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ABE Publisher (Libri ABE su Unilibro.itLibri edizioni ABE Editore su Unilibro.it)

2025

Cuttrera Sabato Title:
Eleonora d'Aragona e Costanza di Capua. Le due mogli napoletane di Ercole d'Este duca di Ferrara
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

"Questo libro contiene più di una storia da leggere d'un sol fiato, sembra un romanzo, ma non lo è. E nella vicenda dello Zio della sposa che ama la nipote, sfidato a duello da Ercole, c'è tutto il Rinascimento da leggere, da gustare, da amare. Come tutte le cose belle che finiscono presto, non pote' quella vicenda protrarsi alla lunga, specie per una serie di pettegolezzi che portarono il fatto a conoscenza dello zio della ragazza, il quale si infatuò anch'egli della bella nipote, peggiorando la posizione degli sposi segreti. - Fra tanto la cameriera piena di dolore per essere stata per il favore che la sua nemica aveva con Altobella licentiata, desiderando di ritornare alli servigi della padrona, pregò e fe' pregare il signor Galeazzo Pannone che si fosse interposto con sua sorella a volerla pigliare massimamente che per leggiera occasione era stata licentiata. Non mancò Galeazzo di passar l'officio con sua sorella, acciò la pigliasse in sua casa, ma tutto fu in danno per causa del favor che teneva con quella, la sua nemica. E perché era alquanto appariscente e di vista, Galeazzo portò gl'occhi addosso, fece pensiero di tenerla a suo piacere, massimamente che viveva da soldato senza donna in casa. Era Galeazzo bravo e coraggioso et a più d'una prova s'era fatto conoscere per tale. Onde appresso del Re Alfonzo era salito in grand'estimazione e da quell'haveva ricevuto molte onorate mercedi. Posto dunque ad effetto il suo pensiero, se la prese in sua casa, godendola amorosamente e con gran piacere di quella, la quale non contenta degl'abbracciamenti del padrone, volle assag
€ 44,00

Boccia Antonio Vito Title:
La Basilicata federiciana nella toponimia medievale: rudimenti di storiografia sveva. Origini e aspetti pregiuridici del territorio
Author: Boccia Antonio Vito
Publisher: ABE

Con la struttura e con la forma di questo saggio, che ha ad oggetto uno studio sulla nascita dell'assetto moderno della Basilicata, viene presentata anche un'indagine approfondita sull'origine delle città lucano-basilicatesi e sulla determinazione dei confini della stessa regione, così come la conosciamo oggi. Nell'ambito di tali ricerche, finalizzate a ricostruire una storia che è ancora pressochè inedita, è stata messa in rilievo l'identità medievale del coronimo Basilicata, per come è risultato sia in base alle poche fonti primarie esistenti, che all'analisi toponimica: alla luce delle considerazioni contenute nel testo si vedrà che è lecito parlare di genesi 'sveva' della regione. Fermo restante il contenuto scientifico e il carattere argomentativo dell'opera, inoltre, vengono esposte una serie di tematiche di carattere storico-giuridico, unitamente ad altre di carattere linguistico, per quanto è possibile attraverso modalità divulgative. Sia le citazioni bibliografiche, sia quelle di archivio - se ritenute indispensabili - sono infatti presenti e vengono accennate ed inserite nel corpo del testo, mediante dei richiami volutamente sintetici (e non a piè pagina). Si deve poi segnalare il vasto utilizzo della 'toponimia', come principale metodo di ricerca: si tratta, com'è noto, di una scienza ausiliaria che risulta essere fondamentale per lo studio della storia del territorio, soprattutto in assenza di specifiche indagini archeologiche e di penuria archivistica. Essa, pur facendo parte della linguistica, intrattiene rapporti indispensabili con gli studi storici: infatti,
€ 35,00

Iandiorio Virgilio Title:
L'astronomo di Benevento. Marco Beneventano e altre storie: Papa Benedetto XIII e Alfredo Zazo
Author: Iandiorio Virgilio
Publisher: ABE

Marco Beneventano fu un astronomo di fama. Egli polemizza con gli avversari del nominalismo, dottrina filosofica, una delle correnti più importanti della Scolastica, la quale sosteneva che i concetti, in filosofia chiamati universali, non posseggono una loro propria esistenza prima o scollegata dalle cose, né esistono al di fuori o nelle cose ma vengono concepiti solo come nomi. Dopo il 1500 lo ritroviamo a Venezia su invito del patrizio Giovanni Badoer, suo compagno di studi. Da qui, dopo qualche tempo, si trasferì a Roma, al seguito del cardinale Pietro Isvalies, (Messina, 1450 circa - Cesena, 1511), elevato al grado di principe della Chiesa nel 1500 dal papa Alessandro VI. (Filippo Crucitti, s. v. Isvalies in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 62, 2004). A Roma, si dedicò - in collaborazione con Giovanni Cotta - a studi geografici e astronomici. Tali conoscenze si riversarono nell'edizione romana del 1507 della Geographia di Tolomeo, per la quale elaborò, insieme con Cotta, gli ampi Schemata. Dopo la morte del cardinale Isvalies nel settembre 1511, Marco fece ritorno a Napoli, presso il cui Studio (cioè l'università) ottenne la cattedra di logica, e in seguito, tra il 1513 e il 1514, anche quella di geometria. Di vasta competenza astronomica e astrologica, Marco sostenne una polemica che lo oppose, tra il 1520 e il 1521, ad Albert Pigghe, docente di astronomia a Parigi. La controversia prese avvio nel 1520, quando Pigghe pubblicò in forma anonima il De aequinoctiorum solsticiorumque inventione, suscitando la reazione del Beneventano, che rispose con l'Apologeticu
€ 44,00

Iandiorio Virgilio; Darcio Giovanni; De Gaetano M. (cur.) Title:
Canes di Giovanni Darcio da Venosa: traduzioni dal latino edite e inedite di Virgilio Iandiorio
Author: Iandiorio Virgilio; Darcio Giovanni; De Gaetano M. (cur.)
Publisher: ABE

