Mi interessa cogliere la freschezza di uno sguardo, un incontro, un bacio, l'emozione di due occhi che si tuffano nel mare di altri due, che magari li aspettavano da tempo; e il cuore che fa: TUM! TUM! Tu che ti senti improvvisamente sull'Everest ma sei assalito da un dubbio atroce: "Mi butto e così rovino tutto?" oppure "Aspetto domani a dirglielo?" e dall'altra parte due occhi imploranti "Cosa fa? Perché si è fermato? Perché non si butta? Allora non mi vuole? Lo sapevo che era meglio stare a casa, mannaggia a chi me l'ha fatto fare di uscire!", poi improvvisamente la svolta. Per caso. Succede sempre per caso.

Giunto alla soglia del mio quattromilacentesimo giorno di permanenza sul più popolare social network, per l'esattezza 11 anni, 2 mesi e 24 giorni (il conto è presto fatto: ho creato il mio "account" il lontano 20 agosto 2008 e mentre stendo queste righe il calendario reca la data 10 novembre 2019), ho avvertito il bisogno di voltarmi indietro, di fare un bilancio, di mietere il raccolto di quanto avevo seminato finora per scoprire se qualcosa di buono poteva mai esserci meritevole di trovare posto in un vero libro ("Il libro delle facce").

Una raccolta di poesie: la condizione di un'anima incerta e fluttuante incapace di scegliere se ascendere al cielo, ad una dimensione di vita più contemplativa e spirituale oppure se rimanere sulla terra privilegiando una dimensione di vita più materialistica e mondana.

Giovanni Sali è un medico veterinario, che ha attraversato da protagonista gli ultimi quasi 70 anni, vivendo intensamente e in prima persona l'evoluzione rapidissima della medicina veterinaria, dell'agricoltura e della società. Amore per gli animali e società dei consumi, fatti e gente antichi e rivoluzione tecnologica; università, contadini di altri tempi e multinazionali di oggi. Dalle stalle con le rondini alle megalopoli bovine: è un viaggio nel tempo, nello spazio e nella cultura, sul filo di una grande passione e di un'esperienza unica. 234 pagine e 23 illustrazioni originali, che passano troppo in fretta. Per ciascuno di noi e per i nostri figli, a futura e indispensabile memoria.

L'autore propone una monografia sulle Facciate Continue Modulari completa ed esauriente, con delle parti originali brevettati. Il testo definisce lo stato dell'arte e le informazioni utili ai progettisti del settore. È desunta da una lunga esperienza professionale e di saperi. Ripercorrrendo e analizzando tutte le fasi progettuali e di calcolo dei Sistemi in generale, con una importante parte dei suoi numerosi progetti, con esempi di realizzazioni nazionali ed estere. - La progettazione e la realizzazione inedita di Unità Assemblatrici per i prodotti citati.- Un Sistema meccanizzato di posa in cantiere. - Un Modulo autopulente delle Facciate Modulari- Una Fabbrica innovativa meccanizzata e realizzata, per la produzione di Sistemi. È un relativo all'ingegneria dell'architettura del Post-Moderno. Un contributo nella biografia sull'involucro architettonico. Infine con un compendio sull'Architettura classica nei suoi principali periodi storici, dal Neolitico al Post-Moderno.

Ci sono momenti nella vita in cui si sente forte lo stimolo di portare cambiamenti: manca l'entusiasmo, gli stimoli, la passione. Sono quei momenti in cui io penso che l'anima stia bussando alla porta del subconscio per farsi sentire e comunicarci che è giunto il tempo di cambiare direzione e di infondere nuova linfa vitale nella nostra esistenza. L'Anima sa dove andare, il nostro compito consiste nel permetterle di esprimersi nella sua bellezza ed unicità accogliendo e integrando con serenità e senza giudizio ciò che è stato e ciò che è per prepararci a ciò che sarà. Ne "L'avvocato che suona il gong" ripercorriamo insieme all'autrice alcuni momenti basilari della sua vita ma che non restano mai isolati in un'esperienza personale, anzi, ci coinvolgono, ci sollecitano interrogativi facendo nascere la domanda quanto sia importante ascoltare se stessi, la propria vera voce per raggiungere equilibrio e felicità. Questo testo può essere inteso come narrazione autobiografica ma di certo la trascende per diventare un libro di crescita personale e spirituale che ci esorta a seguire la nostra strada con coraggio, ad ascoltare i segnali che l'universo ci invia.

