È un Jorge Mario Bergoglio inedito quello che troviamo nel libro 'Rosa', l'adorata nonna di papa Francesco. Che fa il garzone nella bottega del nonno a Buonos Aires e balla il tango la domenica in famiglia, dopo aver mangiato un bel piatto di tajarin, ricordando l'Italia, la terra lontana dei suoi. Un romanzo storico che bussa al cuore della gran parte degli italiani, perché sostanzialmente in quasi tutte le nostre famiglie si ricorda un nonno, un bisnonno, un parente che a cavallo tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento ha sfidato l'Oceano a rischio della vita, per andarsene in cerca di fortuna a Lamerica. La differenza sostanziale la fa il fatto che l'autrice Marilù Simoneschi non ci racconta, basandosi su approfondite ricerche, la storia nell'arco di quasi un secolo di una famiglia qualunque, ma dei Bergoglio, con al centro la straordinaria figura di un'eroina dei suoi tempi, Rosa la lottatrice.

Lamezia terme

La vita, la morte, la sofferenza, l'amore. E poi, ancora, tristezza e gioia, dolore e speranza. L'esistenza umana sembra manifestare il segreto della propria natura più intima in una ritmata oscillazione ondulatoria. Tra l'alto e il basso, che anziché contrapporsi, giunti al loro apice si specchiano l'uno nell'altro. C'è un equilibrio costantemente instabile, ma perfettamente funzionale allo scopo. Il che non esclude errori e lacrime lungo il cammino. Di tutto questo ci raccontano le vicende intrecciate di Eleonora ed Elisabeth, entrambe unite dalla malattia, separate dalla morte, legate per sempre nella narrazione di Giulia Fera. Il tempo e l'eterno: questa la duplice dimensione del divenire che è uno degli ulteriori snodi di pensiero che emergono dalla trama. C'è un tempo che consuma, segnato dallo scorrere incontrollato dei giorni segnati dalla morte. E c'è l'eterno, nel quale tutta la casualità della vita si veste di senso ('La malattia mi ha forzata a cambiare rotta' afferma Elisabeth). Tra prosa, poesia e filosofia, con la consueta sensibilità cara al suo stile, l'autrice racconta uno dei più grandi drammi identificativi della nostra epoca: il cancro.

La vita, la morte, la sofferenza, l'amore. E poi, ancora, tristezza e gioia, dolore e speranza. L'esistenza umana sembra manifestare il segreto della propria natura più intima in una ritmata oscillazione ondulatoria.Tra l'alto e il basso, che anziché contrapporsi, giunti al loro apice si specchiano l'uno nell'altro. C'è un equilibrio costantemente instabile, ma perfettamente funzionale allo scopo. Il che non esclude errori e lacrime lungo il cammino. Di tutto questo ci raccontano le vicende intrecciate di Eleonora ed Elisabeth, entrambe unite dalla malattia, separate dalla morte, legate per sempre nella narrazione di Giulia Fera. Il tempo e l'eterno: questa la duplice dimensione del divenire che è uno degli ulteriori snodi di pensiero che emergono dalla trama. C'è un tempo che consuma, segnato dallo scorrere incontrollato dei giorni segnati dalla morte. E c'è l'eterno, nel quale tutta la casualità della vita si veste di senso ('La malattia mi ha forzata a cambiare rotta' afferma Elisabeth). Tra prosa, poesia e filosofia, con la consueta sensibilità cara al suo stile, l'autrice racconta uno dei più grandi drammi identificativi della nostra epoca: il cancro.

Catalogo sulla mostra di Alex Pinna nella città e porto di Tropea dal 8 agosto al 27 settembre 2020.