Di lui sappiamo quello che ha scritto nella sua opera Canes, pubblicata a Parigi nel 1543. Darcio era nato a Venosa, difficile stabilire l'anno; nella sua città si dedicò all'insegnamento, poi si trasferì in Francia al seguito del vescovo Andreas Richer. Di lui non sappiamo altro. Può sembrare un'impresa folle, come quella di cui parla Michel Onfray a proposito della biografia di Lucrezio: «Bernard Combeaud [amico del filosofo che aveva tradotto il De Rerum Natura] nutriva il progetto egualmente folle di scrivere una biografia di Lucrezio. Noi sappiamo che della vita di questo poeta non sappiamo nulla. Bernard però sosteneva che la frequentazione intima del testo gli aveva permesso di intravedere l'uomo e si proponeva quindi di raccontarne a suo modo la vita» (M.Onfray, Vivere secondo Lucrezio, Parigi 2021, tr. It. Milano 2023 p.12). Giovanni Darcio manifesta nella sua opera una conoscenza profonda dei cani, dell'arte di allevarli e di addestrarli, acquisita con l'esperienza diretta, come afferma in due punti nel testo (comperta loquor, cioè, io parlo con cognizione di causa). Dai suoi versi, perciò, traspaiono, come in controluce, i tratti della sua personalità. Non saprei dire quanta fede possa avere questa biografia di Giovanni Darcio, scritta alla maniera degli autori delle novelle storiche nei secoli XVII-XIX. Sul fondo di qualche verità ho tessuto una tela di parecchi avvenimenti, contemporanei e di certo patrimonio della sua cultura letteraria e della sua esperienza. Ad ogni modo potrà risultare di gradimento a chi legge vedere che le cose, che mi fingo narrate in pr
€ 25,00

Iacobucci Angela Title:
Guardia Sanframondi preistoria e medioevo: le scoperte, gli scavi e le chiese nei documenti e nelle pergamene
Author: Iacobucci Angela
Publisher: ABE

Sono le storie di vita quelle che mi attraggono di più, le storie di quelle persone che vivono nell'ombra, ma che, discrete e forti, danno contributi importanti alla conoscenza e segnano il cammino dell'umanità. L'"incontro" accende la mia curiosità e apre la mente a mille domande, che piano piano catalizzano la mia attenzione e, ancor prima che me ne renda conto, diventano ronzio e poi pensiero. Come quando mi imbatto nella storia di qualche donna straordinaria, una di quelle donne complesse e complete, che, per un'antica e radicata tradizione culturale che le vuole ai margini, finiscono con l'essere troppo spesso dimenticate o addirittura cancellate dalla memoria collettiva. Mi prende allora il desiderio di scoprirne la personalità, di capire il contesto storico nel quale tanta bellezza è scomparsa e come ciò sia potuto accadere. Un battito d'ali di farfalla capace di scatenare un uragano nella mia mente, al punto che lo sforzo di riportarne alla luce la storia diventa scommessa. Comincio ad entrare nella storia lentamente, quasi per gioco, con il mio andare lento, prendendomi il tempo per le verifiche e anche per i ritorni, e a quel punto, mio malgrado, il coinvolgimento è già diventato motore inarrestabile. È quello il momento della penna! All'inizio la figura è evanescente, un'ombra fuggevole che lentamente comincia a prendere corpo e si materializza come da un sogno, poi, via via che le notizie si aggiungono, quali pennellate di colore al disegno dai tratti leggeri, il quadro si delinea. Così, lentamente, per incanto, la storia diventa leggibile, come l'inchiostro sim
€ 39,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title:
Sibilla di Medania. L'ultima vedova degli Altavilla
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Su Sibilla di Sicilia Regina di Palermo, altrimenti detta Sibilla di Medania, o di Acerra, non ci sono più dubbi che sia la stessa persona. Non bisogna però fare confusione, essendoci più sovrane di tal nome, con la Sibilla angioina di Gerusalemme, diva dei romanzi ottocenteschi, ai tempi della conquista del S.Sepolcro da parte del Saladino, o con la Sibilla delle Fiandre, sorella di Goffredo il Bello. E' però vero che la nostra Regina rischia di mandare ugualmente in confusione il lettore perché fu retrocessa a a Contessa di Lecce, spuntata nel pieno della guerra fra guelfi e ghibellini, quando Brindisi fu col marito Re Tancredi, e il papa costrinse monache, chiese e benedettini a voltare le spalle a quest'ultimo sovrano degli Altavilla, lasciando che la vedova perdesse due troni. Dopo una lunga premessa di chicche storiche sull'area di Lecce, Ostuni, Cassino, e la guerra fra Guglielmo il Buono e quello Cattivo, il libro riparte dalla fondazione di San Giovanni in Lecce, voluta a suo tempo da Accardo, per rilanciare la figura del bistrattato Conte di Lecce, il quale assurge a Re, e della sua vedova, retrocessa a Contessa. I succosi capitoli su Sibilla sono una continua scoperta di una bella figura di Acerra, del sangue dei D'Aquino-Medania, madre di cinque figli dispersi, designata a Regina di Palermo, dopo essere stata prigioniera dell'avversa Costanza di Sicilia, poi trattenuta anch'essa dalla stessa a Salerno, salvata dal nemico, e poi costretta dal papa al ritiro, pronto a rilanciare il Regno di Dio in terra. L'ex Contea di Lecce sarebbe stata la sede ideale per l'esil
€ 55,00

Barrella Alfredo; Bascetta Arturo Title:
Fernando Domingo Ruiz de Castro Andrade y Portugal conte di Lemos. Il viceré di Castro. Parata a Napoli, cavalcata a Roma per il Giubileo (1599-1601)
Author: Barrella Alfredo; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il libro pone in rilievo, con onestà intellettuale e scavo delle fonti, interrogate sui loro più terribili segreti, tirando fuori fatti e personaggi abbandonati all'incuria del tempo, all'oscurità, se non proprio alla morta gora, la palude dell'Inferno. Fatti, avvenimenti, personaggi trattati in modo chiaro e, a volte, con linguaggio aulico, derivante direttamente dall'opera originale consultata, nei pregi e nei difetti, nelle ragioni e nei torti, come negli atti di valore che in quelli meschini. Sfilano dinanzi ai nostri occhi vicerè, conti, baroni, marchesi, nobili cardinali che fanno il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei sudditi, deboli e miseri della società. Sono le ribellioni eroiche del popolo, oppresso dalle angherie, dalle ingiustizie e dallo sfruttamento feroce che riducevano la gente alla miseria e alla fame. Il 1598 si era aperto portando sul trono il Principe delle Asturie, che prese nome, seguendo le indicazioni del padre, di Re Filippo III, sovrano anche di Napoli, dove sedeva il suo Vicerè d'Olivares. Il nuovo Re si sposò al più presto, l'anno dopo, con Margherita d'Austria, sorella dell'Imperatore Ferdinando II di Germania, dalla quale avrà otto figli, di cui quattro di vita lunga: Anna d'Austria (1601-1666), che divenne Regina di Francia, il futuro Re di Spagna Filippo IV, Ferdinando, che divenne Governatore dei Paesi Bassi spagnoli, e Maria Anna di Spagna, che divenne Imperatrice poiché sposò il cugino Ferdinando III d'Asburgo. Quelli che sembrano spagnoli, in realtà, continuano ad essere regnanti d'Austria, proseguendo la stirpe con gli intrecci di
€ 49,00

