Un saggio autobiografico che racconta un percorso di crescita interiore accompagnato dalla meditazione e dalla psicoanalisi. Ciò da cui la riflessione trae origine è la fine di una relazione importante ed i sentimenti generatisi di conseguenza. Segue l'indagine del legame tra questi sentimenti e l'attaccamento di cui soffre il dipendente affettivo, specie nei confronti di chi gli fa provare l'umiliazione originaria dalla quale non riesce a staccarsi, poiché ha paura di perdere l'unica identità che conosce. L'obiettivo che il libro si pone è di indicare una via d'uscita dal conflitto interiore che caratterizza il modo d''amare' del dipendente, mediante la trasformazione del suo desiderio ed il conseguente abbandono della ricerca di quel piacere-dolore da cui egli è così attratto. A tal fine, viene tirato il filo che lega i nostri rapporti attuali alle relazioni d'origine con i nostri genitori, da cui deriva l'istinto a ripetere la dinamica. Trattasi di un'indagine personale che, tuttavia, diviene anche analisi della società in cui viviamo, ove la paura influenza costantemente tutte le menti inconsapevoli.

La vita in un tranquillo borgo di campagna viene piacevolmente scardinata e ravvivata dalla decisione dell'ultrasettantenne Virginia, donna brillante e sensibile, che mossa dalla passione per la scrittura, decide di ristrutturare la sua casa dell'infanzia per dar vita a una sorta di ostello della senescenza in cui accogliere cinque amiche, pure loro attempate scrittrici amatoriali, per poter condividere la gioia e l'allegria della convivenza. Virginia e le sue amiche non sono certo le intellettuali del 'Bloomsbury Group'. Hanno amato, viaggiato e sofferto ma sono innamorate della vita e credono fermamente nel valore dell'amicizia e della solidarietà. Le dinamiche e giovanili ultrasettantenni riescono ad abbattere pregiudizi e stereotipi legati all'età anagrafica, sono travolgenti, sempre curiose e pronte a mettersi in gioco. Sanno ridere e sorridere delle loro fragilità, sdrammatizzare e sopportare i loro dolori articolari e capaci di operare dei cambiamenti.

Un thriller nel quale un audace questore svela una rete di corruzione, microspie inTribunale e alleanze oscure, mentre un criminale si trova coinvolto in un doppio omicidio dal finale imprevedibile. Tra le sbarre di un carcere e il palazzo del Viminale, la trama si dipana con spregiudicatezza sfidando il destino. Basato su fatti reali, l'opera offre uno sguardo crudo sulla vita di personaggi immersi nel mondo del crimine pontino. 'Affari di Provincia' è un viaggio inquietante nell'oscurità di una città sospesa tra giustizia e corruzione, dove il sipario si abbassa sulla verità spesso inaccessibile.

Età di lettura: da 4 anni.

Se avete voglia e coraggio di 'avere dei dubbi', di mettere da parte alcuni aspetti di noi che consideriamo scontati allora potete intraprendere questa breve 'passeggiata', a volte seria e un po' faticosa e altre volte ironica e leggera. Vagherete all'interno delle vostre convinzioni per scoprire che forse tutte così scontate non sono. Magari vi stupirete vedendo che possono essere osservate da un punto di vista diverso da quello che avete sempre avuto. Chissà da quando l'uomo, quello che definiamo 'sapiens' e che viveva da nomade 'nelle caverne', si pone le domande esistenziali più ancestrali e primordiali. Chi siamo? Da dove veniamo? Come funzioniamo? Qual è il senso di tutto? Questo libro non dà risposte a queste domande anche perché forse queste risposte non ci sono, ma vi spronerà a riflettere, anche in modo divertente, sulla scienza, la politica, la filosofia e la religione. Forse come già facevano gli uomini primitivi ma con qualche spunto in più.

Leggi le brevi storie che trovi, fai colorare i disegni e insegna a scrivere le parole che ricordano la storia. Età di lettura: da 4 anni.

