Sessantuno editoriali pubblicati nel corso dei due anni di pandemia, indagano sulle più complesse sfaccettature del progetto, dell'architettura, del design, dell'arte, della cultura e della natura.

La condizione di grave crisi in cui ci siamo ritrovati è stata, di fatto, una sorta di potente e terribile epifania; ha avuto come istintiva reazione collettiva il ripensare, il riflettere sul nostro sistema d'agire. Come docenti e come professionisti abbiamo sentito l'urgenza di ridiscutere il ruolo del disign, di rivalutare il carattere del suo operare fondato su ragioni di utilità sociale, di meglio analizzare e concepire gli scopi del progetto. La riflessione si apre con l'identificazione di un sistema di idee- obiettivi che permettano di prefigurare rinnovati e innovativi percorsi di ricerca e di progetto, orientati ad un positivo cambiamento. Dalle riflessioni emerge che il designer, che per ruolo e formazione definisce la "forma" degli oggetti e degli spazi, deve essere parte del cooperare per l'individuazione di nuovi modelli economici, rispettosi del mondo e caratterizzati da una nuova e serena socialità.

L'opera costituisce, nel suo insieme, un percorso tra fatti, personaggi, misteri di una Napoli ormai, sia pure in parte, non più esistente. La leggerezza è da vedere nelle pause tra i vari argomenti, costituite da poesie, barzellette e aneddoti di cronaca.

Questo libro nasce da un'idea ben precisa, basata su due prospettive, la prima, quella di dare a tutti i collaboratori che iniziano questa attività, una possibilità nuova e immediata di decodificare in modo semplice e veloce le parole del nostro settore oltre ad avere uno strumento utile non solo commercialmente ma anche per la preparazione all'abilitazione; la seconda è quella di fornire ai clienti italiani e stranieri che iniziano un percorso di vendita, di acquisto oppure di investimento in Italia, uno strumento per capire cosa gli viene chiesto, rappresentato e quale sia lo scopo. L'opera è utile soprattutto a chi inizia l'attività senza avere conoscenze specifiche di termini immobiliari.

L'8 dicembre 2020 ricorrono i 55 anni dalla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II per molte ragioni è considerato come l'evento più notevole della Chiesa del secolo ventesimo. Sì, il Concilio continua perché esso è stato ed è una pietra miliare nella storia della Chiesa e nella teologia della storia. Nessuno storico, degno di questo nome, potrà mai ignorarlo. In realtà il Concilio continua la sua opera di rinnovamento e di riforma. Costituzioni, Decreti, Dichiarazioni fanno parte del patrimonio della Chiesa. La ricerca di una autenticità cristiana, che è stata la continua preoccupazione pastorale ed ecumenica dei Padri conciliari, ha offerto alla Chiesa un nuovo splendore. Essa si rivolge al mondo additando Cristo Luce delle genti e illuminare tutti gli uomini con la luce di Cristo che risplende sul volto della Chiesa. Il Concilio ha posto le premesse del nuovo cammino della Chiesa nella società contemporanea. Pur essendo la stessa di ieri, la Chiesa vive e realizza in Cristo il suo "oggi", che ha preso il via soprattutto dal Vaticano II. A 55 anni dalla sua conclusione una certezza è indefettibile: il Concilio Vaticano II è un Concilio autentico. Un Concilio ancora da realizzare in molte delle sue istanze; forse alle splendide promesse conciliari non ha fatto seguito una agognata stagione di fioritura. Ma l'insegnamento del Vaticano II e le sue innovazioni, pur in assenza di valore dogmatico, costituiscono un innegabile magistero conciliare, e quindi supremo e solenne.

Come tutti i suoi predecessori, anche Papa Francesco ha sempre mostrato il suo amore per Maria. Nei sette anni di pontificato il suo magistero è quasi contrappuntato dal riferimento alla Madonna. Ne ha dato testimonianza nelle sue omelie, discorsi e catechesi. Persino nello stemma episcopale egli ha voluto porre, tra le altre immagini, una stella che, secondo la tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria.

A cinque anni dalla sua nascita MI'npegno si racconta.