Bascetta Arturo Title:
Jeanne II d'Anjou. Giovanna d'Angiò di Durazzo. Vol. 2: La signora di Rama, Napoli e Sicilia
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Nessuno, più di Giovanna II, erede diretta di Carlo il Piccolo, può dirsi Regina di Napoli, Sicilia e Gerusalemme, così come di una miriade di stati, fra cui i rispolverati regni di Rama e di Accola, come principiato ai tempi di Roberto il Guiscardo. E' questo un dato da sottolineare, confuso, abiurato o tralasciato dagli storici, che continuano a confondere Roma con Rama, urbe ben definita dai cronisti, e il trono dell'«H» di Puglia, motivo per il quale l'ex Duchessa di Durazzo era già Regina da diverso tempo quando successe a Re Ladislao su Napoli. La Giovanna II di questo libro rappresenta un susseguirsi di avvenimenti strabilianti, quasi prodigiosi. Essi permettono a questa fanciulla cresciuta dalla Chiesa, e quasi indifesa, di tenere a bada gli uomini di potere, passando la patata bollente della unificazione del reame, ora nelle mani di Sergiano Caracciolo, ora di Sforza, elevato a generale contro i capitani di ventura Orsino, Braccio e Tartaglia. Caracciolo ne guadagna la Prammatica Filangiera, quella che toglie i feudi ereditari, ma poi tradisce e ambisce al partito avverso del Re, insieme al papa, per tenere rinchiusa la Regina. Il governo cadrà col ritorno di Sforza e l'investitura di Giovanna, finalmente acclamata Regina, nella chiesetta napoletana dell'Incoronata. Ora è lei che fa imprigionare e liberare amici e nemici, a cominciare da Sergiano e dal marito, complici del papa, che le ha già scippato il Principato di Salerno. Ma la Regina si sente tradita: non le resta che chiedere aiuto a Re Alfonso d'Aragona, in cambio della successione al trono. Perfino Sforza
€ 55,00

Barrella Alfredo; Bascetta Arturo Title:
Il viceré di Benevento. Juan Alfonso Pimentel y Herrera, conte di Benavente (o Bonivente). Il palazzo reale, i ponti, le fontane e il castello di Baia. 1603-1610
Author: Barrella Alfredo; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Juan Alfonso Conte di Bonivento fu designato dal sovrano Fillippo III d'Austria a Viceré di Napoli, quale III prorex scelto dagli Asburgo per fare le veci della casa regnante (senza contare i luogotenenti nominati in loco durante i periodi di vacatio), in un periodo di grande turbolenza politica. Il suo incarico ebbe luogo in una fase in cui il Regno era sotto il controllo spagnolo. Sotto la sua amministrazione, Napoli, fu coinvolta in eventi di basso rilievo, sia sul piano politico che culturale, ma appariscenti. La sua figura non è associata a particolari gesta militari, ma piuttosto a un ruolo di mediazione e amministrazione del potere e dell'ordine, quello che cercava di mantenere in un periodo di grande instabilità. Gli stati dell'Italia imperiale del tempo erano influenzati dalle tensioni tra Spagna e potenze europee come la Francia, e questo ebbe un impatto diretto sulle politiche locali. Il Regno si presentava confuso, con strade malsane e gente povera, fra poveri e delinquenti, e prelati e chierici di Chiese corrotte, ricche d'argenti, con eremiti in corsa sfrenata sui monti, dove investire il patrimonio di famiglia. Dall'Incoronata a Cesarano fioriscono i nuovi cenobi dei nobili con confraternite intime, avverse ai papi e alla politica vicereale, sempre più opprimente per via delle tasse. Da Ostuni a Taranto i vecchi feudatari s'inventano la magna carta per alleviare i sudditi, che restavano servi, ma con vere regole, per scimmiottare le capitolazioni reali e le prammatiche vicereali che tardavano mettere in riga l'intero reame dal punto di vista strutturale, oltr
€ 60,00

Barrella Alfredo; Bascetta Arturo Title:
Il viceré di Lemos. Pedro Fernández de Castro Andrade y Portugal. Il colpo alla Zecca, le false monache e i paggi amorosi. 1610-1615
Author: Barrella Alfredo; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

L'Anonimo cronista introduce il governo vicereale di Don Pedro di Castro con un inconveniente: la lite tra il fratello Don Francesco e Giovanni, figlio del deposto Conte di Bonivento, allontanato da Napoli e ripartito alla volta della Spagna, intrappolati in certi «ragionamenti fastidiosi». Tra le prime opere pubbliche di Pedro, nuovo Viceré, il quale governò dal 1610 fino al 1616, e che continuò, come il predecessore, a fidarsi del Fontana, incontriamo il castello puteolano di Baia. Egli risanò le finanze dello stato, in precedenza in balìa di Giovanni del Bonivento, del Reggente della Vicaria, e di D. Baldassar di Torres, beneficiando del braccio «di Don Michele Vaaz Nobile Portoghese, huomo pratichissimo in simiglianti faccende, e che forsi non havea pari l'Europa», smorzando la fame della povera gente. Durante i sei anni del governo di Pedro molti furono i terribili e curiosi fatti che si susseguirono, a partire dall'incendio di Montevergine, dove «alli 21 de Maggio 1611, et fu tal focho, che vi morsero forsi ottocento persune»; uomini vestiti da donne e donne vestite da uomini, così come ce ne parlano le Cronache di Montevergine del Giordano. Dopo la morte di Margherita d'Austria, i cui lutti, come racconta il Parrino, furono presto dimenticati dalle nozze tra «il Principe delle Spagne con Isabella Borbone, e tra il Rè Ludovico Decimoterzo di Francia con Anna d'Austria figliuola del Rè Cattolico», prese fuoco anche il Palazzo del Viceré, il quale scappò «a Pizo Falcone ad habitare per fugire la furia del focho». A maggio dell'anno seguente fu presa d'assalto la Regia Z
€ 60,00