Un'analisi dettagliata riguardante le caratteristiche del linguaggio giornalistico utilizzato da Anna Banti, pseudonimo di Lucia Lopresti, nei suoi scritti. Nelle tre sezioni di quest'opera si indicheranno dettagli linguistici inerenti articoli che presentano contenuti differenti, tra cui critica d'arte, costume, guerra, femminismo e non solo. Il periodo di tempo in cui tali opere sono state realizzate dalla giornalista è il 1919-1985 circa e lo studio linguistico che si è svolto in merito ha riguardato non solo il punto di vista stilistico, ma anche diversi altri elementi, come la presenza di eventuali dialettismi, nonché espressioni che possono essere considerate come molto comuni in quello che qui si definisce come il 'linguaggio giornalistico bantiano'.

Qual è la differenza tra sesso e genere? Che cosa vuol dire appartenere al genere maschile e a quello femminile? È possibile rintracciare una differenza nell'educazione impartita a bambini e bambine? L'autore partendo da questi ed altri quesiti ha avviato la sua ricerca su alcuni libri di testo elementare dimostrando che la rappresentazione del maschile e femminile è tutt'ora a svantaggio della seconda. Testi che costituiscono un veicolo per una visione del femminile stereotipata, per cui alle bambine e alle donne si addice un determinato colore, ambiente e professione. Stereotipi pericolosi sia nelle immagini che nelle parole, che invece di combattere la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere, la riproducono. Non passa giorno senza che la cronaca non ci offra notizie di donne ammazzate dai loro mariti, compagni, fidanzati. Cosa fare? É sempre più necessario affidarsi ad una educazione e pedagogia di genere unici strumenti capaci di decostruire i modelli stereotipati del maschile e femminile

'Ho capito che anche la mia vita è stata proprio come una meditazione: ho dovuto imparare a respirare, a controllare l'ansia, a condividere le gioie, ad affrontare e superare le tante sofferenze, la disperazione di certi momenti, a vivere la solitudine. E la vita mi è passata proprio mentre preparavo un sugo di stridoli, umile, ma prelibato condimento per il quotidiano che spesso risulta frantumato, ammaccato e rivela tutte le cicatrici che il tempo ci ha regalato.'

È un'esperienza letteraria che ci invita a esplorare il profondo legame tra l'individuo e l'infinito universo, offrendo ispirazione, riflessione e la promessa di una crescita interiore straordinaria. Un libro che ci ricorda che, anche nelle notti più buie, le stelle custodiscono segreti e speranze pronte a illuminare il nostro cammino.

In un mondo in cui le promesse di uguaglianza spesso si scontrano con la dura realtà dell'ingiustizia, questo libro ci guida attraverso un viaggio illuminante alla scoperta dei diritti umani fondamentali. L'opera tocca il cuore delle sfide globali che minacciano la dignità di ogni individuo, dalla povertà all'immigrazione, dalle disuguaglianze all'intolleranza. Attraverso un'analisi profonda e un appassionato appello alla giustizia, l'autore ci ricorda che i diritti umani sono il pane quotidiano dell'anima di ogni essere umano.

I bambini sono il futuro di una nazione, noi lavoriamo per loro, perché diventino adulti che abbiano la capacità di vivere da uomini liberi. Liberi dal pregiudizio, liberi dalla sottomissione, capaci di pensare e agire senza coercizione. Le parole sono il mezzo per comunicare, come affermano linguisti e filologi che sono i massimi esperti delle parole e che lavorano con esse. I bambini vanno educati e lo si fa attraverso le parole, con le parole diamo vita a tutto un mondo. Un mondo fatto di insegnamenti, esempi, amore e dolcezza. Soprattutto, in questo percorso è importante osservarli, capire dove sono le loro maggiori difficoltà e iniziare a lavorarci sopra. Si perdono nella folla e gli insegnanti devono essere per loro una guida. Comunichiamo tutto quello che si vuole con le parole. Le parole sono il modo più potente di educare.

