«Molti uomini d'oggi non si preoccupano assolutamente di ciò che accade dopo la morte; diciamo che la loro attenzione è tutta volta ai problemi contingenti. Porsi il dilemma del "dopo" è una questione di sensibilità e, in genere, questa sensibilità emerge per effetto di un trauma grave, come la scomparsa di una persona amata. Allora, una domanda angosciante affiora nella loro mente: la morte è la fine di tutto? [...] Di pubblicazioni serie che trattino questo argomento ce ne sono, ma è necessario leggerne più d'una per farsi un'idea del viaggio che tutti dovremo affrontare. Perché non cercare allora di elaborare una sintesi delle informazioni disponibili tramite quelle pubblicazioni? [...] Ciò che l'autore offre è proprio una serie di informazioni attinte da migliaia di testimonianze che hanno superato il vaglio critico di studiosi affidabili. Ha poi aggiunto stralci dei messaggi in cui Luca -suo figlio - parla dell'ambiente in cui si trova.»

Partendo dall'esperienza di Champollion, l'autore traccia un percorso conoscitivo dell'Antico Egitto con l'analisi e le impressioni di uno studioso moderno dei principali siti osservati e studiati dall'illustre egittologo, oggi mete di turismo incessante.

Dopo le precedenti esperienze istituzionali confluite nel corso di metodo tenuto da Aporti nel 1844, Giovanni Antonio Rayneri diviene, nel 1848, alle soglie del maturo Risorgimento sabaudo, il primo titolare della Cattedra di Pedagogia presso l'Università di Torino. E tanto la critica del tempo quanto la storiografia successiva, hanno riconosciuto il ruolo essenziale di tale evento culturale all'interno del moto liberale e romantico ottocentesco.

Pensiero. Mente. Bellezza. Armonia. Sono un po' le parole luminose che hanno guidato la raccolta di questi scritti, cioè la messa in parola di alcune riflessioni e di alcune emozioni che il lettore potrà arricchire con le sue, certamente molto ben adatte a rendere più bello l'insieme. Questo libro può essere un valido contributo metodologico per chi è convinto della necessità di innovare e nello stesso tempo non essere staccato dalle proprie radici.

Nel 1275 a.C. si combattè a Qadesh la prima grande battglia dell'antichità tra Egiziani e Ittiti: Ramesse II e Muwatalli si fronteggiarono nella piana siriana. Fu un evento cruciale per le sorti dei due più potenti imperi del Vicino Oriente Antico ma fu anche la prima volta che due culture così diverse vennero a contatto. L'esperiena di Qadesh fu determinante per le successive trasformazioni politiche e culturali della civiltà del Tardo Bronzo nel Bacino del Mediterraneo e costituì per Ramesse l'evento apicale del suo glorioso regno. L'opera è quindi il risultato di un'accurata combinazione tra fonti testuali e iconografiche che permette al lettore di ottenere una visione coerente degli avvenimenti e, al contempo, funge da utile approfondimento didattico su uno degli aspetti più interessanti e salienti dell'Egitto ramesside.

L'ambito della politica deve essere riabilitato dal discredito nel quale è caduto, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Occorre ritrovare la passione e la razionalità, il senso e il sogno, tutte le dimensioni che hanno fondato gli imperfetti tentativi umani di amministrare la polis e di sognare e creare una organizzazione sociale che sconfiggesse la paura e l'ingiustizia. Questo libro, percorrendo i lemmi essenziali di una educazione alla politica ancora tutta da pensare e da strutturare, cerca di muoversi in questa direzione, affinché la passione del far politica torni ad animare tutti noi, e in particolare le giovani generazioni.

Sul finire dell'800, dopo l'antropometria di Bertillon che identificava i criminali con squadre e compassi, venne introdotto il metodo dattiloscopico, basato sull'immutabilità delle impronte digitali, per riconoscere i recidivi e i loro alias. dopo avere ripercorso l'evoluzione storica, nei capitoli centrali di questo libro l'autore descrive minutamente classificazione, tecnicismi e regole per la corretta applicazione del Metodo Gasti.