Bascetta Arturo Title:
Isabella d'Aragona e Giovan Galeazzo Sforza: donna Sabella e l'eredità del duca Giovanni
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il 1° febbraio 1489 la giovane e bella napoletana fu accolta nel castello milanese e si celebrò il matrimonio. I festeggiamenti pomposi erano questa volta uno scherno: ed Isabella si trovò infelice dove avrebbe avuto il diritto d'essere rispettata ed amata. Il Moro quando cominciò a sospettare che Isabella fosse incinta, raddoppiò la guardia intorno al Duca, quasi prigione nel castello di Pavia. Isabella era donna coraggiosa e saggia, ma suo marito Gian Galeazzo, se era d'indole mite ed egregia, se era animato da buoni sentimenti, tuttavia mancava d'ingegno, e d'abilità nell'esercizio degli affari. In ciò sta la spiegazione della possibilità del tradimento del suo tutore, ed in ciò consiste pure la scusa ch'egli adduceva a quelli che gli avessero domandato conto di quanto faceva. Lui era il passato e l'avvenire, ma non seppe sfruttare i suoi tempi, né capire dove andasse il mondo. Se avesse avuto un raggio soltanto del genio del suo omonimo Visconti, la storia avvenire di Milano ed insieme forse quella di tutta Italia sarebbe stata diversa. Isabella scrisse a suo padre ed all'avo implorando soccorso: ma la sua lettera non ebbe altra conseguenza che di dividere sempre più la famiglia aragonese dal Moro. Ferdinando mandò a Milano Antonio e Ferdinando da Gennaro, ma essi non ottennero da Lodovico se non questa risposta sdegnosa: - Dello stato io tenni sempre le cure, e a Gian Galeazzo riservai solamente gli onori. La prevista nascita del figlio di Gian Galeazzo fece pentire il Moro d'avergli concesso una sposa così amena, insperata e degna solo di un vero principe come lui, al
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
Mugnano Vintage. Case e chiese di Mugnano e Cardinale badia del Monte Vergine nella Valle Mugnanense fra Baiano, Avella e Nola
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Anche questa pubblicazione di Cuttrera del poliedrico editore Bascetta si inquadra nel programma di ricerca del nostro essere comunità a diffondere notizie certe non solo tra i contemporanei, ma a conservarne tracce indelebili per le nuove generazioni. Fino ad oggi questo lavoro ha riscosso vasti ed unanimi consensi di pubblico e di critica. La cultura esige responsabilità, tolleranza e buonsenso civile a conforto del ruolo istituzionale che ognuno ricopre nel tessuto sociale, non trascurando poi che in una piccola comunità ognuno occupa sempre un campo di riferimento in cui gli altri lo riconoscono. Gli storici, gli scrittori della storia, rivestono una presenza molto delicata: la saggezza. È una qualità che matura in loro per la conoscenza millenaria della vita dei popoli, delle cose che contano e che la storia ha filtrato nello scorrere del tempo. I ricercatori di qualunque livello e spessore non devono solo togliere polvere dagli archivi per raccontare cronache di episodi lontani, hanno l'obbligo di partecipare alla costruzione di una società migliore: per ogni paese è indispensabile l'esistenza di veri uomini saggi. Il rinvenimento del Catasto Onciario del Casale di Mugnano in provincia di Terra di Lavoro ordinato nel 1741 da Re Carlo III di Borbone e completato nel 1754 è l'occasione più importante per qualunque analisi sociale e storica che in futuro si vorrà fare nella nostra terra. Finalmente c'è una raccolta di dati certi che abbiamo rincorso da sempre e che solo la nostra determinazione ha portato alla luce. Dopo la prima edizione del Catasto nasce questo nuovo l
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
L'invasore di Parigi: il bottino di Carlo VIII Re di Napoli (Charles de Valois)
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

La frantumazione politica del Regno di Sicilia Ultra e Citra gettò Napoli nell'abbandono. Ovunque regnava il caos. Palazzi abbandonati, case diroccate e cloache a cielo aperto erano il brutto biglietto da visita di una metropoli soggiogata, derubata e affranta dalle guerre. L'ex capitale era allo sconquasso e, perduto il trono aragonese nel 1501, subì la falsa amicizia spagnola del prorex Cordova, che scippò mezzo reame alla «regina triste» in nome di Ferdinando il Cattolico, come già deciso da quest'ultimo sulla carta, essendo in combutta con Re Luigi XII il Cristiano, al quale andò l'altra metà, avallata dai baroni avversi. Toccarono quindi agli Spagnoli del «la Calavria, Basilicata, Terra di Otranto e tutta la Puglia». Furono dei Francesi del «Re Luigi, il Ducato di Benevento, di Abruzzo, Campagna, e la Città di Napoli», sempre più vuota e abbandonata al suo destino e senza più un solo popolo, diviso fra rossi e bianchi. La conseguenza fu che al cambiare della casacca si moltiplicarono i luoghi di confine delle antiche province, a causa dello spostamento forzoso voluto da abati feudali e signori di diverso partito. E il risultato fu che si rifondarono ancora una volta paesi di qua e di là, costringendo alla migrazione le piccole popolazioni di servi della terra da un capo all'altro della linea immaginaria se non era gradita ora a questo e ora a quel feudatario. Con un Viceré a Levante e uno avverso a Ponente, «essendo così divisi, ne nacque anco la divisione de' cuori de li poveri baroni e città del Regno: imperciò che i vassalli de lo spagnuolo si chiamavano Spagnuoli,
€ 44,00

Palazzi Stefano Title:
Vacanze a Montefalcone: quattro napoletani nel Sannio (testo cinematografico)
Author: Palazzi Stefano
Publisher: ABE

Anche questo secondo libricino del giovane Stefano Palazzi, arricchisce il cuore per la gioia, le emozioni e altre coserelle che ti restano dentro dopo aver letto, tutto d'un fiato, il testo cinematografico scritto dal nostro Autore da giovanissimo. Come abbiamo avuto già modo di dire, Stefano, è alle prime armi, ma la stoffa si intuisce fin da subito e la speranza è che continui su questa scia, magari ampliando i tempi della commedia, con nuove e avvincenti avventure, come per un fumetto, più che un romanzo, verso cui appare trasportato di meno. Insomma il suo avvenire potrebbe essere, stile a parte tutto da caratterizzare, proprio nel racconto, lungo o corto. Intanto ha buttato giù il canovaccio che vede protagonisti immaginari Alberto, Anna, Paolo e Lucia di Napoli, originari di Montefalcone, rinomato centro dell'Alto Sannio, dove si recano a trascorrere le festività natalizie. Li accoglierà il villino di Alberto e Anna, che la fantasia dell'autore pone nel bel mezzo del paese, tirando fuori dal suo magico cilindro le figure di Paolo e Lucia che hanno una casa proprio accanto a quella dei loro amici. Lo stesso autore, nella sintetica introduzione, aggiunge che anche i genitori di Alberto hanno una villa, ma fuori paese, dove tutti i giovani protagonisti decidono di trascorrere la notte del 24 dicembre, spostandosi in quei giorni qua e là nei mercatini natalizi allestiti nei comuni vicini, fino a Benevento. Siamo sicuri che l'Autore continuerà a stupirci con i suoi scritti, nel prossimo futuro, se non a breve, trovando la giusta strada che merita la sua penna di scrittore
€ 16,00

