"Alla fin fine di un grande amore non rimangono che tre, quattro cose: ogni istante vissuto insieme, il futuro che avevi immaginato, tutte le risate e i momenti belli, l'ultimo litigio. Tiri una linea e fai il totale: passione. Questo rimane, una parola. E sarà quella parola a fare sempre la differenza, quella la parola contro la quale chiunque dovrà reggere il confronto e si schianterà. Passione. Tagliala con un coltello, riducila in polvere, sparpagliala ai quattro venti, troverà sempre il modo di tornare. Ha lunghe mani, occhi dappertutto, una memoria infernale. Devi murarti vivo, farti il lavaggio del sangue e del cervello, verrà a trovarti a ogni passo, si nasconderà in ogni angolo di casa, apparirà sulla soglia di una porta, nella piega di un lenzuolo, ovunque. Passione è amore che non passa, che non vuoi che passi, che senza è come non aver vissuto. È questo, in poche parole, in poche sensazioni tangibili, in poche emozioni vissute, ciò di cui trattano le poesie d'amore di Edna Magenga. Perché l'amore è tutto. Perché l'amore è vita. Perché l'amore è sempre, costantemente, prepotentemente "nell'aria" anche quando l'aria manca e si prova a sopravvivere al senso di asfissia."

L'immaginario di Monica è un viaggio affascinante nell'inconscio collettivo. Una ricerca passionale che esprime una voglia innata e disperata di libertà primordiale. Non parole in libertà, ma emersione di sentimenti forti dal profondo, un linguaggio istintivo e raffinato che attraversa questa raccolta di poesie e racconti brevi. Le visioni che l'autrice propone sono decisamente pittoriche e non è un caso che l'autrice dipinga. Ogni parola un colore, un'immagine, un'impressione, fissando concetti di emozioni attraverso versi senza barriere, senza punteggiatura, talvolta senza una precisa cronologia degli eventi, pur coesistendo una puntuale cronologia di sensazioni. Senza un prima ed un dopo, in un tempo sospeso dove l'orologio della vita scorre a piacimento avanti ed indietro. Sesso, ricordi, fantasie scappano dalle dita e rimangono scolpiti su un foglio bianco. Fuggono veloci le parole, lente ed inesorabili prendono vita le loro immagini ed i loro significati." La vita non è un film, allora facciamo in modo lo sia", questo sembra voler svelare dietro le righe, e che sia il mio film, finalmente. Originale viaggio poetico da leggere tutto d'un fiato in ordine sparso ed ostinato.

Franca Pirazzi Maffiola con "Margaretas" è alla sua prima pubblicazione. Il termine che dà il titolo alla silloge, in latino, significa perla. Tali elementi, eleganti e preziosi, utilizzati per realizzare bracciali e collane si creano, all'interno dell'ostrica, attraverso un procedimento lungo e complesso. Non in tutte le ostriche riescono a formarsi le perle. La lunga gestazione servita alla poetessa per far maturare le sue parole in versi, è la metafora della "nascita" di una perla. Senza urgenza. Senza premura. Senza affanno l'autrice ha voluto trovare il tempo giusto per far risuonare i suoi pensieri lirici e donarli affinché se ne potesse gustare e serbare, nel tempo, un ricordo vivido, vivace. Lungo tutte le pagine, sovente, inserisce nei passaggi versali un velo di melanconia. È come se sentisse, nel profondo del suo animo, gli anni e le gioie della vita trascorsa. Nello stesso tempo si comprende, ed è palpabile, la tensione, la profondità con la quale ha percorso questo tragitto di esistenza giunto a noi e che emerge imperioso in ogni espressione, in ogni sintagma, in ogni strofa. Scritti intrisi di sacro fascino e di pura poesia che vanno ad incidere con forza nel cuore.

