Ciò che Leonida ha dovuto imparare a chiamar casa è Monte Mario, il quartiere, che è un Giano bifronte: una faccia considera la città come una gabbia, l'altra non può fare a meno di Roma perché è l'origine e l'inizio, il luogo che terrà Leonida sempre con sé, per mano, dove è cresciuto, preso in un pendolo che oscilla fra gli insegnamenti del suo maestro, Gianni, un ex pugile finito ad addestrare gorilla e assassini da malavita, e il potere di Mr. Sun e di Priscilla, il boss e la sua donna che, avvelenati l'uno dell'altra nella più classica delle atmosfere noir, affondano la vita di Leonida nel fango e nel sangue, convinti che ci si può tranquillamente contorcere come la plastica per giustificare ogni propria arbitraria violenza. E poi c'è il mare, c'è l'oceano, l'esilio e la nostalgia, i libri, un libraio, un amico.

Seguire le orme del padre assassinato da una parte, mantenere la parola data alla propria amata dall'altra. Due cose tra loro inconciliabili. Un conflitto interiore che porterà a una decisione folle e dai risvolti imprevedibili e paradossali. In un futuro imprecisato, nella sperduta cittadina di Locabot, in una società oppressa dagli automi, il protagonista si risveglia privo di memoria su un'amaca. Alcuni indizi lo porteranno a credersi un ribelle, poi ci sarà l'incontro con un bizzarro automa danneggiato. Attraverso le più svariate vicende, saranno diversi i tentativi di ricomporre il complesso puzzle della sua esistenza. Ogni nuova scoperta, però, confonde le acque di una verità che appare sempre più sfuggente.

"Cosa è casa (e cosa no)" è il tentativo di mettere per iscritto i pensieri minuti che accompagnano la vita giorno per giorno: gli altri, il mondo, gli incontri, le assenze, i luoghi che abitiamo e gli angoli della memoria.

«In "In versus veritas", Giovanni Occhipinti prosegue e approfondisce con nuova maturità i temi già affrontati nel suo esordio "Solitudinario": la poesia come analisi, riscatto e redenzione (come recita il titolo, è nella poesia che si nasconde una verità altrimenti sconosciuta all'uomo), così come una speranza mai sopita che lotta per affiorare. La seconda parte della silloge, "Identiche iniziali", contiene ventitré poesie-tautogrammi che sorprendono il lettore per abilità e contenuti» (Elisa Kirsch)

Forse è chiamarsi Silvia che vincola a confrontarsi di continuo con quel "rimembri ancora", o forse è il fatto di nascere a fine millennio a rendere così necessaria una riflessione sul cambiamento. Quale che sia la ragione, "Radici che sono ali" vuole indagare proprio il passaggio tra età infantile ed età adulta, quel "limitare di gioventù" con tutte le sue soglie da attraversare, trasformandosi. Le poesie contenute in questa raccolta parlano di identità, di precarietà, di amore per sé stessi e della metamorfosi, che racchiude la speranza di trovare una strada di cambiamento in cambiamento. Queste tematiche vengono declinate anche alla luce dell'esperienza femminile, che porta a confrontarsi con aspettative sociali e aspirazioni individuali, spesso in conflitto, come quello che intercorre tra il rimanere e l'andare via. Tra mettere le radici e spiegare le ali.

Conservando il modello d'ispirazione classica nel titolo e non solo, la raccolta "Nugae" descrive le piccolezze, le fragilità, i frammenti poetici di uno specchio rotto, che viene restituito ai lettori perché possano appropriarsene. "Nugae" è la storia poetica di una donna travagliata dall'amore tanto passionale quanto malsano: attraversando il dolore prende ciò che rimane di sé stessa per rimettere insieme i pezzi e costruire di nuovo. Le poesie non hanno un ordine imposto e non hanno titolo, proprio tenendo fede alle inezie. Nascono come note su un cellulare e si trasferiscono su carta in un processo di labor limae, di trasformazione e revisione necessaria.

Un viaggio. Dal gelido inverno di Budapest alla luce elegante di Verona. Un incontro d'anime che scorre come un fiume in una dialettica d'amore e morte. Tre anime divise e tormentate, come tormentate sono le loro relazioni. Burattini e burattinai di un gioco pericoloso e più grande di loro, in cui labile è il confine tra bene e male, fuori e dentro di sé. Ma pur nel dissolversi di ogni fragile norma sociale e idea rassicurante di identità sarà l'amore a unire i tre personaggi, con le sue possibili declinazioni di svelamento, salvezza e riscatto.

