William Blake esibì le sue opere una sola volta mentre era in vita. Nel 1804, Blake concepì l'idea di ritrarre i protagonisti de I racconti di Canterbury, di Geoffrey Chaucer, e si rivolse al rivenditore Robert Cromek per mettere in commercio una delle sue incisioni. Sapendo che Blake era troppo eccentrico per produrre un'opera popolare, Cromek incaricò prontamente l'amico di Blake, Thomas Stothard, di eseguire lo stesso progetto. Quando Blake si accorse di essere stato raggirato, organizzò una mostra indipendente nella merceria di suo fratello, al 27 Broad Street di Soho. L'esposizione fu progettata per commercializzare la sua versione delle illustrazioni di Canterbury insieme ad altre opere. Per l'occasione, Blake scrisse un catalogo descrittivo delle opere esposte.

Questo libro ripercorre le tappe e le trasformazioni dei numerosi rinvii che la moda ha fatto e continua a fare al mondo animale. Dalle irsute pelli indossate da Dioniso alle ultime tendenze animalier che caratterizzano le sfilate di alcuni degli stilisti più celebri del nostro tempo, come Gucci, Iris Van Herpen, Comme des Garçons e Alexander Mc Queen, questo percorso ci porta fino alle performance e all'eclettismo di Björk. La nostra anatomia si confonde sempre di più con elementi naturali e tecnologici, e l'abito diventa un dispositivo tanto di metamorfosi, quanto di vera e propria evoluzione: uno scambio identitario che dimostra tutta l'audacia, la creatività e l'originalità del regno animale, di cui la moda non imita più solo forme e colori, ma ridisegna i nostri corpi, definendo possibili nuove forme di vita.

Una maschera mutevole si è via via adattata a ogni era e luogo per nascondere l'esigenza vicaria di proiettare le frustrazioni collettive sull'altro, su un capro espiatorio. Nelle società laiche, questa via di fuga entra talvolta nel campo dell'arte, dove gli artisti assumono il ruolo di evangelisti, narratori di miti e officianti di riti, arrivando a incarnarsi negli stessi eretici, penitenti o diseredati.

"Ci invade la sensazione che abbia operato una forza sovrumana, divina. La creazione ci incute un rispetto che direi religioso, quando percepiamo una qualità che non caduca, una forza capace di durare nei tempi. È raro assistere a tale miracolo che si da in una sola sfera: quella dell'arte."