Questa lettera pastorale di mons. de Castro Mayer, che data del gennaio 1953, fu letta e studiata dalla prima generazione di 'tradizionalisti' (nel senso di fedeli alla tradizione della Chiesa e refrattari al neo-modernismo che ha trionfato al Concilio) era da tempo esaurita, e sconosciuta ai più giovani. Ci si può chiedere se, a distanza di così tanti anni, essa abbia ancora interesse, al di là della curiosità storica, per il lettore dei nostri giorni, che vive e opera in una situazione divenuta, per la società e per la Chiesa, incredibilmente più grave di quella di allora. D'altra parte, la dottrina rivelata e l'insegnamento della Chiesa non hanno data di scadenza, e conservano sempre la loro attualità; e senza dubbio il vescovo di Campos espresse l'una e l'altro con chiarezza, incisività, ortodossia a tutta prova, e vero senso pastorale. Infine, il lettore di oggi troverà nel 'catechismo' di mons. de Castro Mayer una chiara esposizione delle verità cattoliche e una altrettanto chiara condanna degli errori opposti sui temi più svariati e però tutti strettamente collegati (nella stessa forma mentis: quella cattolica per le verità insegnate, quella neo-modernista per gli errori confutati): dalla liturgia all'ecclesiologia, dalla vita spirituale all'apostolato cattolico, dalla morale al dogma, dal diritto pubblico ecclesiastico fino alle dottrine politiche, economiche e sociali. Rileggendo la chiara esposizione del vescovo brasiliano, il cattolico militante di oggi si accorgerà di avere ancora molto da imparare da quello di ieri (che a sua volta non esitava a rifarsi esplici
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