Mettere in poesia un'opera nata in altro ambito non è per nulla facile poiché si rischia di travisare ciò che l'autore ha messo di "inesprimibile" e di "inafferrabile" a parole, che ha volutamente protetto sotto i colori e le forme, e che solo una completa astrazione da qualsiasi schema sintattico e meramente descrittivo può tentare di penetrare e comprendere. Si resta stupiti della capacità dei poeti di trasportare in poche righe, perfettamente adattate, il contenuto dei dipinti di Voltolino Fontani presi in esame: o con una metrica tradizionalmente "occidentale", musicalmente ben concepita come quella di Dario Menicucci, o con la fulminante presenza delle haikai di Adila Fontani che, nate in un contesto ed in una cultura completamente diversa dalla nostra in Giappone, si sono rivelate adattissime e consonanti alla natura, ai soggetti, ai colori dei vari dipinti. "Sete ritmica - dal colore alla poesia" lungi dall'essere un semplice catalogo delle opere dell'Artista è una raccolta, dove la pittura e la poesia si alleano in una sola voce, a dimostrazione che le diverse forme d'Arte possono comunicare ed unirsi attraverso i misteriosi canali del sentimento, della fantasia, del sogno.

Le poesie non sono tutte uguali. Si sa. Le poesie solitamente, hanno un inizio e una fine. Anche questo è un dato oggettivo. I versi di questo libro singolare iniziano alla prima pagina e si concludono nell'ultima. Si tratta di un flusso unico di pensieri e versi o, se preferite, di versi e pensieri. Di considerazioni e elucubrazioni. Più che una raccolta di liriche si potrebbe definire, così amano considerarlo i due coautori, un romanzo "poetizzato". Probabilmente il primo del genere. Anche il titolo di questa opera insolita "Farfalene", nasce dalla crasi tra farfalla e falena. Questa particolarità dovrebbe già dare una direzione alla volontà, all'idea che Sara Brillante e Francesco Enas hanno della poesia. La poesia, e l'arte scrittoria in generale, non può e non deve essere chiusa in compartimenti stagni. La scrittura tutta è libertà di pensieri, di azione e di... invenzione. Superfluo, quasi assente. Il sentiero che porta al desio. Non trovando più la nostra dimora in questo universo di persone che credono di essere un Dio di cui non si sente il bisogno. Ecco il sunto di questo particolare libro. Un'unica poesia come un dettame prosaico, nell'eterna lotta tra il bene ed il male.

La poesia di Francesco D'Angiò si presenta dapprima chiusa con un catenaccio, restia ad aprirsi, e declinata come se provenisse da una lingua che ha attraversato una serie di inverni di scontento, mossa da una sfiducia che traccia un'ampia curva prima di atterrare: - sono pratico di privazioni / come il peso di un aquilone / senza vento -. Si delinea lungo un orizzonte che non induce a nessuna forma di rallegramento, esclude la possibilità d'ogni traccia: - perché ci tocca non lasciare / alcun segno / di questo passaggio -. Un pessimismo radicato nello sguardo, consapevole della fugacità e della precarietà dell'esistenza, e se nei versi Zanzotto si interrogava: - che sarà della neve? che sarà di noi? -, l'autore non tergiversa e con decisa e ferma voce, in maniera perentoria (e con una rima involontaria) proclama: - tu sai cosa accade alla neve / prima o poi -. In apparenza quindi nessuno spiraglio di speranza, ma un incedere tutto ripiegato su una sorta di nichilismo integrale, se arriva a escludere qualsiasi possibilità che non sia il male. Una poesia che nella sua asciutta compostezza non trascura le ragioni di una resa estetica convincente, persegue un'idea di pulizia e nitore.

La scrittura poetica di Mara David è in questa raccolta giunta ad alto livello di maturità. Scrittura poetica, certezze etiche ed estetiche riscontrabili nelle composizioni, vastità dei temi trattati con notevole capacità di approfondimento fanno di "Stagione dannata" un'opera da inserire sicuramente tra quelle di notevole interesse nel campo della poesia del terzo millennio. "Stagione dannata" (divisa in due sezioni: "Intorno all'amore", "Credibilità smarrita") fornisce una visione analitica del mondo inteso nella sua complessità e nelle varie forme che lo compongono (amore, natura, oggetti del quotidiano, comportamenti individuali e sociali, ecc.) da cui risulta, pur conservando un fondo di speranza, la prevalenza del lato drammatico dell'esistenza umana talvolta in prospettiva storica, più frequentemente in una dimensione universale. Per l'autrice è importante comunicare in modo chiaro i risultati della sua ricerca, quindi sceglie un lessico e ricorre a strutture morfologiche-sintattiche comprensibili in modo da formare una scrittura poetica capace, anche perché ricca di pathos, di coinvolgere i lettori.