Ho sempre amato vergare qualche foglio di carta con impressioni, sensazioni, riflessioni, solipsismi, poesie, racconti. Molti fogli sono stati stracciati con impeto distruttivo giovanile, qualcuno si è salvato ed è rimasto come traccia storica delle mie vicissitudini. La tentazione di creare un libro mi ha sempre sedotta con la forza dell'ambizione, ma un intimo riserbo e un'anima schiva mi hanno sempre frenata. Ora, il disincanto e la forza dell'età matura mi hanno dato il coraggio di osare. Incroci d'archi è quindi il mio primo tributo a me stessa, come sfida proverbiale alla mia anima schiva.

Il dialetto come linguaggio nella storia dei tempi ci aspetta ancora negli angoli delle strade lasciando messaggi e sussurrando segreti provenienti da mondi che sembrano lontani, ma che ancora possono essere accessibili, basta usare la chiave giusta per rimanere stupiti dai modi di fare, dalle credenze e dalle curiosità di una volta che il tempo tende a cancellare e che però vengono magicamente riportati alla luce in questo testo. Alle opere in vernacolo dell'autrice seguono altre in una lingua un po' arcaica che sa di medioevale per svelarci storie ai confini della leggenda ambientate nelle terre di Piacenza.

Da Piacenza (nella Pianura Padana, sul fiume Po, a metà strada tra Milano e Parma, al centro d'Europa) partono tanti sentieri che, valicando l'Appennino, portano al mar Ligure. Le vie del sale, dell'olio e dei pellegrini, dei cavalieri con destinazione Roma e la Terra Santa! Li ho percorsi con il cavallo di San Francesco. La prima "attraversata" appenninica che abbiamo organizzato, nel 1978, sotto l'egida di un'associazione escursionistica fondata con alcuni amici, è stata quella dal Passo del Cerro a Lavagna, in tre giorni. C'era molta neve sui monti. Siamo partiti, ma non ce l'ho fatta ad arrivare fino al mare. Gli altri, più leggeri di me, riuscivano a passare sulla neve fresca, mentre io affondavo fino alla cintola. L'anno successivo, organizzammo la Travo-Genova. Ritrovo alle 4 di mattina davanti al Castello Anguissola di Travo.

"Cominciamo l'intervista?" - domandò Francesco de Sanctis, detergendosi con il tovagliolino di pizzo le briciole di babà rimaste tra i grandi baffi grigi. "Cominciamo." "Mi spieghi, per favore, perché ha scritto quel che ha scritto. Non so come definirlo: un romanzo, un saggio, una stravaganza edonistica, un pastiche filosofico-letterario. Cosa diavolo ha scritto? E perché?" "L'ho scritto soprattutto per non annoiarmi." "Annoiarsi?" "Vede, se lo scrittore avesse qualcosa di interessante da fare, non rimarrebbe in casa a scrivere. Farebbe piuttosto un viaggio con la giovane amante."

Piacenza. Giugno 2017. Tutto prende l'avvio da un colloquio che una ragazza di colore sostiene con uno psichiatra, dove si è recata per uno stato d'ansia con disturbi e attacchi di panico. Durante l'intervista emerge che la madre del suo futuro sposo non acconsentirà alle nozze. Da qui l'ansia. La ragazza vive in una comunità mussulmana, dove un ragazzo italiano, con gravi problemi di personalità, si adopera a fare il barbiere. Quando il barbiere, per volere dell'imam, interrompe il suo lavoro, trova altri modi per placare la sua, di ansia. Intanto lo psichiatra condivide quanto sa con un commissario. Il questore non ha nessuna intenzione di scatenare una guerra di religione o peggio, di razzismo, per cui invita il commissario ad indagare senza mezzi, ma le concede l'aiuto volontario dello specialista. Lo psichiatra dovrà rivedere le proprie convinzioni personali, partendo da altri punti di vista. Inesplorati. Allo stesso tempo trovano conferma alcuni suoi principi: non sempre la legge e la giustizia coincidono e, allo stesso modo non sempre tutto ciò che appare é come sembra.