Bascetta Arturo Title:
Montella in Ducato del principato Citra. Nella diocesi di Conza suffraganea di Salerno. Il feudo nato a Cassani Castellione di Giffoni
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Con "Montella" Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della nostra verde Irpinia. Questo succoso libretto analizza meticolosamente le condizioni della vita feudale, quando padrone del feudo era un solo signore. Se non l'unica proprietà del territorio di una o più università, era la più estesa. Pochi, infatti, erano i beni ecclesiastici. Poche le piccole proprietà libere. Il contratto (la "fede"), legava, con giuramento solenne, al Signore i contadini che ricevevano la terra in enfiteusi. L'enfiteusi, che si poteva anche comprare, era un diritto reale del contadino sul fondo del Signore. Secondo tale diritto il titolare (l'enfiteuta) godeva del dominio sul fondo ed era obbligato a pagare nel giorno di Natale al feudatario un canone in denaro spesso sotto forma di derrate. L'enfiteuta era inoltre obbligato a migliorare, disboscare, rendere fertile il feudo. In più doveva piantare alberi dei quali non diventava mai proprietario e provvedere ad ogni genere di migliorie, necessarie e opportune per l'aumento della produzione. Come compenso l'enfiteuta percepiva la terza parte del valore dell'appezzamento di terreno. L'appendice sul "Catasto Onciario" di Cassano delle informazioni che riguardano Montella ci fornisce notizie anche inedite su costumi, attività e vita di istituzioni, persone e società d
€ 39,00

Cuttrera Sabato Title:
Maria d'Ungheria: Maria degli Arpád-Házi, donna regina e le chiese napoletane del Trecento. Vol. 2: La tragedia di «donna regina», una madre nella crisi del Trecento
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

In questa seconda parte dedicata alla Regina Maria d'Ungheria si affronta fin da subito la fine di un sogno, quello reale, e l'inizio della decadenza, quella inaspettata. È la casualità delle cose che manda a monte il progetto degli Angioini sui troni d'Europa, l'evoluzione rinascimentale, per tornare alla radice religiosa, ma dei fraticelli del Trecento. È così che la Regina diventa vedova di Carlo II, e da subito sirocchia, cedendo il posto alla nuora, Sancia di Maiorca, sposa dell'erede Re Roberto, sempre più indebolito dalle infiltrazioni dei Catalani in tutto il reame. Preoccupazioni e piaghe si moltiplicano e la morte del bellissimo figlio Piero, perito nella storica Battaglia di Montecatini, segna l'inizio della fine di un sogno prestigioso. È il dolore che prende il sopravvento sulla politica di espansione, quello che trascina la stessa famiglia reale nel vortice aragonese e alla fine getta le armi per un riavvicinamento dei congiunti, vicini e lontani, e dell'Isola di Sicilia, a cui spetta il trono palermitano di Sicilia Citra. Cronisti e storici afferrano al volo il personaggio e la Regina, da sciamana, diventa quasi monaca: ora costruisce chiese latine, fonda conventi di monache, favorisce ordini religiosi diversi. E i diari lasciano il posto alla forma letteraria, affinché a brillare sia la tragedia, il canto greco degli anni giovanili, il lamento per la morte del bellissimo Piero che diventa costruzione, studio, poesia. La Regina è nuda, piange e si dispera, poi di scatto si riprende e costruisce chiese, favorisce i francescani e le donne monache. Lascia per se
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
Atti di notai sui Torrioni del Sannio: i paesi della Montagna del Sant'Angelo di Benevento (da S.Angelo a Capolo e Mancusi a Petruro e Chianche e paesi del Beneventano e dell'Irpinia Avellinese)
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Questo nuovo filone di studi storiografici riguarda i cognomi e le chiese della ex Montagna di Benevento, ossia degli ex Casali del Ducato della Civitate Beneventana, a cominciare dalle parrocchie dei Torrioni di S.Angelo e di San Michele Arcangelo, quelli con la nomina del cui rettore sottoposta all'approvazione ora del Papa di Roma, ora del Re di Napoli. Tutto nasce dalla ricerca fatta a più livelli, presso l'Archivio di Stato di Napoli, per conoscere i nomi dei Torrionesi e la vita che menavano nel 1700, e presso l'Archivio di Stato di Avellino e Benevento, per dare un seguito a quelle famiglie oggetto di studio. Ciò è stato possibile grazie al confronto diretto con le fonti, cioè con quei nomi contenuti nei diversi catasti originali redatti a cavallo dei due secoli, e con un successivo passaggio di confronto con uno studio sulle famiglie. A essi si sono aggiunti altri documenti, frutto di una lettura attenta e scrupolosa, cominciata sui notai, i quali annotavano matrimoni, testamenti, vendite e permute riguardanti i torrionesi e gli abitanti dei paesi limitrofi, da S.Angelo a Cupolo a Toccanisi (Bn). Nuove e utili notizie che porteranno ad uno studio sempre più approfondito sui Torrioni della Montagna del S. Angelo di Benevento. Il primo di quei feudi fu quello appartenuto al Signor Camillo Caracciolo, poi divenuto comune di Torrioni (Av).
€ 44,00

Sciotti Antonio Title:
Guappi di cartone dal teatro alla tv, storia della sceneggiata: 1840-1980
Author: Sciotti Antonio
Publisher: ABE

Dalle origini ottocentesche, si passa all'evoluzione e alla maturità di struttura della sceneggiata degli anni '20 e '30 e alla stabilità degli anni '50. Poi, dopo un periodo d'indifferenza e di declino, si registra il prepotente ritorno negli anni '70. Infatti, con la crisi del teatro d'arte, la sceneggiata diventa l'unica forma teatrale napoletana ben rappresentata. Ne è esempio proprio l'anno 1970, dove il cinema domina nelle sale di quelli che oggi sono i teatri Bellini, Augusteo, Diana, Sannazaro, Acacia, Cilea. Per gli amanti del teatro classico, la scelta degli spettatori si riduce ai soli sopravvissuti teatri San Ferdinando e Politeama. Come contropartita, funzionano alla grande i botteghini dei teatri Duemila, La Perla, Italia, Ausonia, Splendore e Bracco, dove è rappresentata la sceneggiata. A questi, l'alternativa per il pubblico si riduce alle piccole sale dove si ascolta la musica e il cabaret, come i teatri Orione, Esse, La Porta Infame, Cantuccio, Margherita. Partendo proprio dal 1970, la sceneggiata domina e varca pure i confini regionali e nazionali e anche quelli internazionali, approdando oltre oceano dove alcune compagnie quali quelle di Mario Merola e Mario Da Vinci diventano assai popolari, almeno nelle colonie italiane sparse nel mondo. Questo nuovo boom è legato soprattutto alla popolarità dei protagonisti e al loro indiscusso talento, più che al successo della canzone. In questo caso, la definizione di sceneggiata viene distorta, perché ora non è più la canzone di successo che lancia la sceneggiata, bensì è la stessa sceneggiata che fa conoscere la
€ 44,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title:
Abecedari di Brindisi Carovigno. Terra d'Otranto: toponomastica e genealogia tratta dai Catasti Onciari e dall'abecedario di storia fin da Tancredi di Lecce
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Centinaia e centinaia di cognomi, di famiglie, di luoghi e, si può dire, di fatti, sono contenuti in questo testo dedicato alla ex provincia di Terra d'Otranto, e in particolare al Comune di Carovigno, oggi in provincia di Brindisi. Il testo parte da Re Ruggero, il conquistatore di tutto, tranne che di Lecce, che resta con Benevento. Poi arriva Re Guglielmo II e scippa le Terre pagane e bizantine di questa Calabria salentina e nasce una Diocesi anche a Ostuni, proprio quando Re Malo e Re Buono decidono di fare guerra ai Loritello di Puglia. La storia dei Guglielmo Altavilla si complica, quando diventano quattro, ma Lecce ha un solo nemico: Re Guglielmo II Buono che si schiera contro Re Tancredi, quando Accardo ha già fondato S.Giovanni. E' però Tancredi fu Duca Rogero III (fu Re Ruggero II) che da Conte di Lecce ebbe la meglio e divenne Re nel 1190, allorquando sposa Sibilla sorella di Riccardo d'Acerra dei D'Aquino-Medania, subendo la ribellione di Aprutino e Bertoldo, schieratisi dalla parte di Enrico Imperatore, marito di Costanza d'Altavilla, pomo della discordia, fatta prigioniera a Salerno. Ma l'ex Conte di Lecce conquista Terre e fiducia: Tancredi vince così Enrico a Napoli, il Ruggieri sposa Irene, Albiria va al Brienne, l'Imperatrice Costanza viene liberata dalla prigionia, quando Ruggiero di Avellino va a Salerno e Margaritone punta sui Pisani a Castellammare. La morte di Re Tancredi, che lascia Guglielmo III senza corona e la Regina Sibilla vedova, richiama l'attenzione dei Templari che riportano l'Imperatore nel Regno. L'invasione di Enrico VI è ormai imminente
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
La provincia ducale di Civitate Conza: il ducato feudale della Diocesi Conzana suffraganea dell'Arcidiocesi di Urbe Salerno
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