Gli aforismi di Emanuela Rizzo sono respiri meditati nel chiassoso e caotico mondo di oggi. Nel volume raccoglie forme brevi che possono ricordare gli haiku, accompagna l'occhio e la mente del lettore, talvolta lo accarezza sulla pelle per invitarlo alla contemplazione della pace nella natura. Sono gli elementi naturali a diventare specchi puri dei sentimenti umani, che trovano voce soave, e questo l'autrice lo esprime umanizzandoli: lacrime erette a muro di sale; abbracci che cullano come onde del mare; lei stessa si fa corteccia d'albero, rammemorando nel lettore i luoghi più puri della fabula antica. Semplici metafore o metonimie che comunicano nell'immediatezza il riappacificarsi con il mondo dei sensi. Ciò è colto sia in elementi concreti e traslati per formulare la massima come le ali di uccello, falena o farfalla che si aprono allo sconfinamento onirico, ai sogni di bellezza e alle passioni, ma anche alla protezione verso il prossimo da parte di grandi ali umili e quindi più vicine alla terra. Ma il tono di fondo ricerca l'appagamento dei sensi; la lettura fa leva in particolare sull'efficacia del tatto, la carezza sulla pelle, l'organo più grande e sensibile del corpo.

Frammenti di un'anima inquieta è il titolo con il quale l'autrice Caterina Panarello compendia la sua nuova silloge di poesie. L'emblematica del titolo porta il lettore a prefigurarsi scenari fluttuanti fra situazioni di vita pratica e vissuti intimistici; tasselli di un puzzle che, per vicissitudini della vita, si sono sparpagliati, persi, dispersi e la protagonista cerca di ricomporre in un quadro di serenità interiore, dopo una lunga ricerca di sé. Un percorso alla radice di sé stessa, che l'autrice compie attraverso i suoi versi, che per natura stessa della poesia, sono soggettivi e pertanto suscitano un balenare di emozioni, evocano vissuti, rivangano esperienze. Il lettore percepisce che l'autrice esprime i suoi sentimenti, positivi e negativi, ispirata da una particolare condizione dell'anima; esterna i suoi stati d'animo variegati e intensi che vanno dal dolore, al turbamento, alla passione, alla pena, attraverso lo strumento delle parole, trasportandosi e al contempo trasportando chi legge a dialogare con la parte più recondita di sé stessi. I suoi versi sono lo sfogo di un'anima inquieta che trova nella poesia un effetto catartico, terapeutico, capace di aprire il cuore.

"Mi racconti una fiaba?" "Mi reciti una filastrocca?" Quante volte ciascuno di noi avrà rivolto da bambino queste domande ai propri genitori, ad adulti disponibili, a fratelli o sorelle maggiori disposti a coccolarci con la bellezza di una storia, la magia di parole rimate, di racconti che hanno come protagonisti animali dei boschi, fate incantatrici, regni magici... Quelle parole, quelle storie semplici ci hanno incuriositi, incantati, cullati, trascinandoci con la fantasia in mondi dove gli animali parlavano, le fate giocherellavano nel nostro mondo, gnomi ed elfi si affacciavano incuriositi nella vita di noi uomini. Ogni bambino e bambina ha diritto a queste fantasie: ha diritto ad avere una voce che gli reciti una storia, che lo aiuti ad addormentarsi con una dolce cantilena. Le storie di Lilly De Siati, scrittrice, poetessa, creatrice di storie per adulti eterni bambini e per bambini desiderosi di sognare, hanno lo scopo di offrire ad ogni adulto e ad ogni bambino fantasie che aiutino a guardare il mondo con tenerezza e allegria, con occhi nuovi che possano scoprire la magia in tutto ciò che li circonda.