Mi ha sempre impressionato riflettere sul fatto, di per sé semplice ma comunque misterioso, che Dio abbia scelto di venirci incontro proprio nell'umanità di Gesù, "nato sotto la legge", come dice Paolo (Gal 4), quindi rivestito degli abiti culturali del popolo dell'alleanza. Ma perché tale "sottomissione" dell'uomo Gesù alla legge, e soprattutto quale tipo di sottomissione? La ricerca dell'amico e collega Angelo Andrea Sangalli ci aiuta molto bene a comprenderlo: essa percorre con puntigliosità analitica i vari ambiti della vita che il profeta di Nazareth ha vissuto e illuminato con la sua esistenza, nel modo innovativo che anticipava già la luce della resurrezione, cioè, secondo l'antica espressione cristiana "in novità di vita", quella prorompente dallo Spirito e perciò stesso dinamica e rivoluzionaria, piena cioè della vitalità che si dispiega e si sviluppa nel tornare a rendere provocanti dentro l'esistenza dei suoi contemporanei quelle stesse parole dell'alleanza che rischiavano di rimanere ingessate e imprigionate in una visione rigorista e alla fine disumana e disumanizzante. Postfazione di Franco Toscani.

I sentimenti e le azioni che scandiscono la vita di ognuno di noi dipendono dalla propria indole, dalle circostanze e dal comportamento altrui. Potere, denaro e fama sono il massimo a cui si può e si deve aspirare? Amore e soldi possono collimare? Greg è l'emblema di questo dilemma.

In tutti i settori delle attività umane la velocità di trasformazione e di cambiamento ha assunto valori elevati; chi ha avuto l'occasione, in passato, di frequentare qualche Struttura assistenziale, in particolare quelle che un tempo erano genericamente definite "case di riposo", può rendersi conto del progresso nel frattempo compiuto sia sul versante strutturale che nel settore delle cure prestate all'ospite. Nelle Residenze Sanitario-Assistenziali (RSA) sia l'indirizzo legislativo dato dalle Istituzioni che l'impulso operativo fornito dalla continua formazione del personale, hanno contribuito, in modo sostanziale, al continuo miglioramento del livello della vita trascorsa da un cittadino in una struttura socio-sanitaria. Tale miglioramento è in continuo divenire e gli sforzi costanti degli operatori sono rivolti alla cura delle persone sia sotto gli aspetti sanitari che quelli relazionali intrinsecamente connessi.

"È una storia nella quale tutti possono riconoscersi. Questo racconto mi ha aiutato ad esprimere le mie emozioni. Mi ha fatto capire quanto sono cambiata da allora. È stato un modo per trovare un senso alle varie fasi della vita che anni prima mi apparivano vuote di significato. Mi ha permesso di guardarmi dentro e catalogare gli eventi più significativi della mia vita fino ad oggi. Mi ha aiutato a capire quali sono stati i passaggi fondamentali del processo di crescita."

"Non è con delle frasi che si mantiene la tranquillità in Italia. Fate come ho fatto io a Binasco: che un grosso villaggio sia bruciato, fate fucilare una dozzina d'insorti, formate colonne mobili che diano caccia spietata ai briganti. Bisogna dare un esempio al popolo di questi paesi." (Napoleone Bonaparte)

Il viaggio di un adulto che ritorna adolescente per riconoscersi e approvarsi. La scomparsa improvvisa della madre ha cambiato la vita ad Antonio. Una morte strana quella della madre, circondata da un alone di mistero. E poi, sarà avvenuta per causa sua? Il dubbio gli rimane. Sperimenta la vita in orfanotrofio e la racconta con la sua prosa scarna e incalzante. I personaggi di un tempo ritornano a vivere nella loro schietta originalità. Solo alla fine del viaggio scoprirà tutta la verità su sua madre, e anche su suo padre, che riposa in pace al cimitero, nel prima campo a sinistra.