In queste pagine così ricche di eventi, l'autore non si smentisce. Egli legge, trascrive e commenta i toponimi originari tratti dalle pergamene di oltre dieci monasteri, accompagnando il lettore nel ragionamento dello studioso incallito. Ed ecco ripresentarsi, una dietro l'altra, le vicende degli eredi del Guiscardo che persero la Puglia e ritornarono nel Cilento, fra i ruderi del diruto Porto sul fiume Malfia dell'antica Hea, dove stabilirono la colonia di Mariani di S. Paolo a Rano di Palinuro, al seguito di s. Andrea di Patrasso, "papa povero" dei martiri greci. Borsa puntava alla capitale bizantina della Torre di Minori, ove condurre quel popolo senza casa nella città che voleva rifondare, Atrani, nel Ducato Heapula, disturbando i progetti della famiglia imperiale dei Magni di Costantinopoli, padroni della Costiera della Scala santa. L'arrivo dei Mariani e la convivenza con culti in opposizione al Papa portò presto allo scontro, allontanando il Pontifex Giovanni, giunto da Bisanzio, in direzione di Sala Consilina, da dove presero a risalire i monti, rifondando Conza e la sua diocesi, sottomessa al Principato. Con "Conza" Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della verde Irpinia. I Duchi guiscardiani, padre Rogero e figlio Viscardo, furono pronti a riorganizzare tutto in forma autonoma, li
€ 39,00

Bascetta Arturo Title:
Galeazzo Sforza, il Dittatore di Milano. Breve vita del duca che pretese il saluto romano dai lombardi
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Questo libro è il frutto della continua ricerca portata avanti dagli autori della ABE sui cronisti che raccontano i fatti da contemporanei. Dopo diverse biografie fiorentine non poteva mancare il seguito alla Casata degli Sforza, originata da un colpo di mano ai danni dei Visconti che trasferirono il patrimonio di famiglia al capostipite Francesco, sposo di Bianca, ultima erede di Milano. Il prologo sulla nonna perugina, Lucia Tarzana da Torgiano; sul padre, Cavaliere alla corte dei Visconti; sulla madre Bianca, l'erede di Milano; sulla sorella Ippolita, sposina del Duca di Calabria, che di ferocia fu maestro; spunta finalmente il nome di Galeazzo, duchino crudele. Con tali premesse, alla morte del padre, Galeazzo si liberò gradualmente della madre, in quegli anni in cui la cometa di Halley, fra sisma e peste, non preannunciava nulla di buono. L'ultimo viaggio a Napoli fu fatale al genitore e provocò l'esilio di Bianca a Cremona, subito dopo il matrimonio con Bona di Savoia, sorella del beato Amedeo e orfanella di quel Ducato. Da qui lo scontro velato con la madre, a colpi di veleni, nell'aria e nella minestra, che videro più volte preoccupata la sorella Ippolita, tornata da Napoli più volte, fino per assisterla in punto di morte. La vecchia Duchessa muore quasi nelle sue braccia: ma fu vero veleno? Fatto è che senza l'ultima dei Visconti i nemici crebbero in casa e anche fuori: la sorella fu quasi espulsa da Napoli con tutta la sua corte milanese al seguito; e i Veneziani si spinsero fino a Bologna, stuzzicati da Zio e Sforza fratello, passati col nemico, in uno scenario d
€ 44,00

Giuditta Pasquale Title:
Summonte viaggio nelle storie: il borgo della torre angioina. Vol. 1
Author: Giuditta Pasquale
Publisher: ABE

Occorre andarci a Summonte per rendersi conto del perché gli Angioini decisero di costruire, proprio lì, la più bella torre di tutto il Principato di Benevento... Doveva essere unica quella torre, come unica è la posizione di Summonte: luogo di fascino che domina un territorio di grande bellezza. Vabbè, il massimo sarebbe arrivarci come è accaduto al sottoscritto, cioè essere accolto dal sindaco che ti accompagna a visitarla Summonte. Stimo i sindaci, poiché riconosco in loro la sublime arte della Polis... l'arte del governo. Niente propaganda, i sindaci non possono perdere tempo in ideologie e vanità; loro stanno in trincea, debbono confrontarsi quotidianamente con i bisogni e i desideri dei cittadini. Devono sgobbare i sindaci. Se poi trovi un sindaco che dimostra una buona dose di cultura generale, ha svolto ruoli politici nazionali di rilievo, è stato dirigente del Ministero delle Politiche Agricole, occupandosi di promozione dell'agroalimentare italiano anche in ambiti internazionali... se poi quel sindaco possiede pure un bel carattere gioviale, insomma è simpatico... se poi riscontri che è davvero innamorato della propria terra... ebbene, debbo confessarvi che la mia visita a Summonte ebbe del sublime. Anche per il cibo: si mangia parecchio bene da quelle parti. Pasquale Giuditta è stato il Sindaco di Summonte, oltre ad aver fatto il Deputato e tutto il resto di cui ho detto qualche riga fa. Mi ha colpito fin dal primo incontro, e poi ci siamo rivisti e risentiti diverse volte. Si è creato un feeling naturale tra noi... e stima reciproca. Ora ha deciso di raccontarci
€ 26,00

