'Mi chiamo Nicole Dubois, sono una studiosa di antichi miti. Per anni ho condotto delle ricerche su rari manoscritti ungheresi, un lavoro faticoso alla caccia di fragili indizi. Dai miei studi sono emerse delle tracce di una razza che viveva in gran segreto nell'Europa orientale cinquecento anni fa. Erano chiamati életek, da un'espressione ungherese, hosszù élet, che si riferisce allo straordinario potere che possedevano di rimanere in vita a lungo, anche se non si accenna a una vera e propria immortalità. Ora, bisogna sapere che nel Tredicesimo secolo, in Ungheria, i mongoli diedero inizio a un massacro senza precedenti. Donne e bambini. Nessuno riusciva a salvarsi. Un assalto dopo l'altro, una strage senza fine. I mongoli incendiavano, saccheggiavano/Stupravano. Non è difficile comprendere come, in un contesto simile, si alimentò la credenza di una razza che avrebbe potuto resistere a quei terribili eventi, una razza che non aveva solo il potere di vivere a lungo ma anche quello di cambiare forma, di modificare le proprie sembianze per sfuggire ai nemici. Una leggenda nata dalla disperazione, forse. Ma purtroppo quella leggenda segnala, tra gli életek, anche un cattivo seme, una di quelle creature infatti non era pacifica, ma bensì un essere dalla mente contorta, incapace di empatia o di amore, imprevedibile nei suoi sciagurati comportamenti, malvagio nelle azioni. Un tuffo nella follia. Ora so con certezza che il suo nome è Jakab, nei miei quaderni viene anche chiamato démon. Si credeva che fosse morto in un incendio, ma passarono gli anni e un'altra leggenda affiorò: un

A charming chronicle of London milliner Stephen Jones’s life and his exquisitely crafted hats that have captured the mood of every fashion "moment," from the electric 1980s to today. By 1980, everyone from rock stars to royalty, from Boy George to Diana, Princess of Wales, identified Stephen Jones as the milliner who would help them make arresting headlines. Jones’s creative collaborations over the years have included partnerships with designers such as Vivienne Westwood, Rei Kawakubo, John Galliano, and Thom Browne. Stephen Jones: Souvenirs, written by Susannah Frankel, one of fashion’s most informed voices, describes Jones’s rise from London’s street fashion scene to international runways, showcasing the magic, allure, and wit of his iconic creations. It also draws upon behind-the-scenes images, preparatory illustrations, and personal photographs and ephemera to tell the story of one of the most influential milliners of our time. Beautifully designed and engaging, this delightful volume traces the myriad ways that—from runways to racecourses, from pop promos to royal garden parties—millinery by Stephen Jones adds the exclamation point to every fashion statement."

Di cosa abbiamo paura? Di ciò che non conosciamo, dell'ignoto, del corridoio buio in cui quel poster con i teschi fluorescente è l'unica, sinistra luce, di quella sagoma che si staglia come un'ombra minacciosa nel vano della porta, di quella leggenda metropolitana su una strega raccontata in un giornaletto da quattro soldi. La paura è antica quanto l'infanzia dell'uomo. E non è un caso che i protagonisti delle fiabe nere di 'Albero di carne' siano spesso ragazzini, outsider che vogliono essere accettati o magari solo scomparire, sparire nelle viscere della terra e perseguitare chi rimane con il loro ricordo stampato su vecchi volantini d'annata. Ragazzini che non diventeranno mai uomini e donne. E nell'infanzia, del resto, che siamo più sensibili e vulnerabili alla vera essenza dell'orrore, quando ancora non abbiamo sviluppato quella coltre di razionalità che ci rende impermeabili al fascino e alla paura dell'inesplicabile. Padri e figli abbandonati nella tormenta, rodei e trasmigrazione delle anime, venditori di rimedi miracolosi che viaggiano seminando morte di città in città, adolescenti disposte a martoriare il proprio corpo e quello degli altri, orche assassine e lupi mannari, cani poliziotto e dodicenni alle prese con il primo bacio, gli incubi di Jones usciranno della pagina e animeranno le vostre notti.

Georgia emerged from the fall of the Soviet empire in 1991 with the promise of swift economic and democratic reform. But that promise remains unfulfilled. Economic collapse, secessionist challenges, civil war and the failure to escape the legacy of Soviet rule—culminating in the 2008 war with Russia—characterise a two-decade struggle to establish democratic institutions and consolidate statehood. Here, Stephen Jones critically analyses Georgia’s recent political and economic development, illustrating what its ‘transition’ has meant, not just for the state, but for its citizens as well. An authoritative and commanding exploration of Georgia since independence, this is essential for those interested in the post-Soviet world.

(Applause Books). Amazingly, there has never been a book quite like The Art of Horror a celebration of frightful images, compiled and presented by some of the genre's most respected names. While acknowledging the beginnings of horror-related art in legends and folk tales, the focus of the book is on how the genre has presented itself to the world since the creations of Bram Stoker and Mary Shelley first became part of the public consciousness in the 19th century. It's all here: from early engravings via dust jackets, book illustrations, pulp magazines, movie posters, comic books, and paintings to today's artists working entirely in the digital realm. Editor Stephen Jones and his stellar team of contributors have sourced visuals from archives and private collections (including their own) worldwide, ensuring an unprecedented selection that is accessible to those discovering the genre, while also including many images that will be rare and unfamiliar to even the most committed fan. From the shockingly lurid to the hauntingly beautiful including images of vampires, werewolves, zombies, ghosts, demons, serial killers, alien invaders, and more every aspect of the genre is represented in ten themed chapters. Quotes from artists/illustrators, and a selection from writers and filmmakers, are featured throughout.