Cos'è il momento giusto? È quel momento che arriva, spesso inaspettato, ed è capace di portarti altrove, lontano da tutte le certezze e dal passato. I protagonisti di questi undici racconti si muovono nella vita confusi, talvolta spaventati, soprattutto nel rapporto con l'altro: un padre sordomuto con il terrore dell'acqua; due giovani sposi già in crisi, che provano a comunicare attraverso le canzoni di Leonard Cohen; un professore di Latino e Greco incapace di trovare la lingua giusta per farsi perdonare; uno spacciatore che si aggrappa al mito della libertà; un uomo divorziato deciso a superare la sua paura infantile degli insetti. Storie diverse unite da quel piccolo evento - il momento giusto - che, pur sembrando insignificante, sa cambiare il loro sguardo e condurli, forse, verso un domani differente.

Vittorio e Sergio sono frecce scoccate da due archi in momenti diversi, ma che per qualche strano motivo andranno un giorno a infrangersi l'una sull'altra. Nella Casa del Sapere, clinica gestita dal dottor Sergio Strano e avvolta da racconti leggendari e maldicenze, vengono a contatto la sincerità e l'ingenuità dell'uno con la personalità decisa, incline al comando dispotico dell'altro. "Domani" è una storia che si consuma dall'alto verso il basso, proprio come lo scorrere incessante di una clessidra.

Un cadavere, sospetti, insinuazioni. Malvagità. Rabbia. Vendetta. Tre personaggi principali: Isa, Vera, Gabriel. Isa ha quarant'anni, è una single viziata e senza figli che si confronta quotidianamente con la sua paura di invecchiare. Il suo cinismo è spia di insicurezze e dubbi che la rendono spietata. Vera ha settant'anni, lavora per Isa e per suo padre come governante. Da sempre si spezza la schiena, la sua vita è dedicata agli altri perché la sua famiglia diventa quella per cui presta servizio. Gabriel è un giornalista canadese, un estraneo che entra a testa bassa nel mondo protetto di Isa e Vera. Il suo passato nasconde dei segreti e i suoi modi signorili celano un'ipocrisia con cui alla fine sarà costretto a fare i conti. Un appartamento a Trastevere unisce queste tre esistenze. Tre diverse culture, esperienze, consapevolezze. Tre differenti versioni della stessa storia. Ma chi conosce l'esatta successione degli eventi, come e perché è morto Gabriel? Chi sarà, alla fine, a pagarne le conseguenze più drammatiche?

Come può cambiare la tua vita quando ti accorgi di essere uno stronzo? Fra vacanze al mare, amicizie di facciata e "amori" disastrosi, il nichilista Giovanni Limoni, detto John, di certo non lo sa. "Verrà l'estate" è un breve romanzo di formazione il cui centro è John, quanto la sua quasi totale mancanza di empatia: un racconto diaristico che parla come la generazione del protagonista, e di alcuni drammi che porta appresso. Perché John non è solo un universitario viziato, una persona che manipola gli altri più o meno consapevolmente, ma anche la sua tristezza latente, la sua ferita narcisistica. L'incontro con il "mondo reale", che impone a tutti di crescere, trasformerà la sua visione delle cose o peggiorerà la situazione?

Cosa accade quando veniamo a contatto con la verità? Quando il loro matrimonio entra in crisi, Emma e Guido si riparano dietro una vita all'apparenza perfetta: uniti da un segreto che impedisce loro di compiere qualsiasi mossa di riscatto, gradualmente si arrendono alla finzione fino a rimanerne sopraffatti. Tra le crepe del loro rapporto, in un processo inarrestabile di gesti incauti e conseguenze inevitabili, prima si insinua il Filosofo, professore universitario, ambiguo e visionario, e poi irrompe il nipote adolescente Oliver. Dall'amore esclusivo alle estenuanti prove di separazione, Emma e Guido vivono una storia di solitudine e speranza, in cui falsità e illusione sono deformazioni di una realtà insopportabile.

Roberta ha trentun anni, vive a Londra e da dieci ha lasciato Roma. Una notte di aprile la madre la chiama per avvertirla che nonna Olga sta morendo, così prende il primo volo per Roma e quando arriva in ospedale trascorre la notte lì. Nelle nove ore e quaranta minuti che passano insieme, Olga e Roberta ricordano il passato, tentano di colmare una distanza affettiva che si è creata negli anni della lontananza. Per Roberta sarà una notte decisiva, di perdita, ma anche di continuazione della vita. "Tu vai, io torno" è il racconto di una veglia, di una morte e di una resurrezione.