"Mosaico vintage" è una raccolta di racconti che vogliono offrire scorci di vita italiana in contesti storici diversi, compresi nell'intervallo di tempo che va dagli anni '30 del secolo scorso al 2018. Sei quadri di vita quotidiana, tratteggiati con taglio psicologico, che si snodano all'interno del più ampio quadro storico di riferimento, fornendo al lettore un mosaico abbozzato di usanze familiari, consuetudini sociali, mode che spaziano dall'abbigliamento alle auto, passando anche attraverso qualche cenno tecnologico. La formula narrativa combina fluidamente stati d'animo, riflessioni, visuali di fatti e sentimenti, che passano attraverso i filtri psicologici dei personaggi e trasbordano dai dialoghi per prendere un loro percorso descrittivo, a volte complesso, a volte caratterizzato da ironia pungente e da guizzi di umorismo leggero.

Una istituzione pubblica come la "Banca dell'identità e della memoria della Garfagnana", che si propone di conservare, valorizzare e accrescere l'essenza del territorio, trova nella "lingua" lo strumento che veicola, attraverso il rapporto intergenerazionale, il trasferimento della conoscenza alle nuove generazioni di un patrimonio di parole e di locuzioni. Come un pianeta che vive, si muove e si evolve entro un sistema armonico, il linguaggio accompagna la storia e lo sviluppo di un territorio testimoniandone la vitalità nell'attualità e assicurandone la memoria presso le future generazioni, consentendo loro di conservare una identità che la globalizzazione tecnologica potrebbe oscurare. La Garfagnana, ancora una volta, ha dimostrato la vivacità del proprio tessuto sociale trasformandosi in un laboratorio culturale che ha raccolto i termini e le espressioni più significative che grazie all'elaborazione dell' avv. Aldo Bertozzi sono divenuti i termini del dizionario garfagnino.

Io sono quello che ho letto (e ascoltato): migliaia di parole, pensieri, suoni sono entrati nella mia testa, sono stati interpretati, metabolizzati, memorizzati, smembrati e risistemati per assiemare la componente incorporea del mio essere, quella che gli antichi chiamavano psychè. In questo libro troverete numerosi riferimenti alle letture che mi accompagnano dall'infanzia; quando mi è stato possibile risalire alla fonte, la stessa è stata citata nelle note a piè di pagina, tuttavia appare evidente che molte espressioni da me usate nel testo derivano in realtà dai miei maestri (così, a caso, rileggendolo, trovo la sventurata rispose, il folle volo della conoscenza, le dita dell'aurora colorate di rosa, la passion predominante, la fede delle femmine, pochi superstiti nell'immenso oceano e tante altre Eco).

Carpaneto esisteva ben prima del 1806, ma a quella data il suo futuro territorio era diviso in comunelli talvolta con popolazione superiore alla sua. L'abitante di Chero, di Zena o di Travazzano poteva vivere senza legami con il futuro capoluogo perché apparteneva a comunità autonome ed autosufficienti, capaci però di gestire solo la propria sopravvivenza. Creando una moderna amministrazione comunale, Napoleone promosse una comunità insediata su di un territorio di dimensioni ragionevoli e la provvide di mente e braccia. Per questo merito l'immagine dell'imperatore è esposta ancora oggi nella sala del Consiglio Comunale. Perché terminare questo saggio con l'amministrazione del sindaco Orefici? Per il fatto che la vita del paese è cambiata profondamente verso il 1970 quando l'avvio di attività economiche artigianali ed industriali ha modificato la connotazione esclusivamente agricola del territorio ed il successo del mercato domenicale ha praticamente azzerato la vita sociale e religiosa nelle frazioni.

Lo scimpanzé, Pan troglodytes, è una scimmia antropomorfa, appartenente alla famiglia degli Hominidae, ordine Primates. Vive nelle foreste tropicali dell'Africa lungo la fascia equatoriale. Quattro le sottospecie che si distribuiscono tra l'Africa centrale (P.troglodytes troglodytes), l'Africa occidentale (P.t.verus), l'Africa orientale (P.t.schweinfurthii), il Niger e il Camerun (P.t.vellerosus). Lo scimpanzé è la scimmia che più assomiglia all'uomo. È dotato di notevole intelligenza tanto da permettergli di costruire ed utilizzare strumenti. Vive in foresta in branchi guidati da un maschio. È un abile arrampicatore, sugli alberi trova rifugio, ma la ricerca del cibo avviene a terra. Partoriscono un piccolo, dopo 8 mesi di gestazione. Le cure parentali durano 3 anni.