Il fotografo e collezionista Jean Pigozzi è noto ai più tanto per la sua imponente collezione di arte contemporanea quanto per le sue frequentazioni mondane che annoverano celebrità in ogni ambito, dal mondo del fashion a quello della musica, dai capitani di industria ai big di Hollywood. Prendendo le mosse dal suo precedente libro intitolato 'ME+CO: The Selfies 1972-2016', 'The 213 Most important Men in my life' presenta l'ampio carosello degli uomini che per Pigozzi sono stati delle figure di riferimento: dal padre Enrico Pigozzi, scomparso quando Jean era ancora un ragazzino, a Gianni Agnelli, da Mick Jagger e Bono a Ettore Sottsass, per citarne alcuni. 'The 213 Most important Men in my life' celebra alcune tra le più importanti personalità del XX e XXI secolo e per questa via afferma il potere del singolo di incidere nella storia del mondo.

I protagonisti della serie 'The Garden' del fotografo Erik Madigan Heck sono la moglie e i loro due figli ritratti in ambienti naturali illuminati da colori forti ed accesi. L'estetica attinge all'iconografia cattolica e ad altre tradizioni mitologiche. Il risultato è una narrativa basata sul colore che evoca processi di dissoluzione e rinascita. 'The Garden' richiama tanto nel titolo quanto nella sostanza il perduto giardino dell'eden, in cui l'esperienza della bellezza era diretta, immediata, innocente. Ad un primo sguardo questa serie, scattata prevalentemente nella casa di famiglia nel New England, richiama altri lavori di fotografia contemporanea che affrontano la vita familiare, come 'Immediate Family' di Sally Mann; tuttavia, ad una più attenta analisi, i veri protagonisti della sua ricerca sono il colore e le potenzialità del mezzo fotografico. 'The Garden' è una serie tutt'ora in corso. L'indagine sulla famiglia diventa per Erik Madigan Heck un vero viaggio tra le arti in cui il fil rouge degli affetti si declina attraverso diverse discipline artistiche e sensoriali. La pubblicazione di questa preziosa monografia coincide infatti con l'uscita di un disco in vinile e di due fragranze a cui il fotografo americano ha collaborato personalmente. 'Safe Passage' (Dekmantel Records, 2021) è una collaborazione musicale e di arte visiva tra Heck e il musicista olandese Frits Wentink (nato nel 1985). I brani musicali, che spaziano dalla musica classica all'elettronica, sono intervallati dalla voce narrante di Tilda Swinton che legge frammenti di poesie scritte da Erik Madigan

Nota per le sue serie sui movimenti culturali americani, Kristin Bedford presenta ora "Cruise night" che raccoglie per la prima volta scatti che celebrano la cultura automobilistica lowrider (macchine le cui sospensioni sono state modificate per rendere possibile l'estremo abbassamento dell'automobile oppure far compiere al corpo vettura veri e propri movimenti ritmici) di Los Angeles. A dispetto del luogo comune che vede la comunità lowrider restia ad includere elementi esterni, e per di più donne, a partire dal 2014 Kristin Bedford si è avvicinata a questa comunità e poco per volta ne è entrata a far parte nella veste di rispettata testimone. Da allora e fino al 2019 Bedford ha partecipato a una moltitudine di appuntamenti: dalle più classiche sfilate in auto a passo d'uomo (le così dette "cruiseggiate") per mettere in mostra l'unicità della personalizzazione di ogni automobile, agli show riservati a questa categoria di mezzi, ma anche a matrimoni, funerali e celebrazioni varie. La cifra stilistica di Kristin Bedford si colloca all'incrocio tra l'osservazione estetica delle auto, considerate dai lowrider come delle vere e proprie tele su cui realizzare le loro opere, e un più marcato realismo sociale. "Cruise Night" è uno sguardo fresco ed inedito, anche perché realizzato da un punto di vista femminile, su uno dei fenomeni più interessanti del panorama losangelino.