"Le poesie del giovane Domenico" rappresentano una piccola parte del percorso creativo dell'autore. Versi in cui il giovane poeta dà concretamente voce alla parola nonostante pensieri e azioni siano in continuo contrasto fra loro ed il tempo che, inesorabilmente, osserva e giudica senza alcuna pietà. Domenico Urgo non conosce la reale origine dei suoi incessanti interrogativi o dell'intenso lavoro mentale con cui affronta costantemente qualsiasi avvenimento della vita, della pazienza e del suo forte spirito critico ai danni del suo essere forse, troppo spesso, dormiente e abbandonato ai suoi stessi pensieri, senza mai realmente agire, senza mai essere in tempo, al tempo. Tuttora lotta inseguendo ogni meta purché smosso dalla curiosità e dalla conoscenza, due fattori inestimabili e fortemente insediati nel suo animo dal momento stesso in cui ha iniziato a spendere le prime parole con l'intento di colmare ciascuna piccola falla creatasi nella mente. In questo primo libro si mette a nudo senza pudori e false reticenze. Senza timore d'essere giudicato. È l'istinto che percorre queste pagine in cui vi è la caparbietà di chi vuol dire ma nulla concede alle pulsioni del proprio essere.

Ogni componimento, ogni verso è intriso, quasi traboccante di vita e soprattutto di Amore (con la 'A' maiuscola) per l'universo e per il genere umano. La dedizione e la premura per l'umanità, che Imma Schiena porta dentro di sé, le sue fatiche e le sue ferite non può che trovare la sua cura, accolta nei versi della poetessa, in ogni frammento dell'Amore, chiamate parole, capaci di apertura verso un Mondo che ha bisogno di questo sguardo amorevole. Le liriche scorrono lasciando il segno, ma intersecano il battito del lettore che le fa proprie portandole con sé lungo la sua strada, lungo la vita in cui - ognuno di noi - è chiamato ad amare colui che gli è prossimo. La poetessa ci invita a fare un viaggio dentro le varie fasi della vita e maturazione che ella stessa ha vissuto, riportandoci ad una istintività - quasi adolescenziale - ma al contempo, ci è data la possibilità di incontrare la maturità della donna che ha già percorso un tratto di strada con consapevolezza: l'individuo è entrambi gli aspetti! Siamo chiamati ad accettare entrambe queste inclinazioni perché profondamente umane e, quindi, intrinsecamente appartenenti alla poesia - poiché la vita è poesia e la poesia è vita!

Il prezioso volume antologico "Premio Poiesis 2022 - Tricase in poesia" nasce dall'omonimo premio letterario, giunto alla terza edizione, organizzato e promosso dall'infaticabile Roberta Calati presidente della Associazione Culturale Afrodite. Le pagine della silloge raccolgono le poesie in cui, ogni autore, ha fatto confluire le proprie emozioni i propri stati d'animo. Gli oltre settanta poeti presenti, ciascuno con il proprio linguaggio e la propria tematica, sono accomunati da un'unica consapevolezza: scrivere poesie non è desueto. Per ciascuno di loro, scrivere versi significa amare, osservare, sentire; vuol dire offrire armonia e senso alla vita, agli incontri; vuol dire conoscere, imparare, e saper tradurre le conoscenze in qualcosa che superi la sfera personale e diventi patrimonio universale. Una ricchezza di pensieri e parole in cui ogni appassionato di lettura potrà ritrovarsi, rispecchiarsi, rivedersi o perdersi. La poesia, ancora oggi, è quella miscellanea di sintagmi e versi che ti entra dentro e ti dice che c'è; che ti fa fremere le corde del sentire; che ti manda in estasi; ti confonde; ti abbraccia e ti trascina in un mondo nuovo e, per certi versi, inesplorato.

