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ABE Publisher (Libri ABE su Unilibro.itLibri edizioni ABE Editore su Unilibro.it)

2025

Cuttrera Sabato Title:
Eleonora d'Aragona e Costanza di Capua. Le due mogli napoletane di Ercole d'Este duca di Ferrara
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

'Questo libro contiene più di una storia da leggere d'un sol fiato, sembra un romanzo, ma non lo è. E nella vicenda dello Zio della sposa che ama la nipote, sfidato a duello da Ercole, c'è tutto il Rinascimento da leggere, da gustare, da amare. Come tutte le cose belle che finiscono presto, non pote' quella vicenda protrarsi alla lunga, specie per una serie di pettegolezzi che portarono il fatto a conoscenza dello zio della ragazza, il quale si infatuò anch'egli della bella nipote, peggiorando la posizione degli sposi segreti. - Fra tanto la cameriera piena di dolore per essere stata per il favore che la sua nemica aveva con Altobella licentiata, desiderando di ritornare alli servigi della padrona, pregò e fe' pregare il signor Galeazzo Pannone che si fosse interposto con sua sorella a volerla pigliare massimamente che per leggiera occasione era stata licentiata. Non mancò Galeazzo di passar l'officio con sua sorella, acciò la pigliasse in sua casa, ma tutto fu in danno per causa del favor che teneva con quella, la sua nemica. E perché era alquanto appariscente e di vista, Galeazzo portò gl'occhi addosso, fece pensiero di tenerla a suo piacere, massimamente che viveva da soldato senza donna in casa. Era Galeazzo bravo e coraggioso et a più d'una prova s'era fatto conoscere per tale. Onde appresso del Re Alfonzo era salito in grand'estimazione e da quell'haveva ricevuto molte onorate mercedi. Posto dunque ad effetto il suo pensiero, se la prese in sua casa, godendola amorosamente e con gran piacere di quella, la quale non contenta degl'abbracciamenti del padrone, volle assag
€ 44,00

Boccia Antonio Vito Title:
La Basilicata federiciana nella toponimia medievale: rudimenti di storiografia sveva. Origini e aspetti pregiuridici del territorio
Author: Boccia Antonio Vito
Publisher: ABE

Con la struttura e con la forma di questo saggio, che ha ad oggetto uno studio sulla nascita dell'assetto moderno della Basilicata, viene presentata anche un'indagine approfondita sull'origine delle città lucano-basilicatesi e sulla determinazione dei confini della stessa regione, così come la conosciamo oggi. Nell'ambito di tali ricerche, finalizzate a ricostruire una storia che è ancora pressochè inedita, è stata messa in rilievo l'identità medievale del coronimo Basilicata, per come è risultato sia in base alle poche fonti primarie esistenti, che all'analisi toponimica: alla luce delle considerazioni contenute nel testo si vedrà che è lecito parlare di genesi 'sveva' della regione. Fermo restante il contenuto scientifico e il carattere argomentativo dell'opera, inoltre, vengono esposte una serie di tematiche di carattere storico-giuridico, unitamente ad altre di carattere linguistico, per quanto è possibile attraverso modalità divulgative. Sia le citazioni bibliografiche, sia quelle di archivio - se ritenute indispensabili - sono infatti presenti e vengono accennate ed inserite nel corpo del testo, mediante dei richiami volutamente sintetici (e non a piè pagina). Si deve poi segnalare il vasto utilizzo della 'toponimia', come principale metodo di ricerca: si tratta, com'è noto, di una scienza ausiliaria che risulta essere fondamentale per lo studio della storia del territorio, soprattutto in assenza di specifiche indagini archeologiche e di penuria archivistica. Essa, pur facendo parte della linguistica, intrattiene rapporti indispensabili con gli studi storici: infatti,
€ 35,00

Iandiorio Virgilio Title:
L'astronomo di Benevento. Marco Beneventano e altre storie: Papa Benedetto XIII e Alfredo Zazo
Author: Iandiorio Virgilio
Publisher: ABE