La fama di Michal Chelbin si è consolidata attraverso le serie fotografiche sugli acrobati e sui soldati dell'est Europa. Nel libro 'How to Dance the Waltz', Chelbin ha raccolto gli scatti realizzati negli ultimi cinque anni durante i quali ha concentrato la sua ricerca sulle accademie militari, le arene in cui si allenano i giovani matadores e le serate di debutto in società dei teenager ucraini. Appare chiaro come l'artista sia affascinata dalle uniformi e dai costumi, dai valori che sottendono nelle società di riferimento e in particolare dall'effetto che si genera quando ad indossarli sono giovani ragazzi e ragazze. La frizione tra la tenera età dei cadetti militari e il rigore formale delle uniformi, il glamour dei vestiti delle debuttanti e il ruolo assegnato alla donna nella società, sono tra i temi al centro di questa indagine di Michal Chelbin.

Questa nuova edizione del celebre libro "Wild Flowers" di Joel Meyerowitz è arricchita da nuove ed inedite immagini e si presenta in un formato più grande. Gli scatti raccolti nel libro sono il frutto di quasi quarant'anni di fotografia di questo master photographer a caccia di tracce floreali nelle città e nei parchi che ha visitato. Con la sua fedele Leica, Joel Meyerowitz ha letteralmente catturato ciò che gli si presentava a portata di click con occhio curioso e ironico. Il frutto di queste avventure urbane ha dato vita ad un corpus di immagini che lui ha via via iniziato a concepire come un giardino popolato di tante e varie specie, tante quante le riflessioni che queste immagini gli ispiravano. Fu quasi per caso che un giorno, riordinando i materiali raccolti, ne identificò un gruppo in cui i fiori erano protagonisti. Istintivamente etichettò questo gruppo con il soggetto principale, "flowers" appunto. Quel primo nucleo in seguito crebbe sempre di più, alimentato dagli scatti che nella sua sensibilità artistica potevano essere raccolti in un capitolo, ormai del tutto concettuale, di fiori. Era nato "Wild Flowers".

Uno dei più bei giardini progettati dall'architetto del paesaggio e urbanista statunitense Frederick Law Olmsted Jr. (1822-1903) è quello di The Chimneys, una tenuta in riva all'oceano nel Massachusetts, Stati Uniti. Il progetto risale al 1902, quando Olmsted ricevette l'incarico dal finanziere e filantropo di Boston Gardiner Martin Lane e da sua moglie Emma. Realizzato secondo i dettami dei giardini all'italiana, il parco si caratterizza per il raffinato susseguirsi di ambienti distinti che, nel complesso, delineano un impianto architettonico che asseconda il naturale declivio del luogo. Situata in posizione dominante sulla scogliera, la Water Terrace si caratterizza, oltre che per la meravigliosa vista sull'oceano, per il suo pergolato di rose e un incredibile giardino acquatico composto da cinque grandi vasche la cui disposizione è ispirata a Villa Lante a Viterbo. Scendendo una scala in granito si accede agli ambienti successivi: la panoramica Overlook Terrace, la Lavender Terrace, la Tea Terrace, il Vegetable Garden, il Crabapple Allée ed infine il Rose Garden. Non appena completato, il giardino comparve su numerose riviste di settore (tra cui nel novembre del 1907 la American Homes and Gardens) e fu incluso in molti tour dell'epoca. Tuttavia sul finire degli anni '40 cominciò un lento declino che perdurò per i successivi 40 anni. Quando nel 1991 Nola Anderson e il marito Jim Mullen acquistarono la tenuta, il parco era completamente in rovina. Da subito la nuova proprietaria si prefisse di riportare il parco all'antico splendore: accanto al recupero in chiave filologic

Questa collector's edition include il libro "Wild Flowers" e questa fotografia firmata e numerata da Joel Meyerowitz: "Window", Rockport, Massachusetts, 1965, Archival digital print, 26 x 17,5 cm. La fotografia è stata stampata nel 2020 in una tiratura limitata di 25 esemplari più 3 prove d'artista.