«Questa raccolta di filastrocche nasce dall'esigenza di rimettere assieme e 'dare un senso' a tutta una serie di poesiole, annotazioni e versi accumulati in circa trenta anni di insegnamento. Alcuni lavori si presentavano già conclusi o soltanto da correggere e migliorare, altri invece erano semplici appunti in rima, usati per l'attività didattica, che poi ho ripreso e sviluppato. Inizialmente avrei voluto dare al libro un'omogeneità per storie affini o per tematiche, poi ho preferito lasciare che le emozioni dei vari momenti in cui sono state vissute e scritte vagassero liberamente sulle pagine. Un po' come in un film tragicomico, il risultato è una strana mescolanza dove si alternano narrazioni fantastiche e irriverenti con altre più riflessive o improntate su temi sociali ed ecologici. Allo stesso modo, alcune creazioni sono adatte a un pubblico adulto mentre altre si rivolgono necessariamente all'infanzia, ma se è vero che la filastrocca è una storia narrata dal ritmo dell'anima che rende grandi i piccoli e i grandi piccolini, spero di aver reso questo libro un teatro in miniatura dove ognuno può sognare e scegliere la parte che più gli si addice. Ave» Età di lettura: da 3 anni.

Un poemetto mitologico dove i vecchi miti, lungi dal morire, si aggiornano.'Homo' (unico 'animal bipes implume') raccontando la realtà scientifica con ritmo poetico, così come al tempo dei presocratici, ripercorre il cammino di miliardi di anni allorché, a partire dalla prima cellula comparsa in mare, la lotta per la sopravvivenza gli ha consentito di adattarsi alle continue mutazioni ambientali così da riuscire a conquistare l'intelligenza. Mamma Gea ha l'onore di presentare il figlio prediletto ai nuovi Dei, quali Tempoprofondo, Spazioprofondo, Entropia e il dio bifronte CaosaC. Gli Dei, pur se ammirati, si dichiarano esasperati dall'uso sopraffattore dell'intelligenza fatto da 'Homo' che, nonostante i diluvi universali inviati dagli Dei di turno, non ha cessato di turbare i delicati equilibri del pianeta. Dopo aspro dibattito, decidono di metterlo ancora una volta alla prova nel Paese asiatico di Belinostan sconvolto da una pandemia influenzale. Altro che fratellanza! Si scatena una corsa suicida a cavalcare il virus a favore di vecchi e nuovi egoismi. Sia condannata a morte l'intera umanità! Sentenza eseguita con un nuovo diluvio universale ma, stavolta, senza arca e senza Noè.

Quella raccontata nelle pagine di «Con lo sguardo verso l'alto» può essere considerata, la storia d'amore tra il protagonista, Riccardo, e la montagna, che tuttavia si rivela solo il preludio di una passione ben più grande: quella per la bicicletta. Dal volgere lo sguardo verso le Dolomiti, comincia un'avventurosa serie di scalate, che gli riservano anche memorabili paure. Le emozioni descritte in questo libro sono forti, inebrianti e comunicano al lettore tutta l'adrenalina che investe il protagonista. Riccardo riscoprirà l'amore per la bicicletta, che tanto aveva adorato da bambino. È l'inizio di un nuovo percorso, fatto di sfide con se stesso e con la salita, di fatica, ma anche di tanta gioia. Tra preparazione fisica e vittorie, la scoperta dell'amore vero e la felicità di diventare padre. La mountain bike sarà la sua fedele compagna di vita. Nel mutare inarrestabile di tutte le cose, per Riccardo sembrano restare immutabili pochi elementi: la gioia profonda del pedalare e la bellezza dei ricordi legati a quelle scalate su due ruote.

Qual è la differenza tra sesso e genere? Che cosa vuol dire appartenere al genere maschile e a quello femminile? È possibile rintracciare una differenza nell'educazione impartita a bambini e bambine? L'autore partendo da questi ed altri quesiti ha avviato la sua ricerca su alcuni libri di testo elementare dimostrando che la rappresentazione del maschile e femminile è tutt'ora a svantaggio della seconda. Testi che costituiscono un veicolo per una visione del femminile stereotipata, per cui alle bambine e alle donne si addice un determinato colore, ambiente e professione. Stereotipi pericolosi sia nelle immagini che nelle parole, che invece di combattere la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere, la riproducono. Non passa giorno senza che la cronaca non ci offra notizie di donne ammazzate dai loro mariti, compagni, fidanzati. Cosa fare? É sempre più necessario affidarsi ad una educazione e pedagogia di genere unici strumenti capaci di decostruire i modelli stereotipati del maschile e femminile.