Marco Beneventano fu un astronomo di fama. Egli polemizza con gli avversari del nominalismo, dottrina filosofica, una delle correnti più importanti della Scolastica, la quale sosteneva che i concetti, in filosofia chiamati universali, non posseggono una loro propria esistenza prima o scollegata dalle cose, né esistono al di fuori o nelle cose ma vengono concepiti solo come nomi. Dopo il 1500 lo ritroviamo a Venezia su invito del patrizio Giovanni Badoer, suo compagno di studi. Da qui, dopo qualche tempo, si trasferì a Roma, al seguito del cardinale Pietro Isvalies, (Messina, 1450 circa - Cesena, 1511), elevato al grado di principe della Chiesa nel 1500 dal papa Alessandro VI. (Filippo Crucitti, s. v. Isvalies in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 62, 2004). A Roma, si dedicò - in collaborazione con Giovanni Cotta - a studi geografici e astronomici. Tali conoscenze si riversarono nell'edizione romana del 1507 della Geographia di Tolomeo, per la quale elaborò, insieme con Cotta, gli ampi Schemata. Dopo la morte del cardinale Isvalies nel settembre 1511, Marco fece ritorno a Napoli, presso il cui Studio (cioè l'università) ottenne la cattedra di logica, e in seguito, tra il 1513 e il 1514, anche quella di geometria. Di vasta competenza astronomica e astrologica, Marco sostenne una polemica che lo oppose, tra il 1520 e il 1521, ad Albert Pigghe, docente di astronomia a Parigi. La controversia prese avvio nel 1520, quando Pigghe pubblicò in forma anonima il De aequinoctiorum solsticiorumque inventione, suscitando la reazione del Beneventano, che rispose con l'Apologeticu
€ 44,00

Iandiorio Virgilio; Darcio Giovanni; De Gaetano M. (cur.) Title:
Canes di Giovanni Darcio da Venosa: traduzioni dal latino edite e inedite di Virgilio Iandiorio
Author: Iandiorio Virgilio; Darcio Giovanni; De Gaetano M. (cur.)
Publisher: ABE

Di lui sappiamo quello che ha scritto nella sua opera Canes, pubblicata a Parigi nel 1543. Darcio era nato a Venosa, difficile stabilire l'anno; nella sua città si dedicò all'insegnamento, poi si trasferì in Francia al seguito del vescovo Andreas Richer. Di lui non sappiamo altro. Può sembrare un'impresa folle, come quella di cui parla Michel Onfray a proposito della biografia di Lucrezio: «Bernard Combeaud [amico del filosofo che aveva tradotto il De Rerum Natura] nutriva il progetto egualmente folle di scrivere una biografia di Lucrezio. Noi sappiamo che della vita di questo poeta non sappiamo nulla. Bernard però sosteneva che la frequentazione intima del testo gli aveva permesso di intravedere l'uomo e si proponeva quindi di raccontarne a suo modo la vita» (M.Onfray, Vivere secondo Lucrezio, Parigi 2021, tr. It. Milano 2023 p.12). Giovanni Darcio manifesta nella sua opera una conoscenza profonda dei cani, dell'arte di allevarli e di addestrarli, acquisita con l'esperienza diretta, come afferma in due punti nel testo (comperta loquor, cioè, io parlo con cognizione di causa). Dai suoi versi, perciò, traspaiono, come in controluce, i tratti della sua personalità. Non saprei dire quanta fede possa avere questa biografia di Giovanni Darcio, scritta alla maniera degli autori delle novelle storiche nei secoli XVII-XIX. Sul fondo di qualche verità ho tessuto una tela di parecchi avvenimenti, contemporanei e di certo patrimonio della sua cultura letteraria e della sua esperienza. Ad ogni modo potrà risultare di gradimento a chi legge vedere che le cose, che mi fingo narrate in pr
€ 25,00

Iacobucci Angela Title:
Guardia Sanframondi preistoria e medioevo: le scoperte, gli scavi e le chiese nei documenti e nelle pergamene
Author: Iacobucci Angela
Publisher: ABE