Mario Caroppo ferma i suoi pensieri su carta nel suo libro "Scie d'immagini". Disegna, a volte, scenari onirici nei quali è possibile rispecchiarsi. Lo fa, in questi tempi di apparenze, senza alcuna velleità se non quella di trasmettere ad un suo futuro sé la verità di ciò che sente. Reale, anche quando immagina di planare sulle onde del mare. Sincera, anche quando abbandona il suo stile asciutto e crea microcosmi allegorici, metaforici. Dolorosa, quando si pone a cuore nudo di fronte alle sofferenze. La chiave di lettura del suo lavoro non può che essere questa: la scrittura per sé che viene messa a disposizione di tutti. Una scrittura intesa come necessità, come sfogo, come ultima arma da utilizzare per proteggersi da un mondo che soverchia le sensibilità non conformi. Non conforme. Non vuole piacerci, non cerca pubblico, non vuole incontrare il gusto della critica. Fa di ciò che ritiene bello una piccola ode e fa di ciò che di bello ha poco uno scrigno nel quale racchiudere il dolore con parole che toccano innanzitutto il suo cuore. Ma più di tutto valga l'approccio gentile e pacato che l'autore ha con chiunque lo ispiri e che, più che altrove, utilizza in queste poesie.

Nelle "nuovissime filastrocche buffomagiche" le pagine contengono disegni e testi per i giorni di festa, sugli animali, sui numeri, sulla natura, sulle emozioni. Un libro per festeggiare i momenti di gioia e allontanare quelli di noia, con rime che parlano di api operose, di eroi mingherlini, di polpi professori. Filastrocche per sognare a occhi aperti seguendo la musicalità delle parole. Le filastrocche di questo libro, in modo giocoso e divertente, talvolta irriverente, affrontano aspetti della vita quotidiana e colpiscono per attualità - ce n'è una sul Covid - e freschezza. Grazie a un sapiente gioco di rime il lettore diventa protagonista delle filastrocche; l'autore lo invita a guardarsi dentro con ironia e leggerezza e non trascura d'insegnare che il mondo ha bisogno dell'impegno di tutti all'insegna dell'amicizia e della solidarietà. Un'atmosfera serena e rilassante accompagna ogni filastrocca. Età di lettura: da 6 anni.

Ne "Il giardino dorato", sin dai primi componimenti, s'intravede come il rapporto stretto tra l'arte del poetare e la pittura (arte praticata dall'autrice) sia un binomio con una parentela stretta e inequivocabile. La poetessa porta in auge questa relazione nei suoi versi dipingendo con maestria il foglio di carta. Questo rapporto artistico si incarna - nello scorrere dei componimenti - nella silloge che, man mano le liriche scorrano, prende carne, emerge alla luce e così si mostra al mondo. Le parole, i versi e i verbi d'ogni singolo frammento dei suoi componimenti si intersecano, si mischiano ricreando così l'opera poetica. Una poesia sicuramente matura - pensata e vissuta nelle profonde viscere - quella dell'autrice romana - con alle spalle già svariate pubblicazioni sia in poesia che in prosa e, questa caratteristica peculiare della sua poesia, salta all'occhio del lettore che si perde tra i colori, le sfumature delle liriche. Una maturità condita con le sue poesie che non scade nel già detto, nel testo ridondante ma, è sempre nuovo, vivo, ricco di emozione, e trattiene in sé la catarsi che l'autrice vive nel creare arte, nell'incidere e nel ferire la carta con le sue opere.

La verità del vetro è la sua trasparenza, il permettere di vedere attraverso. La verità del vetro è la sua fragilità, che talvolta può essere solo apparente. La verità del vetro è la sua pericolosità, come sa chiunque con esso si sia tagliato. La verità del vetro è la sua struttura disordinata di solido amorfo, il suo esistere in stadio intermedio, tra solido e liquido, per mezzo del fuoco.

Il volume "Poesia nel Borgo 2022" raccoglie elaborati dei concorrenti che hanno aderito alla ottava edizione nazionale dell'omonimo concorso ideato dal poeta Elvio Angeletti e sostenuto da varie realtà associative e dedicato a Montignano di Senigallia (An), "borgo di mare", sospeso fra la campagna e l'Adriatico.

La Griesi svela pagina dopo pagina un tragitto non pre-codificato, da costruire con coscienza: ne scaturisce un senso di precarietà e insieme di energia, in cui percepiamo tracce di osmosi tra l'individuo e l'ambiente esterno.

