'Esiste un capitolo oscuro della storia italiana, celato per troppo tempo e a lungo taciuto. I libri di testo, i manuali scolastici e l'informazione pubblica non hanno informato. Perché l'Italia ha ignorato la tragedia di questo suo popolo italiano sparito dopo la Seconda Guerra Mondiale? Ci siamo mai chiesti perché quella popolazione decise di abbandonare tutto, veramente tutto, pur di fuggire ed emigrare in un'Italia sì povera, sconfitta e mal vista internazionalmente, ma pur sempre la propria nazione di appartenenza, considerata sempre la propria patria; scegliendo così la strada della libertà per vivere come uomini liberi e come italiani? Perché l'Italia non ha voluto o non ha potuto raccontare questa storia? Perché ha mantenuto questo silenzio finora? Sembra che dopo ottant'anni il tempo sia finalmente maturo per fare emergere la verità. La Venezia Giulia subì l'invasione croata per due anni. Fu una lotta contro i cittadini italiani e contro il fascismo, che nell'area giuliana si identificava nell'equazione: italiano=padrone=fascista. Iniziarono così i giorni di terrore slavo, con l'eliminazione brutale di migliaia di italiani bollati come 'nemici del popolo', fucilati dopo processi farsa, massacrati sommariamente e fatti sparire nelle grandi voragini carsiche. Le case degli italiani, che per gli slavi erano tutti fascisti, dovevano essere occupate. Uno dei motivi era quello di dimostrare al mondo e al Trattato di Parigi del 1947 che in Istria viveva una popolazione slava. Il sogno di Tito si realizzò. L'Istria fu occupata e incorporata nella Jugoslavia e divenne slava