Sono le storie di vita quelle che mi attraggono di più, le storie di quelle persone che vivono nell'ombra, ma che, discrete e forti, danno contributi importanti alla conoscenza e segnano il cammino dell'umanità. L''incontro' accende la mia curiosità e apre la mente a mille domande, che piano piano catalizzano la mia attenzione e, ancor prima che me ne renda conto, diventano ronzio e poi pensiero. Come quando mi imbatto nella storia di qualche donna straordinaria, una di quelle donne complesse e complete, che, per un'antica e radicata tradizione culturale che le vuole ai margini, finiscono con l'essere troppo spesso dimenticate o addirittura cancellate dalla memoria collettiva. Mi prende allora il desiderio di scoprirne la personalità, di capire il contesto storico nel quale tanta bellezza è scomparsa e come ciò sia potuto accadere. Un battito d'ali di farfalla capace di scatenare un uragano nella mia mente, al punto che lo sforzo di riportarne alla luce la storia diventa scommessa. Comincio ad entrare nella storia lentamente, quasi per gioco, con il mio andare lento, prendendomi il tempo per le verifiche e anche per i ritorni, e a quel punto, mio malgrado, il coinvolgimento è già diventato motore inarrestabile. È quello il momento della penna! All'inizio la figura è evanescente, un'ombra fuggevole che lentamente comincia a prendere corpo e si materializza come da un sogno, poi, via via che le notizie si aggiungono, quali pennellate di colore al disegno dai tratti leggeri, il quadro si delinea. Così, lentamente, per incanto, la storia diventa leggibile, come l'inchiostro sim
€ 39,00

Bascetta Arturo Title:
Isabella d'Aragona e Giovan Galeazzo Sforza: donna Sabella e l'eredità del duca Giovanni
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il 1° febbraio 1489 la giovane e bella napoletana fu accolta nel castello milanese e si celebrò il matrimonio. I festeggiamenti pomposi erano questa volta uno scherno: ed Isabella si trovò infelice dove avrebbe avuto il diritto d'essere rispettata ed amata. Il Moro quando cominciò a sospettare che Isabella fosse incinta, raddoppiò la guardia intorno al Duca, quasi prigione nel castello di Pavia. Isabella era donna coraggiosa e saggia, ma suo marito Gian Galeazzo, se era d'indole mite ed egregia, se era animato da buoni sentimenti, tuttavia mancava d'ingegno, e d'abilità nell'esercizio degli affari. In ciò sta la spiegazione della possibilità del tradimento del suo tutore, ed in ciò consiste pure la scusa ch'egli adduceva a quelli che gli avessero domandato conto di quanto faceva. Lui era il passato e l'avvenire, ma non seppe sfruttare i suoi tempi, né capire dove andasse il mondo. Se avesse avuto un raggio soltanto del genio del suo omonimo Visconti, la storia avvenire di Milano ed insieme forse quella di tutta Italia sarebbe stata diversa. Isabella scrisse a suo padre ed all'avo implorando soccorso: ma la sua lettera non ebbe altra conseguenza che di dividere sempre più la famiglia aragonese dal Moro. Ferdinando mandò a Milano Antonio e Ferdinando da Gennaro, ma essi non ottennero da Lodovico se non questa risposta sdegnosa: - Dello stato io tenni sempre le cure, e a Gian Galeazzo riservai solamente gli onori. La prevista nascita del figlio di Gian Galeazzo fece pentire il Moro d'avergli concesso una sposa così amena, insperata e degna solo di un vero principe come lui, al
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
Mugnano Vintage. Case e chiese di Mugnano e Cardinale badia del Monte Vergine nella Valle Mugnanense fra Baiano, Avella e Nola
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Anche questa pubblicazione di Cuttrera del poliedrico editore Bascetta si inquadra nel programma di ricerca del nostro essere comunità a diffondere notizie certe non solo tra i contemporanei, ma a conservarne tracce indelebili per le nuove generazioni. Fino ad oggi questo lavoro ha riscosso vasti ed unanimi consensi di pubblico e di critica. La cultura esige responsabilità, tolleranza e buonsenso civile a conforto del ruolo istituzionale che ognuno ricopre nel tessuto sociale, non trascurando poi che in una piccola comunità ognuno occupa sempre un campo di riferimento in cui gli altri lo riconoscono. Gli storici, gli scrittori della storia, rivestono una presenza molto delicata: la saggezza. È una qualità che matura in loro per la conoscenza millenaria della vita dei popoli, delle cose che contano e che la storia ha filtrato nello scorrere del tempo. I ricercatori di qualunque livello e spessore non devono solo togliere polvere dagli archivi per raccontare cronache di episodi lontani, hanno l'obbligo di partecipare alla costruzione di una società migliore: per ogni paese è indispensabile l'esistenza di veri uomini saggi. Il rinvenimento del Catasto Onciario del Casale di Mugnano in provincia di Terra di Lavoro ordinato nel 1741 da Re Carlo III di Borbone e completato nel 1754 è l'occasione più importante per qualunque analisi sociale e storica che in futuro si vorrà fare nella nostra terra. Finalmente c'è una raccolta di dati certi che abbiamo rincorso da sempre e che solo la nostra determinazione ha portato alla luce. Dopo la prima edizione del Catasto nasce questo nuovo l
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
L'invasore di Parigi: il bottino di Carlo VIII Re di Napoli (Charles de Valois)
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