Questa Collector's Edition include il libro 'From the Pope to a Flat White. Ireland 1979-2019' e una fotografia firmata e numerata da Martin Parr: 'Glenbeigh Races', County Kerry, 1983, Stampa ai sali d'argento, 18 x 27 cm. La fotografia è stata stampata nel 2021 in una tiratura limitata di 70 esemplari più 10 Prove d'Artista.

Questa Collector's Edition, in tiratura limitata di 30 copie, include il libro 'Michael Stipe' e questa copertina-scultura realizzata artigianalmente, firmata e numerata da Michael Stipe: aperta 34.7 x 25.5 cm; chiusa 16 x 25.5 x 2 cm.

Il libro 'Michael Stipe', il terzo pubblicato da Damiani per l'artista, affronta i concetti della resilienza e della vulnerabilità umana attraverso la tecnica del ritratto ed è arricchito da 16 tracce audio realizzate da Michael Stipe fruibili scansionando un QR code presente all'interno del libro. Nato dalla riflessione dell'artista sui fatti scaturiti dalla pandemia mondiale di Covid-19, il libro è un'ode alla resilienza, alla forza e allo spirito di adattabilità dell'essere umano del XXI secolo. Tilda Swinton, John Giorno, Joan Jonas, Kirsten Dunst, Beth Ditto, Gus Van Sant, Sam and Aaron Taylor-Johnson, Helena Christensen, Michèle Lamy, Sophie Calle sono alcuni dei soggetti fotografati da Stipe per questo progetto. Il QR code presente nel libro dà accesso gratuitamente a contenuti audio, sviluppati in collaborazione con GOODmood, che approfondiscono e rafforzano i concetti sottesi dalle immagini. In questi contributi sonori Michael Stipe svela i retroscena e molti aneddoti alla base della nascita del libro.

"100 Churches of Venice and the Lagoon" è un progetto fotografico sviluppato dal fotografo Alejandro Merizalde tra il 2014 e il 2019 sulle chiese e, più in generale i luoghi di culto che punteggiano la città di Venezia, le sue isole e le zone limitrofe: Burano, Murano, Torcello, Pellestrina, Chioggia, Lio Piccolo, Mesole... Tutti gli edifici, ancora in funzione o riconvertiti, sono stati ritratti in modo da esaltarne le caratteristiche architettoniche e secondo una prospettiva che concorre a creare un fil rouge estetico armonico e bilanciato. Il libro è arricchito da un testo di Marina Gasparini Lagrange, profonda conoscitrice della città di Venezia e della sua storia e cultura.

"Portraits in the Presence of Marina Abramovic" il libro del fotografo Marco Anelli documenta l'ormai leggendaria performance di Marina Abramovic tenutasi nel 2010 al Museum of Modern Art di New York. In quell'occasione, diventata un punto di riferimento assoluto nel panorama artistico contemporaneo, Marina Abramovic aveva messo in scena una performance di tre mesi in cui i visitatori erano invitati a sedersi di fronte a lei sostenendone lo sguardo. Tra le migliaia di persone che hanno accolto l'invito ci sono stati attori, artisti, musicisti, tra cui Lou Reed, Patti Smith, Björk, Sharon Stone, James Franco ed altri. Arricchita nei contenuti e con una nuova veste grafica, questa edizione offre uno sguardo inedito sugli aspetti preparatori della performance. Per realizzare questo progetto Marco Anelli ha trascorso 716 ore al Museum of Modern Art di New York fotografando l'artista, i visitatori e annotando meticolosamente la durata di ogni contatto visivo.

