«Maestro, discepolo e piazza si intrecciano in un dialogo che, a partire dalle contraddizioni della contemporaneità, ha condizionato il nostro pensiero su spazio e democrazia, influenzando l'architettura e l'università fino a oggi». L'architettura è costantemente chiamata a confrontarsi con le proprie radici e tradizioni, riscoprendo attraverso il dialogo le contraddizioni che la attraversano. Il rapporto tra pratica progettuale e storia, purtroppo, sembra oggi quasi interrotto, sebbene continui ad alimentarsi di un confronto difficile, ma necessario, tra prospettive disciplinari e generazionali diverse. In questo dialogo si tenta di affrontare le difficoltà che investono l'architettura, intesa come uno spettro che comprende ricerca, insegnamento e pratiche: un campo che non cessa di porre domande fondamentali sul nostro vivere insieme, sulla nostra capacità di pensare e progettare le città, ma anche di abitarle. Non basta una semplice riscrittura delle regole: è necessario mettere in discussione i presupposti che reggono i discorsi correnti sull'insegnamento e lo studio dell'architettura e sulla loro capacità di incidere sulla realtà. Le università, per esempio, sono diventate luoghi di riproduzione piuttosto che di elaborazione del sapere. Il docente, sempre più incapsulato in un sistema di valutazione impersonale, si trova a destreggiarsi tra l'obbligo di costruire curriculum e pubblicazioni scientifiche e il vuoto di una comunità che non riesce più a dialogare al suo interno. L'internazionalizzazione, che avrebbe dovuto ampliare gli orizzonti della disciplina, è spesso
€ 18,00
Scontato: € 17,10