La frantumazione politica del Regno di Sicilia Ultra e Citra gettò Napoli nell'abbandono. Ovunque regnava il caos. Palazzi abbandonati, case diroccate e cloache a cielo aperto erano il brutto biglietto da visita di una metropoli soggiogata, derubata e affranta dalle guerre. L'ex capitale era allo sconquasso e, perduto il trono aragonese nel 1501, subì la falsa amicizia spagnola del prorex Cordova, che scippò mezzo reame alla «regina triste» in nome di Ferdinando il Cattolico, come già deciso da quest'ultimo sulla carta, essendo in combutta con Re Luigi XII il Cristiano, al quale andò l'altra metà, avallata dai baroni avversi. Toccarono quindi agli Spagnoli del «la Calavria, Basilicata, Terra di Otranto e tutta la Puglia». Furono dei Francesi del «Re Luigi, il Ducato di Benevento, di Abruzzo, Campagna, e la Città di Napoli», sempre più vuota e abbandonata al suo destino e senza più un solo popolo, diviso fra rossi e bianchi. La conseguenza fu che al cambiare della casacca si moltiplicarono i luoghi di confine delle antiche province, a causa dello spostamento forzoso voluto da abati feudali e signori di diverso partito. E il risultato fu che si rifondarono ancora una volta paesi di qua e di là, costringendo alla migrazione le piccole popolazioni di servi della terra da un capo all'altro della linea immaginaria se non era gradita ora a questo e ora a quel feudatario. Con un Viceré a Levante e uno avverso a Ponente, «essendo così divisi, ne nacque anco la divisione de' cuori de li poveri baroni e città del Regno: imperciò che i vassalli de lo spagnuolo si chiamavano Spagnuoli,
€ 44,00

Palazzi Stefano Title:
Vacanze a Montefalcone: quattro napoletani nel Sannio (testo cinematografico)
Author: Palazzi Stefano
Publisher: ABE

Anche questo secondo libricino del giovane Stefano Palazzi, arricchisce il cuore per la gioia, le emozioni e altre coserelle che ti restano dentro dopo aver letto, tutto d'un fiato, il testo cinematografico scritto dal nostro Autore da giovanissimo. Come abbiamo avuto già modo di dire, Stefano, è alle prime armi, ma la stoffa si intuisce fin da subito e la speranza è che continui su questa scia, magari ampliando i tempi della commedia, con nuove e avvincenti avventure, come per un fumetto, più che un romanzo, verso cui appare trasportato di meno. Insomma il suo avvenire potrebbe essere, stile a parte tutto da caratterizzare, proprio nel racconto, lungo o corto. Intanto ha buttato giù il canovaccio che vede protagonisti immaginari Alberto, Anna, Paolo e Lucia di Napoli, originari di Montefalcone, rinomato centro dell'Alto Sannio, dove si recano a trascorrere le festività natalizie. Li accoglierà il villino di Alberto e Anna, che la fantasia dell'autore pone nel bel mezzo del paese, tirando fuori dal suo magico cilindro le figure di Paolo e Lucia che hanno una casa proprio accanto a quella dei loro amici. Lo stesso autore, nella sintetica introduzione, aggiunge che anche i genitori di Alberto hanno una villa, ma fuori paese, dove tutti i giovani protagonisti decidono di trascorrere la notte del 24 dicembre, spostandosi in quei giorni qua e là nei mercatini natalizi allestiti nei comuni vicini, fino a Benevento. Siamo sicuri che l'Autore continuerà a stupirci con i suoi scritti, nel prossimo futuro, se non a breve, trovando la giusta strada che merita la sua penna di scrittore
€ 16,00