"Byways" è la prima monografia dedicata all'arte fotografica di Sir Roger A. Deakins, leggendario direttore della fotografia e premio Oscar, noto al grande pubblico soprattutto per le collaborazioni con i fratelli Coen, Sam Mendes e Denis Villeneuve. Il libro presenta una raccolta di fotografie in bianco e nero realizzate nel corso di 5 decenni, dal 1972 ad oggi, e in larga parte mai pubblicate. La prima sezione del libro presenta le fotografie scattate da Deakins nelle zone rurali del North Devon, nel sud-ovest dell'Inghilterra, per il Beaford Arts Centre. Queste immagini raccontano della sensibilità e dell'ironia dell'autore, ma anche di un'ormai scomparsa Gran Bretagna del dopoguerra. Una seconda serie di immagini esprime l'amore di Deakins per il mare e introduce l'ultima sezione del libro dedicata alla fotografia di paesaggi di tutto il mondo.

Attraverso più di 200 immagini Tickety-Boo presenta gli scatti realizzati dal fotografo americano Charles H. Traub negli ultimi quattro anni. L'espressione inglese Tickety-Boo, che con buona approssimazione può essere tradotta con "Tutto bene, ma non proprio tutto", riassume lo spirito di questa serie fotografica: un vorticoso viaggio nell'immaginario dell'artista in cui il significato di ogni immagine appare evidente solo se contestualizzato nell'intero progetto. Scattate con il cellulare, queste fotografie rappresentano nel loro complesso un flusso di coscienza.

"Crossed Looks" è la prima monografia dell'artista svizzero-guineana Namsa Leuba. Il libro è pubblicato in occasione della sua prima mostra personale presso l'Halsey Institute of Contemporary Art di Charleston nel South Carolina (27 agosto - 11 dicembre 2021). "Crossed Looks" presenta le principali serie fotografiche sviluppate dall'artista, tra cui quelle scattate in Guinea, Sudafrica, Nigeria e Benin, fino alla più recente realizzata a Tahiti. In un raffinato equilibrio tra reale ed onirico le immagini di Namsa Leuba esplorano la rappresentazione dell'identità africana e di ciò che la cultura occidentale percepisce come Altro. Tanto nelle serie più evidentemente caratterizzate da un'indagine sociale, culturale e politica, quanto in quelle dedicate alla moda, al design e alla ricerca estetica, Leuba restituisce un modo di osservare la realtà intriso di cultura globale e profonda consapevolezza storica.

Grazie a 342 sabati trascorsi a documentare matrimoni, il fotografo John Dolan offre uno sguardo su uno degli ultimi riti della società contemporanea. Nei suoi scatti emergono le emozioni dei protagonisti ritratti nelle ore immediatamente precedenti al fatidico momento, segnate da tensione e aspettativa, in quelle successive, dominati dalla gioia e dalla festa, fino, ovviamente, alla scena centrale. Il libro include un testo della celebre presentatrice americana Martha Stewart.

Il titolo "Zone Eleven" è un rimando specifico al metodo codificato da Ansel Adams per controllare l'esposizione di un negativo ed ottenere una gamma completa di tonalità dal nero più profondo, la Zona 0, al punto più luminoso, la Zona 10. In omaggio a questa intuizione di Ansel Adams e nel tentativo di proporre una nuova, postuma visione di una selezione delle sue opere, l'artista Mike Mandel ha coniato il termine "Zone Eleven". Le immagini presentate in questo libro sono il frutto della ricerca di Mandel su oltre 50.000 immagini di Ansel Adams situate in quattro diversi archivi e fino ad ora sconosciute. Molte delle fotografie qui riunite provengono da archivi relativi a incarichi commerciali o editoriali e sono testimonianza delle sperimentazioni che Adams portava avanti con la novità dell'epoca, la Polaroid. Mike Mandel è noto per aver collaborato con Larry Sultan al lavoro che nel 1977 ha portato alla pubblicazione di "Evidence", una raccolta di 59 fotografie scelte tra più di due milioni di immagini che gli artisti hanno selezionato dagli archivi di agenzie governative americane. Concettualmente e graficamente, "Zone Eleven" è un libro complementare, perché anche in questo caso Mandel attinge a materiale non suo e ne restituisce una lettura inedita.

