"Vaghe stelle" sono le parole che non sono state dette, i pensieri tenuti nascosti, la cenere di sentimenti esplosi nel cuore della notte. La malinconia è voce della giovinezza e canta l'amore, la crescita e la solitudine. Una raccolta di versi che sono tracce permanenti di istanti unici ed irripetibili.

Epifania significa apparizione. Può essere una voce, un'immagine, un corpo, una parola, un concetto. Qualcosa che manifestandosi si contrappone con la sua presenza al nulla, al vuoto, alla morte, che non è solo un'alternativa alla vita, ma può diventare uno stato d'animo, una condizione esistenziale. Quest'esordio poetico raccoglie poesie scritte nell'arco di circa vent'anni.

"Trentasette inverni", titolo-non titolo per racchiudere poesie che coprono un arco di oltre quattro anni. Testi che nascono dagli incontri con persone o luoghi, dalle riflessioni sul presente e dal colloquio con i limiti umani. Testi vissuti come gli inverni, nell'attesa e nel ricordo.

"Anatomia d'un uomo" è una raccolta che analizza e districa l'avvilupparsi dei tormenti interiori che influenzano perennemente il mondo d'ogni uomo, tormenti che conducono l'esistenza fino agli antri dell'oblio. Anatomia d'un uomo è un viaggio nel dedalo delle condizioni depressive che caratterizzano il capitale umano, è dunque un'intima analisi che l'autore compie per riveder la luce.

"Indigena" è una raccolta di poesie che disegnano con tratti leggeri la sensazione di essere sospesi tra la gioia dell'essere vivi e l'inquietudine di dover vivere. I testi al suo interno sono legati alla terra, risentono del profondo legame con la natura selvaggia e i paesaggi familiari; sono al contempo apolidi, affascinati dall'idea dell'altrove.

La stagionalità della metamorfosi umana, l'intimità che si svela nella sofferenza, il potere rivelatore nell'incontro con l'amore, l'indagine spirituale dei legami familiari: questi i temi centrali di Verrai Stagione, che racconta al lettore le fasi cruciali della vita senza rinunciare ad un'atmosfera di morbidezza. Quelli delle poesie di Beatrice Mastrolorenzo, sono versi che si propongono di accompagnare la sensibilità di chi li legge verso il fondale dell'esistenza umana, che non si vede ma esiste talvolta affascinante, talvolta spaventoso. L'opera è il racconto in versi della vita dell'autrice stessa che si augura di poter ispirare il lettore alla ricerca della propria stagionalità.

"Cadere in cima al mondo" unisce la caduta alla rinascita, esplorando non solo l'amore, ma anche le sfide e le conquiste personali. Ogni poesia è un passo nel viaggio dell'esistenza, dove la fragilità si trasforma in forza. Questa raccolta è un invito a riconoscere la bellezza nel cuore delle nostre battaglie quotidiane, offrendo una prospettiva che celebra la complessità dell'umano vivere.

Queste sono poesie viscerali, a tratti liriche e enigmatiche, un portale diretto sul nostro mondo e sull'abisso che ognuno di noi reca dentro di sé. I luoghi sono quelli metropolitani, dove si trascina un'umanità crudele e ottusa, dove spesso l'amore esaurisce il proprio potere, diventando nelle nostre mani arma per ferire il prossimo. Un giorno impareremo davvero ad amare, ma prima il paradiso dovrà bruciare.

In questa sua nuova opera Caserza riscrive liberamente i libri sapienziali della Bibbia dal punto di vista di un Giobbe scisso, stremato dal conflitto interiore fra adesione allo spirito della lettera e suo rabbioso ripudio. In questo orizzonte tremendo, Giobbe si rivolta contro La legge dei Padri le cui parole sono paragonate al "rintocco di un metronomo / sul feretro della vita".

"Lontano dal rumore" è quel posto dove ci si rifugia per ascoltarsi senza incursioni esterne, per privilegiare i propri di rumori o starsene zitti. È dove chiudere gli occhi, lasciandosi cullare dalle eco del passato o poter aprire finalmente quei cassetti pieni di sogni che rivendicano luce. Lontano dal Rumore è un posto vicino ma anche lontano, fatto di tempi, di spazi, di emozioni che cambiano continuamente anche quando si prova a "cristallizzarle" nelle parole.

Le poesie di questa silloge, quasi tutte disposte in ordine cronologico, raccontano della sofferenza come un punto di partenza, un'opportunità, per giungere, passo dopo passo, all'autentica gioia. Dall'individuare il sacro in ogni nostra azione, anche quando la vita sembra andarti contro, assestandoti il colpo decisivo. In queste circostanze è la bellezza e non lo sconforto, a dover prendere il sopravvento del nostro io, e a ricordarci di poterci salvare solo attraverso l'amore e il donare le nostre virtù al prossimo.