Bascetta Arturo Title:
Montella in Ducato del principato Citra. Nella diocesi di Conza suffraganea di Salerno. Il feudo nato a Cassani Castellione di Giffoni
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Con 'Montella' Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della nostra verde Irpinia. Questo succoso libretto analizza meticolosamente le condizioni della vita feudale, quando padrone del feudo era un solo signore. Se non l'unica proprietà del territorio di una o più università, era la più estesa. Pochi, infatti, erano i beni ecclesiastici. Poche le piccole proprietà libere. Il contratto (la 'fede'), legava, con giuramento solenne, al Signore i contadini che ricevevano la terra in enfiteusi. L'enfiteusi, che si poteva anche comprare, era un diritto reale del contadino sul fondo del Signore. Secondo tale diritto il titolare (l'enfiteuta) godeva del dominio sul fondo ed era obbligato a pagare nel giorno di Natale al feudatario un canone in denaro spesso sotto forma di derrate. L'enfiteuta era inoltre obbligato a migliorare, disboscare, rendere fertile il feudo. In più doveva piantare alberi dei quali non diventava mai proprietario e provvedere ad ogni genere di migliorie, necessarie e opportune per l'aumento della produzione. Come compenso l'enfiteuta percepiva la terza parte del valore dell'appezzamento di terreno. L'appendice sul 'Catasto Onciario' di Cassano delle informazioni che riguardano Montella ci fornisce notizie anche inedite su costumi, attività e vita di istituzioni, persone e società d
€ 39,00

Cuttrera Sabato Title:
Maria d'Ungheria: Maria degli Arpád-Házi, donna regina e le chiese napoletane del Trecento. Vol. 2: La tragedia di «donna regina», una madre nella crisi del Trecento
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

In questa seconda parte dedicata alla Regina Maria d'Ungheria si affronta fin da subito la fine di un sogno, quello reale, e l'inizio della decadenza, quella inaspettata. È la casualità delle cose che manda a monte il progetto degli Angioini sui troni d'Europa, l'evoluzione rinascimentale, per tornare alla radice religiosa, ma dei fraticelli del Trecento. È così che la Regina diventa vedova di Carlo II, e da subito sirocchia, cedendo il posto alla nuora, Sancia di Maiorca, sposa dell'erede Re Roberto, sempre più indebolito dalle infiltrazioni dei Catalani in tutto il reame. Preoccupazioni e piaghe si moltiplicano e la morte del bellissimo figlio Piero, perito nella storica Battaglia di Montecatini, segna l'inizio della fine di un sogno prestigioso. È il dolore che prende il sopravvento sulla politica di espansione, quello che trascina la stessa famiglia reale nel vortice aragonese e alla fine getta le armi per un riavvicinamento dei congiunti, vicini e lontani, e dell'Isola di Sicilia, a cui spetta il trono palermitano di Sicilia Citra. Cronisti e storici afferrano al volo il personaggio e la Regina, da sciamana, diventa quasi monaca: ora costruisce chiese latine, fonda conventi di monache, favorisce ordini religiosi diversi. E i diari lasciano il posto alla forma letteraria, affinché a brillare sia la tragedia, il canto greco degli anni giovanili, il lamento per la morte del bellissimo Piero che diventa costruzione, studio, poesia. La Regina è nuda, piange e si dispera, poi di scatto si riprende e costruisce chiese, favorisce i francescani e le donne monache. Lascia per se
€ 44,00

Cuttrera Sabato Title:
Atti di notai sui Torrioni del Sannio: i paesi della Montagna del Sant'Angelo di Benevento (da S.Angelo a Capolo e Mancusi a Petruro e Chianche e paesi del Beneventano e dell'Irpinia Avellinese)
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Questo nuovo filone di studi storiografici riguarda i cognomi e le chiese della ex Montagna di Benevento, ossia degli ex Casali del Ducato della Civitate Beneventana, a cominciare dalle parrocchie dei Torrioni di S.Angelo e di San Michele Arcangelo, quelli con la nomina del cui rettore sottoposta all'approvazione ora del Papa di Roma, ora del Re di Napoli. Tutto nasce dalla ricerca fatta a più livelli, presso l'Archivio di Stato di Napoli, per conoscere i nomi dei Torrionesi e la vita che menavano nel 1700, e presso l'Archivio di Stato di Avellino e Benevento, per dare un seguito a quelle famiglie oggetto di studio. Ciò è stato possibile grazie al confronto diretto con le fonti, cioè con quei nomi contenuti nei diversi catasti originali redatti a cavallo dei due secoli, e con un successivo passaggio di confronto con uno studio sulle famiglie. A essi si sono aggiunti altri documenti, frutto di una lettura attenta e scrupolosa, cominciata sui notai, i quali annotavano matrimoni, testamenti, vendite e permute riguardanti i torrionesi e gli abitanti dei paesi limitrofi, da S.Angelo a Cupolo a Toccanisi (Bn). Nuove e utili notizie che porteranno ad uno studio sempre più approfondito sui Torrioni della Montagna del S. Angelo di Benevento. Il primo di quei feudi fu quello appartenuto al Signor Camillo Caracciolo, poi divenuto comune di Torrioni (Av).
€ 44,00