"The other world. Animal portraits" si pone come il naturale prosieguo di "Wild Life", il libro pubblicato dal fotografo Brad Wilson nel 2014. Fedele alla filosofia dell'"incontro autentico", Wilson permette all'animale di rivelarsi, sottraendosi così alla tentazione di immortalarlo secondo prospettive e aspettative del tutto umane. Gli animali fotografati provengono da zoo e centri per la salvaguardia della fauna selvatica. Grazie all'uso di un fondale nero, Wilson riesce ad enfatizzare le caratteristiche di ogni soggetto, rendendolo magnificente e al tempo stesso misterioso. "The other world. Animal portraits" presenta un nuovo ed ampio corpus fotografico in un elegante formato orizzontale ed è arricchito da un testo di Dan Flores, autore di "Coyote America".

Quando nell'aprile del 2020 il mondo si ritrovò improvvisamente in lockdown a causa della pandemia da Covid-19, il fotografo americano Mel D. Cole iniziò a scattare fotografie della città di New York per documentare quel mondo surreale. Ben presto questa pratica si fuse con l'altro grande tema che scuoteva l'America in quei giorni, l'omicidio di George Floyd e il movimento Black Lives Matter. Le immagini di Mel D. Cole, scattate a New York, Washington Dc e Richmond, documentano perciò un momento cruciale della storia americana e contribuiscono a creare una memoria collettiva del Paese nella lunga marcia per i diritti civili. Nelle parole di Cole: "Documentare il movimento Black Lives Matter è il lavoro più importante di tutta la mia vita. Questo è ciò che so fare, quello che posso dare, il mio contributo per raccontare la storia attraverso i miei occhi".

L'artista Alexis Rockman è noto al grande pubblico per le sue opere di grande formato in cui rappresenta la collisione tra civiltà e natura. In un'appassionata sintesi di elementi tra storia umana, scienze naturali e paesaggistica, Rockman affronta temi quali il cambiamento climatico e la globalizzazione. Il suo tratto artistico intriso di arte classica e fantascienza restituisce l'equilibrio precario in cui si trova oggi il nostro mondo. Al di là dei colori sgargianti, delle sfumature e degli espedienti compositivi, le opere di Alexis Rockman rivelano una profonda capacità di analisi del mondo contemporaneo e un sottile umorismo noir. 'Works on paper' è la prima raccolta completa dei suoi lavori e include disegni ad acquerello, ad olio, bozzetti e appunti dell'artista. Attraverso più di 120 riproduzioni il libro presenta le più importanti serie realizzate da Rockman: dagli animali mutanti dipinti ad acquerello nei primi anni '80 a Field Drawings, i disegni realizzati in Guyana con il fango, dalle opere pittoriche della serie The Great Lakes Cycle alla più recente Lost at Sea in cui reinventa celebri naufragi realmente accaduti. 'Works on Paper' è arricchito da una interessante appendice in cui sono rappresentate le opere grafiche che hanno maggiormente influenzato Alexis Rockman unitamente ad un suo commento.

Maxim Marmur è un celebre fotografo russo che ha iniziato la sua carriera come fotoreporter per giornali locali, ma si è in seguito accreditato presso le più importanti agenzie fotografiche del mondo. Lo stile fotografico di Marmur si è contraddistinto fin da subito per l'utilizzo di un linguaggio visivo di forte impatto enfatizzato da un virtuoso uso dei bianchi e neri. Ogni momento catturato nelle sue fotografie supera la natura immediata del reportage e acquisisce l'estetica di un'intensa opera fotografica. Il volume 'The Coal People' è dedicato ai minatori della Siberia russa e dell'Estremo Oriente con i quali Marmur ha trascorso tre anni. Dal 2017 al 2019 questo progetto è stato esposto in Russia, Cina e in Italia. Il design del libro è stato curato da Konstantin Eremenko.