Il primo anno di una madre. Un mondo di nuove scoperte, nuovi ritmi, nuova vita. Nuova consapevolezza di sé mista a nuovo caos mentale. Da quel caos si palesa una poesia altalenante, tra bellezza nuova e sensazioni antiche che riporta alla mente giorni lontani e chiarisce agli occhi giorni vicini. Parole di una madre, di una donna, di una figlia, di una moglie e del mondo che la avvolge.

"Malinconie della sera" è una raccolta di poesie elaborata negli ultimi cinque anni da Alfonso Di Berardo che va a esplorare la sua condizione esistenziale di uomo postmoderno. Il ricordo è uno degli elementi che scatena, nell'autore, un tumulto di emotività. Gli oggetti, i paesaggi e la luna divengono compagni di solitudine, archetipi umani in grado di sentire il peso inesorabile del vivere.

Nelle poesie di Antonio Saccà si ripercorrono momenti di un vissuto, considerazioni avvolte da mistero e leggerezza su oggetti, monumenti e cose astratte che lo hanno coinvolto e dalle quali ha preso spunto per regalarne versi.

"Assonanze" nasce da una vibrazione, da una nota intima, dolente, che trova nei versi poetici il suo più autentico significato: è il ritrovarsi di sé il naturale epilogo di questa silloge. Allora le Dissonanze, titolo originario, ora possono trasformarsi in Assonanze: il bianco e il nero, la luce e il buio, la vita e la morte, in un eterno, armonioso equilibrio, chiave di volta della Vita stessa. Prefazione di Gabriella Bortoli.

Il sogno lucido, un mondo onirico in cui è possibile manipolare le dinamiche della narrazione a proprio piacimento. È questa l'immagine utilizzata dall'autore come metafora della felicità assoluta, una meta utopica che permette di non abbandonarsi alle avversità quotidiane. Con la sua prima raccolta di poesie, Nico Gioli ci invita nel suo cammino tormentato verso il miraggio della beatitudine.

Le poesie raccolte in "Solstizio d'inverno" nascono sulla cresta delle onde. Sono poesie furtive, che si riversano sul foglio per necessità, svelando agli occhi i temi ricorrenti dell'immaginario, la sua intimità nascosta e le ferite aperte.

Nella silloge a prevalere su tutto sono gli strappi dell'esperienza, la lotta per la vita, il bisogno di amore. Un combattimento che può assumere forme impreviste. La battaglia finale è, comunque, l'arte stessa: ancora una volta Anconetani Lioveri ci dice che è impossibile un'arte della pace senza conflitto, un'arte non greca.

Il testo è un'escursione ad ampio raggio nei territori umani che da sempre richiamano la speculazione poetica. Un campionario di variazioni sul tema che osserva e accarezza le emozioni, i luoghi, le persone che nel loro perdurare offrono una direzione nel fronteggiare lo smarrimento che provoca in ciascuno l'inesorabile scorrere del tempo. L'Autrice intende qui registrare e recuperare quell'appartenenza emotiva e affettiva agli altri e alla vita, che anche grazie all'atto creativo della scrittura si sostanzia, ricercando un equilibrio tra introspezione e comunicazione, tra il proprio io e il mondo. Pertanto, il dolore, i distacchi, la caducità degli esseri e delle cose, che pur affiorano, appaiono quasi del tutto privi di struggimento, poiché destinati ad essere assimilati unicamente come connotativi della preziosa, sebbene impegnativa, avventura dell'esistenza che, nel richiedere coraggio, impegno, purezza di sguardo di fronte a ogni scoperta e incontro, può così colmare di nuovi e preziosi significati il cammino di ognuno.

La raccolta, intitolata "Alfieri e pedoni", si costituisce di trentadue componimenti, come i pezzi di una scacchiera. Nessun re e nessuna regina, nessuna torre e nessun cavallo: solo alfieri e pedoni, di solito i pezzi che durante una partita vengono sacrificati per primi. Anche tra le figure votate al sacrificio negli scacchi, c'è chi si muove solo in avanti come il pedone che elimina l'altro pezzo solo in diagonale e poi c'è chi si muove come l'alfiere, che si sposta solamente in diagonale e può saltare caselle per tutto lo spazio che ha a disposizione fino a eliminare l'avversario occupandone la casa. Anche tra i pezzi "leggeri" quindi, ci si muove seguendo quindi regole molto diverse, come in ogni piccola esistenza umana, che segue sempre una regola ma che, già in partenza non è uguale per tutti. Ed ecco che le incomprensioni del mondo "nuovo", abitato da alfieri e pedoni sempre più numerosi e sempre più spesso in conflitto per gli stessi interessi, si discosta ogni giorno maggiormente da quel mondo un po' più "antico", dove la differenza tra pezzi "pesanti" e pezzi "leggeri" determinava tra quest'ultimi un senso di solidarietà che ora sembra solo un ricordo.

Prendendo spunto dalla sua esperienza personale l'autrice ha dato vita ad una storia d'amore tossica. Qualcosa di malato, morboso e doloroso che lei chiamerà la bestia. Quest' ultimo termine ricorre in tutta la raccolta, dando vita a diversi personaggi raccontandone varie tematiche a volte molto forti ma assolutamente vere, come la malattia mentale, amori veri e perdite dolorose di amici.