Vi sarà capitato, almeno una volta, di ricevere le chiavi di una casa dal proprietario potendo così entrarvi senza dover bussare. Autorizzati quindi a varcare la soglia, calpestare i tappeti, aprire le porte, indagare le foto, perché no anche sbirciare nelle intercapedini polverose che si divincolano tra titoli e quarte di copertina, sugli scaffali appesantiti dal peso della memoria che ognuno di noi ha l'istinto di conservare. Ecco, Lucrezia Lenti in "Parole in bilico" ci ha affidato la chiave più piccola del suo scrigno di suoni, colori, odori, pulsazioni, certezze, dubbi, speranze e timori quotidiani messi in versi senza mai affondare, e rovinosamente cadere, nell'affannosa e banale ricerca di una rima fine a se stessa. Uno screenshot non ha bisogno di rima. La narratrice così si apre e racconta.

"È l'autrice che rincorre l'amore o è l'amore che la tallona ben oltre la sua volontà? E quanto questo amore compulsivo e onnivoro è rifugio in una dimensione personale o apertura verso il mondo? Quanto è astrazione mentale, ansia di riempire vuoti o ponte con le persone? "L'Amore mi rincorre" costringe a inseguire un cerchio che non si chiude mai, si dirama in innumerevoli strade, trascina in anfratti per poi aprirci su strade lineari pronte a deviare in altri altrove. Sono, l'autrice e l'amore, fuggitivi inseparabili dominati dall'oscura luce dell'attrazione e del desiderio che non tollerano distanze, naufraghi che stanno a galla opponendosi alla vita comune che li vorrebbe vinti alle costrizioni, alla ragione. L'anima dell'autrice tenta di sistemare il magma che le bolle dentro, incanalando le poesie in quattro filoni d'argomento, Amore, Emozioni, Sociale, Terra: ma la catalogazione è un espediente che regge redini che sfuggono, e riportano in breve a quel disordine che è la radice dell'amore e della creatività: tutto si mischia nel presente e tutto confluisce dal passato, in un movimento che si dipana dall'anima e solo all'anima rende conto, nei suoi modi di toccare il mondo.la carezza sulla pelle, l'organo più grande e sensibile del corpo."

La poesia di Alessandro Scialpi rappresenta un punto d'incontro tra due mondi: la vita reale e la sensibilità alle cose del cuore. In realtà la vita e l'amore sono l'una il rovescio dell'altra medaglia. Ma nella realtà sono un unicum. Del resto, cosa sarebbe la vita senza un sentimento profondo, e viceversa. Questo è ciò che traspare nelle sue liriche che provano, e riescono, ad indagare ogni sorta di emozione umana. Ogni singola poesia trasporta in un mondo parallelo, in cui le parole non sono solo posate su un foglio, poi abbandonato nei ricordi del tempo, bensì lasciano viaggiare sulle ali dell'emotività che l'autore, con estrema maestria, riesce a trasmettere coinvolgendo ogni senso. Da ogni verso si riesce a cogliere la profondità del pensiero del poeta, che non manca di trasportare il lettore nel suo mondo reale e, talvolta, di fantasia. Questo dualismo fa apprezzare il piacere d'essere partecipi di questo ideale viaggio sentimentale e concreto al tempo stesso. Il linguaggio è quasi sempre di estrema linearità; anche i fatti quotidiani vengono descritti attraverso limpidi accostamenti di parole. D'altronde l'autore non ha bisogno di nascondere il suo stato d'animo più intimo.

Spiegare la poesia è follia. Non esistono parole giuste o significative per cercare di dare un'interpretazione corretta, univoca, insindacabile ai versi di un poeta perché, quando è il cuore a parlare, le bocche tacciono. L'autrice, in questa ammirevole opera, esalta la bellezza di ogni emozione in una tripartizione efficace e vera: io, tu e noi. Cosa accomuna questa suddivisione meravigliosa? Il fascino dell'amore e dell'animo umano. Proprio così. Sara Leo riesce, con la delicatezza dei suoi versi, a proiettare il lettore in un viaggio dal sapore della libertà, dell'amore e della consapevolezza della vita che circonda tutti noi, che fa parte dell'intero universo. Un grande abbraccio, quello che abbiamo in mano in questo momento. Un abbraccio che unisce e scalda l'anima di chi legge e tutto ciò che c'è al di là di essa. Tra questi versi si nota la disperata ricerca di una stabilità emotiva di un vuoto d'amore troppo vasto, ma non è l'unica cosa che caratterizza fortemente quest'ultimo atto. La stabilità d'amore si trasforma in denuncia verso l'industria di Taranto che uccide senza pietà. Un volume che invita ad abbandonare l'individualità con lo scopo dello stare insieme e capirsi.