Bascetta Arturo Title:
Nova civitate regia, la marca della gran contea Apulia: i Loritello consoli di Gaeta a S.Nicola di Herola e Magdaluna del monte Essart di Caserta Vetere
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Mont essart dell'harola vetere, è il trono dell'Apulia di Baroli, fra Teano e Capua. Nel Capitolo 44° del suo libro, Histoire de Braine et de ses environs, Stanislas Prioux parla di un castello chiamato Mont Essart, eretto in Francia, al ritorno dalle Crociate. Egli dice che ancora nel 1500, i pellegrinaggi cristiani, erano molto venerati per la dinastia Valois. «In diversi punti erano state costruite cappelle isolate, senza donazione e senza ministri, al solo scopo di servire da stazioni per le processioni e per le persone che onoravano con un culto particolare il santo sotto la cui invocazione erano state erette. Nei pressi di Braine, oltre alle cappelle di Vauberlin, Mont-Essart e altre località, Enguerrand, signore di Courcelles, per adempiere a un voto fatto durante le Crociate, ne fece erigere una nel 1265, nei pressi del villaggio di Courcelles, su un luogo elevato che si trovava ai margini della grande strada romana, attualmente strada reale da Parigi a Reims, e le diede il nome di Calvario. Questo signore la fece costruire solidamente e le diede una forma quadrata che terminava con una volta: Courcelles si trova alla stessa distanza che il Calvario aveva da Gerusalemme. Ogni anno, il Venerdì Santo, la gente si reca lì in pellegrinaggio per raccogliere le offerte dei passanti caritatevoli. C'erano anche altri pellegrinaggi nella zona attorno a Braine: per esempio, da tutte le parti la gente veniva a Serches per curare il mal di gola; a Saint-Rufin de Bazoche per gonfiore; a Viel-Arcy e Chery per i bambini che muoiono di tisi e a Limé per proteggersi dall'idrofobia.
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Le due capitali ai tempi della prima crociata: Caserta consolato romano dei Loritello, Canosa principato imperiale di Boemondo
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Prima due Dux, poi tanti Ducati provinciali; prima due Principi, poi tanti Principi metropolitani. E poiché i Popoli Italici non si sono fatti mancare mai niente, giunse il momento delle opposte capitali; prima come vicarie e poi a sede di due reami diversi che avviarono la lunga sequela altomedievale che porterà a quattro regni diversi sul territorio che, finalmente, nel lontano 1348, andranno a formare il Regno di Napoli e pian piano quello delle Due Sicilia. Insomma il cammino fu lungo e, negli anni trattati in questo libello, di vicende ne capitarono a bizzeffe, soltanto intorno alla fondazione di due città, ambedue chiamate Ad Novas, manco a dirlo, perché sulle Vetere, cioè nei pressi dei ruderi delle antiche urbe romane, furono fondate, Caserta e Canosa. A dire il vero, il parto per la nascita del Tricarico casertano, che sloggiò i primi Normanni capuani, fu proprio lungo, ma il Papa ebbe la meglio e i consoli caetani, di famiglia calabrese, insedietisi nelle terre salernitane degli avi di stirpe carolingia, a cominciare da Goffredo dell'Aquila, un posto a Luriano lo trovarono. Anche quando furono cacciati da Capua dal comitato di La Pelusia, fomentato dagli Altavilla di Palerno, perché divennero consoli a Teate, come ai tempi degli antichi Romani di Bubulco, e riuscirono a rifondare la Chiesa cattrolica, ripartendo da Montecassino per giungere a Caserta e nominarsi Marchioni d'Italia. Furono questi i Normanni detti Loritelli, eredi dei Capetingi, che litigarono per 150 anni con gli Altavilla, originari della Sarmazia, sebbene con molti di essi imparentati, mantenendo
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Marie de' Blois de Châtillon Regina, vedova e balia: Amedeo di Savoia e il trono di «Herola» di Re Luigi d'Angiò
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È quasi la cronaca delle imprese di Re Luigi d'Angiò alla conquista di San Vittore, Arezzo, L'Aquila, Campobasso, «Mathelon et Herola», nei pressi di Maddaloni o di una Santa Maria della Maddalena: il trono dei Re di Puglia, essendo erede della Regina Giovanna I che lo nomina Duca di Calabria col vessillo di Dux di Santo Stefano, rilasciato dal Papa di Avignone. Nel mese di febbraio del 1381 Luigi Duca d'Angiò, zio del Re di Francia, giunse dal papa di Avignone per la riconquista del Regno di Napoli richiesta dalla deposta Regina Giovanna I. La figlia del grande Duca di Calabria, famoso conquistatore e governatore di Firenze, morto giovane, aveva perso il reame di Re Roberto d'Angiò. Esso era finito nelle mani del nipote Carlo III Durazzo, vicario del Re d'Ungheresi, subendone l'umiliazione della confisca dopo l'uccisione del fratello Andreasso Re consorte. Da allora, la Regina vedova, pur avendo recuperato soltanto la potestà sui suoi stati piemontesi e sulla signoria di Napoli, era stata privata del titolo dal pontefice romano. E così, detronizzata dal generale Carlo, detto della Pace, incoronato a Roma da Bertolmeo den Tiule alias delle Ayglas fattosi papa, l'antipapa Clemente VII accolse la sua richiesta di investire lei e il Duca d'Angiò del titolo scoperto di sovrani di Cecilia. L'angioino quindi, come primogenito della Regina Johana, ebbe il titolo di conquistatore, cioé di Dux, ovvero di Duce di Calabria, se non di Duca, in quanto da lei creato a suo erede di un reame tutto da riconquistare. Così Parvus: - En lo mes de febrier, lo dessus dich moss. lo duc dAnjou onc
€ 59,00

Bascetta Arturo Title:
Lo scisma del 1378 con due papi e due re: Re Luigi nel Principato di Ascoli Piceno del Regno di Puglia a Caserta; Carlo III nel Principato di Taranto del Regno di Sicilia Ultra a Napoli
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