Eva e Mariin discutono con Kristel della scomparsa del fidanzato di quest'ultima, Jaan, mentre Tauno è stravolto dalla scoperta di un traffico di prostituzione minorile e Urmas, insoddisfatto del suo matrimonio, non riconosce più il proprio volto allo specchio. La trama procede a ritroso, in una storia intrecciata che vede i suoi protagonisti scontrarsi e fare i conti con la crudeltà, il dolore, i traumi del passato e le proprie psicosi e idiosincrasie. Un romanzo corale sulla difficoltà dei rapporti umani, nonostante tutto necessari ad andare avanti e conoscere meglio sé stessi.

"La grande corsa" è una storia che parte da Torino e arriva fino al Monte Bianco, attraversando la Francia. È una riflessione sull'ambizione e sui sogni attraverso gli occhi di Sveva - una giovane donna che un tempo odiava correre - e su ciò che la separa dal compiere un'impresa quasi impossibile: partecipare all'iconica gara Mont Blanc Sky Run, centocinquanta chilometri e ottomila metri di dislivello, tutto a piedi, senza mai fermarsi, nemmeno di notte. Nel mezzo si svolge la sua trasformazione fisica, mentale e personale, un percorso che si sviluppa chilometro dopo chilometro, come in un mémoire. Ma questo viaggio non è solo una sfida sportiva, è anche l'inaspettata ricostruzione del rapporto con il padre, che forse, senza rendersene conto, la stava allenando per sfidare il suo stesso divieto di partecipare a una gara tanto estrema. Quando un grave incidente mette in discussione il senso dell'intera impresa, Sveva dovrà confrontarsi con le sue motivazioni più profonde.

Vitacce è un viaggio nella vita, attraverso gli occhi e il cuore dell'autrice Ilaria Barbara Cardile. Una vita piena di emozioni, introspezione, ricerca spirituale e dolore, esplorata attraverso tre sezioni: "Acino", il frutto d'origine del passato, dell'Io e della storia; "Mosto", il fiorire del presente, della speranza e delle relazioni di carne e sesso; "Aceto", l'intorpidirsi del tempo in una distorsione di odio, rabbia, distruzione e vendetta. È un viaggio connesso tra il mondo del vino, della vite e della vita, alla quale l'autrice cerca di restare attaccata, affrontando tutti i suoi processi di trasformazione.

Ognuno di noi è composto da una serie di elementi che ci determinano e modellano con il passare del tempo. Questi elementi sono molti, ma tre possono essere individuati come principali: la connessione con la Natura, il richiamo della Memoria e l'Amore. In Sguardi Diversi queste tematiche si mescolano tra loro in un flusso che si crea, si distrugge e continua a mutare sempre, inarrestabile.

Nick Barlow, giornalista investigativo, vive a Estes Park da quando la moglie Hellen è morta in un attenta- to di cui lui era la vittima designata: una vendetta per un'inchiesta con cui ha rivelato l'esistenza di un'unità fantasma russa responsabile di sabotaggi e omicidi mirati. Qui trascorre un'esistenza tranquilla fino all'arrivo di un sacerdote, che gli chiede di indagare su una serie di furti di documenti dagli Archivi vaticani. Nick si rifiuta, ma cede quando il prete gli fa il nome del cardinale Francesco Maria Morelli, con cui da giovane è stato in seminario a Roma. Dopo una brutta esperienza, Francesco Maria lo aiutò; ora, è tempo per Nick di ricambiare il favore. Inizia dunque una nuova avventura per il giornalista, che dopo tanti anni di doloroso ritiro torna sul campo, indagando sulle ombre oscure della curia romana.

Lucio e Caio sono fratelli e non si vedono da ventisette anni, da quando il padre, ex-membro di Terza Posizione, è fuggito in Inghilterra. Da allora, hanno preso strade molto diverse. Il primo è un anestesista che salva i migranti. Il secondo è un carrozziere di periferia rimasto ancorato al mito fascista del padre. Le loro vite saranno costrette a intrecciarsi di nuovo a causa delle minacce della mafia nigeriana e dell'arrivo improvviso da Londra di Adeel, la sorella adottiva di cui nessuno dei due sapeva nulla.

