'Il mito'. Nel corso di una notte insonne e tempestosa Gualtiero, il protagonista del racconto, vive l'esperienza dell'abbandono e della perdita, cui segue nella seconda parte il tentativo infruttuoso della ricerca e la disillusione. La realtà - come ci suggerisce il mito rivisitato di Odisseo nel prologo - è molto più prosaica, dolorosa e difficile da affrontare. 'Il disamore'. Questa è la storia di un giornalista cinico e non del tutto in accordo col genere umano che, incaricato di un reportage sulle grandi attrici del passato, vive una serie di avventure inimmaginabili e rocambolesche, generate da eventi naturali e incontri con personaggi talvolta strani e ambigui, per riscoprire infine in sé un'umanità che credeva perduta.

Pietro è un insegnante, ma ogni definizione gli sembra stretta, che sia quella di uomo o quella di essere umano. Fuggire gli sembra l'unico modo per trovare il senso della propria esistenza. Si rifugia nel buio, dove tra allucinazioni, viaggi fisici e mentali, scava a fondo nella potenza della psiche umana. Ma ritrovare se stesso potrebbe condannarlo a una sofferenza diversa. 'Il silenzio orizzontale' si traduce in uno sforzo stilistico dalla morbidezza surrealista, un esempio su carta, parole dipinte, evocative oltre ogni dire. Lo stile dell'autore ha reso l'assurdo concreto, l'incoerenza ordinata. È una morsa allo stomaco, uno schiaffo in pieno volto, un rapido vorticare sotto al pelo dell'acqua: riemergere non sarà affatto semplice.