Sciotti Antonio Title:
Guappi di cartone dal teatro alla tv, storia della sceneggiata: 1840-1980
Author: Sciotti Antonio
Publisher: ABE

Dalle origini ottocentesche, si passa all'evoluzione e alla maturità di struttura della sceneggiata degli anni '20 e '30 e alla stabilità degli anni '50. Poi, dopo un periodo d'indifferenza e di declino, si registra il prepotente ritorno negli anni '70. Infatti, con la crisi del teatro d'arte, la sceneggiata diventa l'unica forma teatrale napoletana ben rappresentata. Ne è esempio proprio l'anno 1970, dove il cinema domina nelle sale di quelli che oggi sono i teatri Bellini, Augusteo, Diana, Sannazaro, Acacia, Cilea. Per gli amanti del teatro classico, la scelta degli spettatori si riduce ai soli sopravvissuti teatri San Ferdinando e Politeama. Come contropartita, funzionano alla grande i botteghini dei teatri Duemila, La Perla, Italia, Ausonia, Splendore e Bracco, dove è rappresentata la sceneggiata. A questi, l'alternativa per il pubblico si riduce alle piccole sale dove si ascolta la musica e il cabaret, come i teatri Orione, Esse, La Porta Infame, Cantuccio, Margherita. Partendo proprio dal 1970, la sceneggiata domina e varca pure i confini regionali e nazionali e anche quelli internazionali, approdando oltre oceano dove alcune compagnie quali quelle di Mario Merola e Mario Da Vinci diventano assai popolari, almeno nelle colonie italiane sparse nel mondo. Questo nuovo boom è legato soprattutto alla popolarità dei protagonisti e al loro indiscusso talento, più che al successo della canzone. In questo caso, la definizione di sceneggiata viene distorta, perché ora non è più la canzone di successo che lancia la sceneggiata, bensì è la stessa sceneggiata che fa conoscere la
€ 44,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title:
Abecedari di Brindisi Carovigno. Terra d'Otranto: toponomastica e genealogia tratta dai Catasti Onciari e dall'abecedario di storia fin da Tancredi di Lecce
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Centinaia e centinaia di cognomi, di famiglie, di luoghi e, si può dire, di fatti, sono contenuti in questo testo dedicato alla ex provincia di Terra d'Otranto, e in particolare al Comune di Carovigno, oggi in provincia di Brindisi. Il testo parte da Re Ruggero, il conquistatore di tutto, tranne che di Lecce, che resta con Benevento. Poi arriva Re Guglielmo II e scippa le Terre pagane e bizantine di questa Calabria salentina e nasce una Diocesi anche a Ostuni, proprio quando Re Malo e Re Buono decidono di fare guerra ai Loritello di Puglia. La storia dei Guglielmo Altavilla si complica, quando diventano quattro, ma Lecce ha un solo nemico: Re Guglielmo II Buono che si schiera contro Re Tancredi, quando Accardo ha già fondato S.Giovanni. E' però Tancredi fu Duca Rogero III (fu Re Ruggero II) che da Conte di Lecce ebbe la meglio e divenne Re nel 1190, allorquando sposa Sibilla sorella di Riccardo d'Acerra dei D'Aquino-Medania, subendo la ribellione di Aprutino e Bertoldo, schieratisi dalla parte di Enrico Imperatore, marito di Costanza d'Altavilla, pomo della discordia, fatta prigioniera a Salerno. Ma l'ex Conte di Lecce conquista Terre e fiducia: Tancredi vince così Enrico a Napoli, il Ruggieri sposa Irene, Albiria va al Brienne, l'Imperatrice Costanza viene liberata dalla prigionia, quando Ruggiero di Avellino va a Salerno e Margaritone punta sui Pisani a Castellammare. La morte di Re Tancredi, che lascia Guglielmo III senza corona e la Regina Sibilla vedova, richiama l'attenzione dei Templari che riportano l'Imperatore nel Regno. L'invasione di Enrico VI è ormai imminente
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Galeazzo Sforza, il Dittatore di Milano. Breve vita del duca che pretese il saluto romano dai lombardi
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Questo libro è il frutto della continua ricerca portata avanti dagli autori della ABE sui cronisti che raccontano i fatti da contemporanei. Dopo diverse biografie fiorentine non poteva mancare il seguito alla Casata degli Sforza, originata da un colpo di mano ai danni dei Visconti che trasferirono il patrimonio di famiglia al capostipite Francesco, sposo di Bianca, ultima erede di Milano. Il prologo sulla nonna perugina, Lucia Tarzana da Torgiano; sul padre, Cavaliere alla corte dei Visconti; sulla madre Bianca, l'erede di Milano; sulla sorella Ippolita, sposina del Duca di Calabria, che di ferocia fu maestro; spunta finalmente il nome di Galeazzo, duchino crudele. Con tali premesse, alla morte del padre, Galeazzo si liberò gradualmente della madre, in quegli anni in cui la cometa di Halley, fra sisma e peste, non preannunciava nulla di buono. L'ultimo viaggio a Napoli fu fatale al genitore e provocò l'esilio di Bianca a Cremona, subito dopo il matrimonio con Bona di Savoia, sorella del beato Amedeo e orfanella di quel Ducato. Da qui lo scontro velato con la madre, a colpi di veleni, nell'aria e nella minestra, che videro più volte preoccupata la sorella Ippolita, tornata da Napoli più volte, fino per assisterla in punto di morte. La vecchia Duchessa muore quasi nelle sue braccia: ma fu vero veleno? Fatto è che senza l'ultima dei Visconti i nemici crebbero in casa e anche fuori: la sorella fu quasi espulsa da Napoli con tutta la sua corte milanese al seguito; e i Veneziani si spinsero fino a Bologna, stuzzicati da Zio e Sforza fratello, passati col nemico, in uno scenario d
€ 44,00

