'La radio era la risposta a quel gioco di sensazioni, immaginavo la mia voce padrona dell'aria e dello spazio vuoto, consapevole che quell'idea non era più una semplice passione, ma una fobia, un dolore interiore che si ripeteva fino a farmi male.' Queste le parole del protagonista del romanzo. Una storia raccontata nella sua complessa semplicità; un intreccio di incontri speciali, sogni insperati, eventi che hanno del soprannaturale, lontani profumi di gloria, che dopo tanta sofferenza, in un batter di ciglia, si avverano e non svaniscono mai più. La radio per il protagonista era stata prima un sogno, divenuto poi una speranza e alla fine una certezza: 'Durante il tempo libero vagavo indisturbato in preda a mille idee, ma la cosa che mi esaltava di più, era la radio. Mi piaceva ascoltare di tutto, in particolare, gli slogan del lancio delle canzoni che ripetevo continuamente anche quando camminavo sotto i portici dell'Aquila, l'ascoltavo anche di notte, quella scatola piena di suoni e parole emanava una magia cui non potevo sottrarmi, ritrovavo la stessa sensazione avuta dal volo della cornacchia al tempo del collegio.'

Un libro sorprendente. Opera di tre docenti ognuno dei quali ha un suo percorso che incrocia la musica, il giornalismo, la letteratura. La seconda cosa che ho pensato è che a suo modo questo testo è un gioiello prezioso da tenere ben stretto per leggerlo e rileggerlo ogni volta che se ne dovesse sentire il bisogno. Un libro 'necessario' perché ha in sé quei valori e sentimenti universali che da sempre fanno la differenza fra uno scritto buono solo per riempire uno scaffale e uno che lascia il segno. Dentro c'è l'amore, la morte, la voglia di rinascita, l'attaccamento alla vita. Ci sono uomini e donne eternamente in cammino che cercano l'essenziale, la luce, la forza della speranza anche quando tutto sembra crollare.