Nello specchio dei versi è una proposta didattica per lo studio della poesia contemporanea per discenti del biennio dei licei. Il testo è semplicemente il frutto del lavoro di ricerca, di organizzazione, di analisi e interpretazione su poesie di poeti contemporanei. Il mondo della poesia oggi più che mai appare lontano dal modo di pensare degli adolescenti, attratti da chat estremamente sintetiche e da una comunicazione soprattutto visiva. Questo lavoro, che ha visto lo sforzo di entrare nel pensiero allusivo dei poeti, riuscire a capirne gli ingranaggi anche quelli tecnici, ha cercato di proiettare gli studenti in un mondo a loro distante e di riabituarli a leggere con calma e a interpretare il pensiero alcune volte nascosto degli autori. Questo lavoro infine esprime poi, secondo Laura Surace l'insegnante che ha ideato il progetto, la sua idea di scuola, che si sintetizza nel concetto di Dewey del "learning by doing". Cercando di analizzare poesie contemporanee di cui esistono pochissimi commenti, gli studenti sono stimolati ad applicare quanto appreso dalla teoria e a tirar fuori spunti di originalità.

Sofia è una bambina autistica di soli nove anni, ma con una capacità artistica fuori dall'ordinario. Oltre all'amore per il canto, la sua passione per il disegno è talmente grande che, delle sue numerose raffigurazioni sparse in giro per casa, i genitori hanno deciso di farne un libro. Ecco che nasce "Il mondo visto con gli occhi di Sofia", la raccolta dei suoi "infiniti" capolavori. Non ci troviamo di fronte ad una semplice raccolta di disegni, perché Sofia mette su carta tutto ciò che vede e che osserva in maniera attenta durante la sua giornata a partire dalle espressioni del volto e dai gesti dei suoi personaggi. Sofia ha avuto un successo sin da subito sulle piattaforme Tik Tok ed Instagram, conquistando il cuore del suo numerosissimo pubblico. La sua dolcezza è tutta racchiusa nei suoi gioiosi personaggi che ci regala e il suo talento ha colpito anche il fumettista Alessandro Vitti, il quale ha curato personalmente la prefazione. Questo volume è uno schiaffo morale a chi pensa che l'autismo sia solo un peso o una diversità. Sofia è come tutti gli altri, anzi ha una marcia in più, e lo dimostra attraverso quello che riesce a fare meglio d'ogni altra cosa: disegnare e stupirci.

È la storia di una bambina di sette anni, Robyn per l'appunto, cresciuta con suo zio. La protagonista dell'avventura sogna di diventare una guerriera. Un giorno, un cattivo chiamato "Il Re degli orchi" ruba la sfera di cristallo e Robyn decide di distruggerla perché è un oggetto molto pericoloso. Allora, si allena con la sua spada e intraprende un lungo viaggio durante il quale incontrerà dei compagni di viaggio che la aiuteranno a superare le tante tappe. Ce la farà la curiosa e intraprendente Robyn ad arrivare dal Re degli orchi e distruggere la sfera di cristallo? Età di lettura: da 7 anni.

Dal titolo della raccolta, tratto da una sua poesia, si evince il suo senso della vita. Contrapposizione e lotta fra passioni e regole. Esistono modalità diverse d'affrontare questi punti nodali per ogni essere umano: si può valutare e scegliere da quale parte stare, oppure mediare fra le due istanze, o fuggire per non sapere affrontare, o ancora ingannare, sé stessi in primo luogo e di conseguenza gli altri, siano essi affetti importanti, o amicali, o... o... gli "o" possono essere molti. Lo sappiamo bene, la vita è un palcoscenico, possiamo essere attori ignari che si lasciano trasportare dal vento non per abbandono consapevole, ma per incapacità di cogliere la trama della propria vita. Non si tratta di distribuire colpe o meriti, ciascuno ha la sua struttura psico-emotiva che proprio il disagio e la sofferenza possono mettere in discussione, provocare un'autoanalisi e una ricerca comportamentale consapevole.