«Poesie ottimiste» è una raccolta di componimenti incentrati sull'ottimismo e sul pensiero positivo, ma si tratta anche di poesie motivazionali, volte quindi a far riflettere sulla propria forza d'animo, sul fatto di credere nelle proprie capacità e sul fatto di avere fiducia in sé, amandosi per sempre, fino a superare qualsiasi ostacolo.

Lo zucchero è una sostanza cristallina che nella coesione di tutti i suoi cristalli diventa amabile. Nel momento stesso in cui perde la sua forma solida e si scioglie raggiunge la sua massima dolcezza e diffonde la sua delizia amalgamandosi con le altre sostanze. Lo scritto nasce da un travagliato periodo esperenziale personale ed è frutto di una continua ricerca e del mio avvicinamento al mondo della meditazione.

L'Unione europea non può essere considerata solamente come un insieme di Stati, di trattati e di organi. Piuttosto, essa costituisce una vera e propria organizzazione sovranazionale che si compone di obiettivi e culture differenti tra di loro, con un'idea di identità complessa, perché ricca di sfaccettature differenti. Lo scopo principale del seguente volume è proprio quello di spingere il lettore ad adottare una prospettiva di riflessione utile per comprendere l'identità europea.

Ladri, principesse, portali e profezie si mescolano in un romanzo fantasy che trasporta il lettore nel regno di Daimhul, nel quale le sorelle Rainbow e Ulah, di stirpe regale, si troveranno a vivere rocambolesche avventure scoprendo oltre la patina dorata sotto la quale hanno sempre vissuto tutto un altro mondo fatto di pericoli e di strane creature, ma anche di emozioni, amore, amicizia e magia. La vita per le due principesse inizia a cambiare con l'irrompere dei tenebrosi Dark ed Enar al matrimonio combinato tra Ulah e l'ambiguo Kal. Anche se provenienti da un regno dominato dalle tenebre, saranno proprio i due nuovi arrivati ad aprire uno spiraglio di luce per Rainbow e Ulah, che grazie alla loro vicinanza riusciranno a vedere il mondo sotto una nuova luce e ad allontanarsi da quegli ideali effimeri a cui, fino a quel momento, avevano sempre creduto.

'Il fiorire della primavera (I e II) è un canto alla vita, all'amore e alla rinascita. La natura ci avvolge come la primavera e diventiamo complice. Si parla dell'amore, della felicità e dei desideri umani. L'amore che è la forza che ci fa vivere meglio. Non si parla soltanto dell'amore di coppia, ma anche del senso della vita. Si parla della natura e del territorio. La natura è intesa come ambiente il cui equilibrio originario non può essere alterato senza danno per l'uomo e per la vita in generale. Tutto quello che ci circonda è poesia e da lì nasce proprio lei, la primavera.'

Luisa è un'adolescente degli anni sessanta, alle prime schermaglie con un amore che appare immenso, come tutti gli amori vissuti dagli adolescenti. Sembra essere stata baciata dalla fortuna conoscendo Marco che, poco più grande di lei, se ne innamora perdutamente. I due si frequentano nonostante il parere dei genitori di lui esprimano un giudizio non favorevole alla ragazza.

«Ho voluto immedesimarsi nella psiche di un uomo, per non comporre un'opera scontata, andare contro corrente, trovare quel varco per esplorare le maglie del complesso nucleo maschile. Fare qualcosa di inconsueto e difficile e immaginare tutto ciò che farebbe sconquassare un uomo al cospetto di una donna; Dal piacere fisico, quello ossessivo, malato e passionale, all'attrazione mentale per una bella testa e per un'anima, limpida e sincera. Ho deciso di raccontare una storia d'amore di un uomo innamorato, nulla di più semplice. È stato un impulso. Un innocente modo di dimostrare che le persone ostili nell'amore, alla fine, se vogliono, riescono a cambiare, seguendo un'altra proiezione».

Una storia antica e universale come le fiabe. Moderna come il lavoro che ovunque si insinua, i tablet che distraggono, l'ufficio che reclama ogni attenzione, la solitudine e il senso di abbandono. Senza lupi parlanti o cestini della nonna, semmai con un cane capace di sorridere e consolare con lo sguardo. Perché il bosco non è pieno solo di ostacoli da affrontare da soli. Custodisce anche qualche amico, e una lezione suggerita con dolcezza. Da non dimenticare.