Con il libro 'Fashion Work 1993-2019. 25 Years of Art in Fashion' il critico e curatore Jeppe Ugelvig prende in esame il territorio di confine tra arte e moda. Ricostruendo l'attività artistica e stilistica di Bernadette Corporation, Susan Cianciolo, BLESS e DIS con l'aiuto di fotografie e cimeli rari al centro dell'indagine c'è l'intero processo creativo. Jeppe Ugelvig rivela così i collegamenti tra l'ormai leggendaria generazione di stilisti DIY, che negli anni '90 avevano caratterizzato New York, Parigi e Berlino, e le moderne corporation degli anni 2010, in cui a farla da padrone in ogni ambito è una verticistica direzione creativa. Scorrendo il libro emerge come gli artisti siano ormai in grado non solo di sovvertire continuamente le dinamiche del mondo del fashion, ma anche di creare nuovi ambiti di business: dall'ormai celebre emulazione dei marchi di moda del collettivo Bernadette Corporation ai pop-up store museali fino alle collaborazioni di BLESS per creare una linea di sneakers. Laura Coombs, Senior Designer al New Museum of Contemporary Art e docente a Princeton, ha curato il design del libro.

'Quest' presenta le fotografie in bianco e nero scattate da Alexandre de Mortemart tra il 2016 e il 2019. Immersi nella routine quotidiana delle grandi città, i soggetti delle fotografie di Mortemart sembrano persi nelle architetture anonime di grandi città, sospesi alla ricerca di se stessi e incapaci di comunicare.

'Daydreams Walking' presenta 196 fotografie scattate da Jeremiah Dine a New York tra il 2010 e il 2017. Il contributo di Dine si inscrive nella tradizione della street photography tracciato, tra gli altri, da Henri Cartier-Bresson, Robert Frank e Garry Winogrand. New York è sempre stato il set preferito di Jeremiah Dine; dapprima in bianco e nero, con fotocamere da 35 mm, successivamente a colori, con macchine digitali. Jeremiah Dine prende a prestito il titolo di questo volume dal poema 'Music' di Frank O'Hara (incluso in questo libro); 'Daydreams Walking' era anche il titolo della playlist che Dine usava ascoltare durante i suoi peregrinaggi cittadini alla ricerca del prossimo scatto. Completa il volume un saggio di Robert Sullivan, autore di Rats, The Meadowlands e My American Revolution.

'Sodapop', titolo della prima monografia del fotografo Sam Marie-Saint, rende omaggio al cinema della New Wave francese e ai classici italiani di Cinecittà. Il libro 'Sodapop' è un affresco di giovani che vivono ai margini: sognatori, ribelli glamour, punk in calze a rete e anticonformisti dall'eterna sigaretta accesa fotografati nell'estate 2019 a Manhattan e Brooklyn.

Nella sua prima monografia, 'Body Language', il fotografo Allen Wheatcroft indaga il processo di continua connessione e dislocazione a cui siamo tutti sottoposti nella vita di una moderna città. Un testo del critico fotografico Jeff Mermelstein introduce il corpus di immagini scattate tra Chicago, Los Angeles, Berlino, Parigi e in Svezia. Gli scatti presentati in 'Body Language' sono concepiti per enfatizzare gesti, movimenti ed espressioni: un linguaggio visivo che non ha bisogno di parole.

'ToiletMartin PaperParr' celebra il potere dell'immagine attraverso un ironico e pungente back-to-back di fotografie provenienti dagli archivi dell'artista britannico Martin Parr e da quelli di 'Toiletpaper', la rivista creata da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. Attraverso 120 incalzanti immagini viene messa in scena una realtà rappresentata, ma al tempo stesso estremamente reale.

'Lost Venice' della fotografa Sarah Hadley (Los Angeles) è al tempo stesso un ritratto affascinante e inquietante di Venezia. Con le sue immagini evocative Hadley sottolinea il paradosso di una città le cui architetture sono costantemente sospese tra magnificenza e fragilità. Intense ed oniriche, le immagini di Sarah Hadley riflettono il suo lungo rapporto con l'Italia e con Venezia in particolare: i riflessi dell'acqua, le ombre velate e le calli buie sembrano ricordare una Venezia ormai dimenticata.