"Al cosmo domando" è una raccolta che mette insieme poesie scritte in un arco temporale molto ampio e restituisce un'immagine complessa delle esperienze e dei diversi approcci nei confronti del mondo e della parola. Le otto sezioni sono unite da un unico filo rosso: la domanda. L'indagine filosofica talvolta s'intreccia con quella poetica, senza mai abbandonare la poesia come momento di raccolta dell'interiorità. Una sezione è dedicata all'arte visiva, sia pittorica che fotografica.

"Dalla prima parola all'ultima poesia, è un correre a perdifiato nell'universo delle emozioni provate dall'autore, sottaciute ma ormai incontenibili, come acque a valle al crollo di una diga. Amori mai stati, incontri, morte, dolore e memoria ma soprattutto sogni; uno specchio attraverso cui viene analizzata una realtà che va oltre la percezione fisica e si abbandona ad un mistero evanescente e metafisico."

Le liriche sono composte da distici in forma di epigrammi, una forma che mi è rimasta addosso grazie alle frequentazioni dei sublimi Xenia di Montale o di Caproni, cercando di tenere un registro basso mimetico e colloquiale.In qualche modo, mi pare, di averci messo i grandi temi classici di cui parlano tutti quanti: Morte, Dolore, Religione e altre quisquilie sempre con la mia ironia da obitorio.

Atomi, molecole, individui e parole si relazionano nello spazio producendo effetti. Questa silloge racconta un breve ciclo di morte e rinascita, perdita e ricerca, destinato ineluttabilmente a ripetersi poiché insito nel linguaggio della realtà biologica nella quale l'essere umano è inesorabilmente immerso.

I versi di questa silloge nascono in modo del tutto spontaneo e inconscio, portando a galla, piano piano, una storia dimenticata e dolorosa: quella di una donna-bambina che non capiva perché non si sentiva amata e aveva paura di essere amata. Con queste poesie senza titolo si rivive il viaggio della scoperta interiore che ognuno di noi può compiere per essere finalmente libero.

Nella forza di suscitare senza esaurirsi le parole si appropriano della bellezza dell'universo per avvolgersi in gomitoli iridescenti. Nell'incanto dell'inafferrabile, prende forma un frammento di esistenza. Si cristallizzano i pensieri del poeta notturno in segno eterno e il lettore assapora l'enigma ritrovando se stesso in un continuo rinvio nel tempo. Le visioni sconquassano, le carezze rasserenano, gli incanti abbagliano: magiche fughe di vita.

La raccolta di poesie "Diversi anni" è un insieme di pensieri frutto di meditazione e di estemporanee folgorazioni. Non è facile trovare un filo conduttore all'interno di quest'opera scritta nel corso di diversi anni, se non che a collegare questi anni di versi c'è proprio il tempo. Il tempo dedicato all'empatia, il tempo dedicato al ricordo e il tempo dedicato al gioco. Ma questo tempo viene allungato e poi accorciato, continuamente rimescolato, fino a perdere valore e scomparire. Come in un sogno, ciò che capita è ambiguo. A dare vita a queste poesie è la profonda necessità di raccontare i propri desideri e le proprie paure, insieme alla voglia di giocare con le parole. Lo stile è semplice, confidenziale, perché lo scrittore vuole parlare in maniera diretta al lettore, vuole fargli delle domande e avere delle risposte.

"Esistenze" è una raccolta di poesie suddivisa in quattro sezioni: Memorie di anime e momenti, Le lune dell'amore, Rabbia combattente, Da qualche parte, lontano. La prima sezione racchiude un intreccio di memorie costituite appunto da anime e momenti che, traducendosi in sensazioni contrastanti, si rivelano cariche di emozioni al limite del tragico. La seconda, delinea un tema classico della poesia: l'amore e la sua perpetua metamorfosi, come la luna. Tra espressioni di intensità e ricordi, lacrime e sogni, il tentativo è quello di descrivere l'intimità di un alternarsi fatto di luce e ombra relativo al costante divenire e mutamento del sentimento stesso. La terza sezione, invece, è un insieme di componimenti poetici che tentano di trasformarsi in un effettivo strumento di lotta per rivendicare una posizione concreta che si oppone alle ingiustizie di una dura e crudele realtà. "Rabbia combattente" è dunque il sentimento di avversione che si riflette in diverse situazioni di conflitto: dagli scioperi dei portuali alla guerra in Palestina, dalle opere di gentrificazione alla sofferenza di chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. Infine, l'ultima sezione, rappresenta un cammino fatto di incontri, viaggi, personaggi e luoghi lontani in cui si alternano riflessioni esistenzialiste e visioni crepuscolari. Questo itinerario poetico guidato dall'osservazione partecipante dei propri sentimenti legati a quelli degli altri, e quindi dell'umanità in generale, vuole provare a restituire un quadro intimo ma allo stesso tempo collettivo di un significato esistenziale che, tra romantic