Oisín è un pianista jazz irlandese. Malcolm è un insegnante di letteratura italiana dell'Oregon. Víctor è un attore cileno cresciuto in Italia da rifugiato politico. Abbey è una dottoranda in studi di genere che vive tra le scartoffie. La città di New York, con le sue grandezze estranianti e una colonna sonora incessante, regge i fili già intrecciati delle loro vite, che aggrovigliandosi sempre più segneranno ognuno di loro in maniera irreversibile. In questo piccolo affresco umano, altre figure accompagnano i quattro protagonisti: Joni, allieva di Oisín, che a tredici anni non trova più un senso alla propria vita; Amaranta, figlia di Víctor, ragazza indomita che venera il padre e ama Ethan; Dario, uomo gentile e solitario che per una notte sarà nella vita di Malcolm in un posto all'altro capo del mondo; Ava e Charlotte, consigliere e testimoni della vita di Abbey. Tre generazioni, lo stesso bisogno di conoscersi profondamente, affrontare paure e tabù ed essere amati per ciò che si è.

Léa è una donna che affronta la propria esistenza attraverso un'analisi introspettiva, empatica e consapevole. Il racconto si dipana come un flusso di coscienza innescato da un sogno, che rivela la complessità di una figura femminile intelligente, fragile e spaventata. Attraverso le proprie paure, Léa offre consigli per sconfiggere il dolore interiore e la scrittura, in particolare, appare come l'unica salvezza in grado di mantenerla in vita e di alimentare la sua resilienza. Al centro vi è anche il rapporto con la madre, Vera. Il filo invisibile tra madre e figlia è simbolo di connessione, sopravvivenza e crescita. Breviario del silenzio, Tra anima e parole riflette sulla sfida di confrontarsi con le proprie paure e sull'arte di vivere, sia attraverso l'introspezione sia attraverso l'interazione con il mondo esterno. Infatti, c'è chi cerca il contatto con la propria anima attraverso la scrittura e chi impara a vivere, in perenne attesa, nel mondo.

Chi è appassionato di fisica sa che l'orizzonte degli eventi è il confine intorno a un buco nero dal quale nulla, neanche la luce, può fuggire; il punto in cui le leggi dell'universo che conosciamo non sono più applicabili. Così è questa raccolta: le chiocciole sul selciato, le impronte sul tappeto di un dojo o l'abbaglio di un'insegna al neon sono l'inizio di una nuova caccia ai significati sconosciuti e nascosti che la contemporaneità non osa più cercare. Tra le molteplici oscurità delle poesie di questa raccolta - che si tratti della fine della vita, dell'agognato e temuto momento di singolarità tecnologica o degli enigmi della nostra mente - l'unica certezza è l'attimo in cui dimentichiamo di essere mortali, quando tutto nasce e si dissolve in una poesia.

Questa raccolta racchiude un mosaico intimo ed emotivo dell'interiorità umana. La totalità delle poesie cattura l'essenza dei sentimenti giovanili, l'entusiasmo per la vita proprio di questa età e il contrastante senso di smarrimento. In Beatitudine e sofferenza si passa dall'idealizzazione dell'amore alla paura dei propri sentimenti, dalla dimensione eterna dei ricordi alla tormentante fugacità del tempo, dal bisogno di assaporare la libertà ad una totale reclusione della mente. Ogni verso dona voce alle emozioni e alle angosce più nascoste, invitando il lettore a cogliere la profondità di ogni parola e pensiero.

Dopo essersi laureata Giulia si sente stanca, persa e senza più vita. Non scrive più, non sorride più, non fa più sesso. Il ritmo del mare è la storia del suo tentativo di uscire fuori da una situazione comune, universale, in cui la vita sembra perdere di senso e di scopo. Cosa fa guarire il corpo di un essere umano? Come si riattivano i sensi, i desideri quando sono ormai spenti?

Due amici, due freak con i dread, passano il fine settimana a Roma. Capitava spesso che il venerdì o il sabato prendessero il treno da Latina fino alla capitale per vagabondare e divertirsi... Il programma era sempre lo stesso: la prima birra appena scesi dal treno, poi tappa a San Lorenzo per comprare un po' di fumo e via a fare serata in qualche centro sociale... Ma quel fine settimana fu diverso dagli altri: successero tante cose e, forse, vale la pena raccontarle. Attraverso mille avventure tragicomiche narrate dal protagonista, La teoria della cacca di topo ci trasporta nel baccano romano, descrivendo una realtà di emarginazione e degrado con uno slang travolgente e l'innocente vitalità della giovinezza.