La grande intuizione di Bascetta prende forma, il teorema di Contea, Ducato e Principato di Puglia sito in tre luoghi diversi è ormai una realtà. Ma non solo. Vi fu anche una Contea, Ducato e Principato diverso per la Sicilia, in quanto la sede vicariale del Duceto concide con qualla di Gerusalemme che è Barletta. Sono i regni di foro Ylio, bis-Ylia e cis-Ylia: Barulo di Capua, Baruletto a Bisceglie e poi Barletta, la Sicilia che non c'entra con l'Isola che i pugliesi liberarono dai Saraceni con l'aiuto degli Altavilla, per sfuggire ai Normanni provenienti da Capua. In quest'ultimo testo è viva la corsa ai troni italici dei troiani di ogni tempo, tutta interna ai Provenzali (Del Balzo, Angioini e Tarantini), abbiamo un quadro sempre più completo sui tre fulcri del costituendo Regno intorno alla nuova Napoli, dove tutti i sovrani vollero mettere capo, per scrivere la parola fine a una conquista che durò tutto il Medioevo. L'occasione è data dal trasferimento della sede papalina dalla cattività avignonese a Roma, dove fu obbligatoria l'elezione di Urbano VI per convincere i cardinali, trattenuti con la forza, a votare un papa di patria napoletana, che potesse porre termine alle discordie feudali e affidare definitivamente ai Napoletani lo scettro di capitale e a Taranto quello di sua vicaria, cioè di unico Principato. I più tremendi baroni furono quelli della Casa del Balzo, i quali, sempre scontenti per non aver portato a termine l'investitura imperiale di Costantinopoli, si erano riversati alla conquista del Levante, pretendendo di impossessarsi del trono di Gerusalemme, in
€ 55,00
2024

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title:
Il viceré di Toledo: Fernando Álvarez de Toledo y Pimentel, viceré di Napoli
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

"Presentare un testo storico di Cuttrera e Bascetta è sempre una emozione. Colpisce innanzitutto la ricerca certosina delle fonti, le più svariate e miracolosamente rinvenute dalla pazienza infinita. Si sa. La storia è ricerca, continua e costante. E quella di Arturo è una vera e propria indagine, attenta e scrupolosa, dei fatti e degli avvenimenti storici, analizzati in modo diligente, esaminati con quella curiosità che è la base per conseguire risultati fecondi e fruttuosi. Tale tipo di ricerca, affrontata con grande cura e impegno, è caratteristica precipua del Nostro. Il suo è un vero e proprio scandaglio tra le numerosissime fonti esistenti nei luoghi più impensati che la sua sagacia riesce a scoprire, perché guidato da un fiuto storico invidiabile e che sbircia nei cunicoli degli archivi e delle biblioteche delle varie città d'Italia e dell'Europa, testimonianze spesso sfuggite anche a storici di professione. Cuttrera, in tutti i suoi scritti storici, è il primo ad assaporare la vera cognizione della storia per trarne un nuovo sapore e trasmetterlo in tutta la sua intensità ai lettori. Le azioni, i fatti, gli eventi sono dei veri ritratti che evidenziano una visione della storia precisa e attuale. Tratta il tutto senza alcuna pietà. Senza alcun falso moralismo. La sua storia è come una ventata di aria fresca, aperta, quasi violenta. Attira e sconvolge. Tutto ciò si coglie in questo brillante volumetto dall'emblematico titolo. Un caleidoscopio di persone e fatti, non facilmente rinvenibili in storie di "spessore". Troviamo innanzitutto notizie precise e documentate, in
€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title:
Il viceré di Toledo: Fernando Álvarez de Toledo y Pimentel, viceré di Napoli
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE


€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title:
Il viceré di Ripacorsa: Juan de Aragon conte di Ribagorza (1507-1509). I viceré di Napoli. Vol. 1/2
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Questo testo ha un filo conduttore invisibile che porta il lettore per mano fino all'Inquisizione. Basta pensare a come Cristoforo Colombo trattò gli Indios e a come il suo Re trattò lui. Poi la verità di Amerigo Vespucci, mentre Napoli, afflitta, affranta e gaudente per la fine aragonese, mostra tutte le contraddizioni della metropoli, ma anziché reagire, si accontenta della retrocessione a vicecapitale spagnola. La beffa della luogotenenza, affidata all'ex Regina Giovanna III e alla figlia Giovanna IV, fà dell'abilità di Ferdinando il Cattolico - usurpatore del reame della figlia, fatta passare per loca, e del mezzo regno francese, ereditato dalla nuova moglie dei de Foix - l'arma vincente per buttare fuori dal reame anche il Papa e ridisegnare le province del Principato di Salerno, ridimensionando la Chiesa fra le mura della sola Benevento. L'infamia che obbliga gli Ebrei a farsi riconoscere col bollino rosso e l'idea di perseguitarli, pescandoli a festeggiare durante i piagnistei pasquali, danno l'immagine di un regno a gestione familiare, nelle mani di figli e parenti. E l'idea di sabotare l'illuminismo riesce benissimo all'ingrato Re di bronzo che lascia il lavoro sporco ai frati, usurpando beni materiali e immateriali, tanto ai nuovi convertiti quanto ai filosofi. L'unica cosa che conta, per gli Spagnoli, sono i miracoli, le rendite, i benefici e le commende che andranno a scalfire tutti i patrimoni. L'ostentazione effimera del potere non sfugge ai ricchi notai, i soli capaci di trasformarsi in cronisti, per raggirare la regressione e alimentare il malcontento dei Ca
€ 60,00

Sciotti Antonio Title:
Storia della sceneggiata. Guappi di cartone dal teatro alla Tv (1840-1980). Almanacco della canzone e del teatro napoletano dal palco alla televisione nazionale
Author: Sciotti Antonio
Publisher: ABE

Il tomo è diviso in tre parti: quella delle origini, quella della storia della Compagnia Cafiero-Fumo (la formazione che ha rappresentato e fatto conoscere la sceneggiata su tutto il territorio nazionale), e quella del rinnovamento e del boom degli anni '70 che coincide anche con la morte della sceneggiata. Il primo esempio di sceneggiata lo ritroviamo nel lontano 1840 al teatro San Carlino, dove recitano il Pulcinella Salvatore Petito e il buffo Pasquale Altavilla, quest'ultimo nel doppio ruolo di attore e commediografo, nonché un nutrito numero di attori, ben conosciuti al pubblico, tra cui anche Raffaele Cammarano, figlio di Giuseppe e nipote del popolare Pulcinella Giancola. Pasquale Altavilla è, in questo periodo, il commediografo ufficiale della compagnia con una scrittura che si ispira quasi sempre a fatti di cronaca rosa o nera realmente accaduti. Ebbene, sul grande successo di Piedigrotta della canzone Te voglio bene assaje, scrive per la Comica Compagnia Nazionale la rappresentazione Te voglio bene assaje e ttu nu pienze a mme. Nella commedia, la canzone Te voglio bene assaje viene intonata dal personaggio Scazzuoppolo (Pasquale Altavilla) e, in altra occasione, da Scazzuoppolo e Luisella (Concetta Ardoino). Inoltre, al termine della rappresentazione, tutta la compagnia esegue un balletto coreografato da Salvatore Petito, proprio sulla musica di Te voglio bene assaje. Dalle origini ottocentesche, si passa all'evoluzione e alla maturità di struttura della sceneggiata degli anni '20 e '30 grazie all'importante contributo della Compagnia Cafiero-Fumo. Poi, dopo un pe
€ 44,00


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