere i riti e i fenomeni descritti analizzandone le cause e gli effetti reali, secondo le dottrine segrete della cabala e dell'ermetismo occulto.

Il Tempio di Satana è dedicato alla descrizione delle opere speciali e caratteristiche di Satana: la magia nera e le sue orribili pratiche, incantesimi e malefici, e verranno elencate le risorse infernali della stregoneria. In questo modo si collega alle prime sette carte solo in modo indiretto e circolare.

'Il Problema del Male', - il terzo Settenario, ci porta un po' fuori dal percorso centrale, ributtandoci verso interpretazioni derivate e mediate. Ma anche se a volte indirette, le corrispondenze con le ventidue chiavi del Libro di Thoth rimangono ineccepibili fino alla fine. È solo grazie all'amico e segretario di de Guaita, Oswald Wirth, se l'opera è stata portata a compimento.

Il poeta si propone al pubblico scusandosi per questi suoi primi componimenti, pubblicati a vent'anni nel 1881 grazie all'ammirazione per Baudelaire, i quali, fa capire, saranno certamente sviliti dai critici, ma forse potrebbero esser presaghi di gloria per lui. Dopo il 1884 non scriverà più poesie e si preparerà a diventare l'ultimo dei Rosacroce, famoso ancora oggi per i suoi poderosi scritti normativi sull'esoterismo.

'Alla Soglia del Mistero' è la prima opera di una trilogia che si propone di guidare il lettore verso la Luce e introduce i principi fondamentali dell'ermetismo e della Kabbala oltre alla spiegazione e allo studio dei segni cabbalistici e di figure pentacolari come il Grande Androgino e il Pentacolo della Rosacroce di Khunrath. De Guaita infatti, sebbene in vita sia stato accusato di magia nera, negromanzia e fatture, ne aveva in realtà affrontato uno studio così attento da spingerlo a rifiutarne i loro aspetti estremi.