Una bambina la cui nascita coincide con l'esplosione di una stella, una madre con l'insonnia e l'urgenza di comprendere il mondo che la circonda. In questo romanzo delicato e profondo, dove lo stupore per i misteri dell'universo si mescola al calore della quotidianità, si snoda un racconto che esplora la maternità, il cambiamento e la ricerca di sé. Un libro da assaporare, dove la cucina diventa il palcoscenico su cui si intrecciano storie e sapori di casa. Tra biscotti di Natale, torte di castagne e Oyakodon giapponesi, gli ingredienti si trasformano in metafore di crescita, cura e condivisione, in cui manine curiose cercano mani sicure che narrano e nutrono. Mentre il flusso dei pensieri prosegue intrecciando il tempo e gli incontri, l'amore di una mamma per sua figlia diventa il filo conduttore tra passato, presente e futuro. Fino al sentimento lieve della nostalgia e della perdita, riflettendo su un'infanzia che, mentre si afferma, corre via veloce. Un viaggio emozionante che celebra l'amore, il cambiamento e l'immenso racchiuso nelle piccole cose.

Tra settembre e Capodanno, periodo simbolico di transizione e bilanci personali, le vite di Valeria, Camilla e Daniela si fondono in un'unica storia di sogni, rimpianti, viaggi e confessioni intime. La forza del loro rapporto, che si dispiega nella complicità degli intensi dialoghi, porta le protagoniste a non arrendersi neanche di fronte alle battute di arresto nella personale ricerca della felicità. Tre donne sole è un manifesto della capacità di reinventarsi e della solidarietà femminile.

"Che cos'è l'arte e qual è il ruolo dell'artista nella società contemporanea?". Con tale domanda Eddie, un ragazzo che ha raggiunto giovanissimo la notorietà, affronta l'improvviso successo. Ben presto, però, si accorge di essere l'ennesimo prodotto commerciale della casa discografica che l'ha scritturato e delle industrie di moda che lo sponsorizzano. Insoddisfatto di sé stesso per essere rimasto invischiato in un ingranaggio di cui non ha il controllo, Eddie compie una scelta drastica al fine di rovesciare lo stato delle cose. In questo secondo capitolo, dopo le vicende di disintegrazione di Absolution, saranno i nuovi protagonisti a cambiare il corso degli eventi, che ha inglobato anche le vite dei propri genitori. In una narrazione in cui i vecchi personaggi hanno ancora qualcosa da raccontare ai giovani, che stanno calcando le orme dei loro padri, sarà proprio la ribellione giovanile a diventare necessaria per sovvertire il senso di malessere, che si cela dietro a chi ha alle spalle decenni di palchi calcati e strumenti consunti dal sudore e dal dolore.

Cos'è la libertà? È questo il leitmotiv - quasi ossessivo - che accompagna Rubare i gelsomini alle fate, una raccolta di trenta componimenti in cui emerge un io in evoluzione, prima offuscato, centro d'intenzioni e azioni favorevoli ad altri e, poi, esplosivo, che punta i piedi, rendendosi così protagonista della sua stessa dichiarazione di assertività: "volere quel che posso". Questa silloge rappresenta il paradigma della speranza dell'autrice di ritrovarsi avvolta dalla luce e del suo intimo riscatto dopo anni maltrattati. L'opera si delinea come una vera e propria narrazione in versi di episodi, sogni, esperienze divenute lezioni e ricordi di strade percorse, mani che non si toccano più, profumi che conservano la potenza di momenti eterni e voci urlanti che pagano l'ingiusto dazio di vivere una normalità alterata.

La raccolta di poesie e prose Di carie venute è un'opera intensa e viscerale che esplora le pieghe più profonde della condizione umana attraverso un linguaggio simbolico. Suddivisa in frammenti lirici, racconti brevi e riflessioni, la raccolta si snoda tra temi universali come l'amore, il dolore, la perdita e l'identità, affrontati con uno stile che unisce crudezza e delicatezza. Ogni componimento scava nel cuore delle emozioni, trasportando il lettore in un viaggio interiore, ricco di immagini forti e metafore ardite. Il corpo è al centro dell'opera: un campo di battaglia, un luogo di piacere e sofferenza, una dimora temporanea che raccoglie e trattiene le cicatrici del vissuto. Di carie venute è una raccolta che sfida, coinvolge e lascia il segno, invitando chi legge a confrontarsi con le proprie ombre e a trovare bellezza anche nei luoghi più oscuri dell'anima.