Poesia in forma di rosa è un evento nato nel 2007 come reading poetico rivolto ad autori contemporanei provenienti da ogni parte d'ltalia. La rassegna, il cui titolo, è mutuato da un'opera di Pasolini, si svolge rigorosamente a maggio e ha assunto come emblema un lampione con una calotta a forma di rosa, il fiore per eccellenza di questo mese, ispirato a un 'opera inedita di Magritte. L'evento, giunto quest'anno alla XIV edizione, intende onorare un'importante data qual è la nascita di Pasolini. Pertanto, gli autori presenti nella raccolta hanno inteso omaggiarne la memoria con le loro composizioni. L'antologia è corredata, inoltre, da foto realizzate dal gruppo fotografico #WeAreInBari che si è ispirato ai testi scritti da Pasolini a seguito del soggiorno a Bari. Nella antologia 2022 gli autori inseriti sono: Maria Addamiano, Onofrio Arpino, Francesco Cagnetta, Rosa Colella, Silvia De Luca, Adriana Ostuni, Nicola Pantaleo, Roberta Positano, Antonio Rotondo, Elisabetta Stragapede.

Quanto è assurda la vita. Tutto può cambiare in un solo istante: una scelta non presa, un bacio non dato, un "sì" o un "no". Ogni cosa che facciamo o che non facciamo ha inevitabilmente delle conseguenze che precipitano sul nostro percorso come delle bombe che cadono dal cielo. Il volume di Emanuele Cilenti non è una semplice raccolta di poesie o di pensieri. Si tratta piuttosto di una messa a fuoco sul mondo interiore d'ogni uomo, donna o bambino di questo mondo. Tuttavia, solo in pochi sono capaci di dare importanza ad alcuni concetti essenziali di questo vissuto. Queste persone sono coloro che hanno fatto delle proprie cicatrici un vanto più che una vergogna. Chiediamoci insieme, ora, "Cosa sono le cicatrici?". Una cicatrice è un evento del passato che ci portiamo addosso in modo indifferente. A volte non ricordiamo neanche il perché di un taglio o di una ferita. O forse sì, ma tendiamo a non pensarci troppo, perché fa parte di una vita quasi astratta e diversa da quella attuale. E se invece, una cicatrice potesse scalfirci più a fondo, nell'anima? Ecco, questa è la domanda che più ricorre tra queste pagine. Un viaggio catartico, misterioso ai confini del dolore e del rimpianto.

"Il senso della vita" di Antonio Nicolò è un viaggio vissuto su binari paralleli. Un percorso teso a perlustrare il proprio animo e le proprie sensibilità da un lato. Dall'altro il tentativo d'esplorare l'idea che si ha nel rapporto con chiunque è altro da sé. In entrambi i casi l'autore tenta l'ardua avventura di scavare nel proprio intimo che è strettamente legato, ineluttabilmente, al destino altrui. Il senso della solidarietà spiegato a chiare lettere così come il tentativo di appagare, con l'impegno concreto, la voglia di smussare gli angoli spigolosi dell'ingiustizia sociale. In questo suo peregrinare il poeta si confronta continuamente con la sfera del donarsi agli altri che traspare in ogni singola composizione, specie in quelle in cui questo sentimento s'interseca con la sua chiara fede cristiana. Su quest'ultimo aspetto, la dimensione religiosa appare strettamente legata ai momenti di ritualità collettiva, ora attraverso un ricordo d'infanzia, ora nell'esplorazione del quotidiano. C'è paura e rabbia, ma c'è anche amore e, soprattutto, speranza. Le rime di Antonio Nicolò sanno aprire sempre la porta alla fiducia nelle proprie forze o in quelle che il divino ha riservato.