Giuditta Pasquale Title:
Summonte viaggio nelle storie: il borgo della torre angioina. Vol. 1
Author: Giuditta Pasquale
Publisher: ABE

Occorre andarci a Summonte per rendersi conto del perché gli Angioini decisero di costruire, proprio lì, la più bella torre di tutto il Principato di Benevento... Doveva essere unica quella torre, come unica è la posizione di Summonte: luogo di fascino che domina un territorio di grande bellezza. Vabbè, il massimo sarebbe arrivarci come è accaduto al sottoscritto, cioè essere accolto dal sindaco che ti accompagna a visitarla Summonte. Stimo i sindaci, poiché riconosco in loro la sublime arte della Polis... l'arte del governo. Niente propaganda, i sindaci non possono perdere tempo in ideologie e vanità; loro stanno in trincea, debbono confrontarsi quotidianamente con i bisogni e i desideri dei cittadini. Devono sgobbare i sindaci. Se poi trovi un sindaco che dimostra una buona dose di cultura generale, ha svolto ruoli politici nazionali di rilievo, è stato dirigente del Ministero delle Politiche Agricole, occupandosi di promozione dell'agroalimentare italiano anche in ambiti internazionali... se poi quel sindaco possiede pure un bel carattere gioviale, insomma è simpatico... se poi riscontri che è davvero innamorato della propria terra... ebbene, debbo confessarvi che la mia visita a Summonte ebbe del sublime. Anche per il cibo: si mangia parecchio bene da quelle parti. Pasquale Giuditta è stato il Sindaco di Summonte, oltre ad aver fatto il Deputato e tutto il resto di cui ho detto qualche riga fa. Mi ha colpito fin dal primo incontro, e poi ci siamo rivisti e risentiti diverse volte. Si è creato un feeling naturale tra noi... e stima reciproca. Ora ha deciso di raccontarci
€ 26,00

Bascetta Arturo Title:
Castelfranci, il castelluccio di Baiano. Dal feudo dei franchi del milite Radulfo al borgo con la tela del Vigilante e i fabbricatori di organi
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Bascetta si immerge nel profondo dei primi secoli dopo Cristo, fra vici e pagi delle colonie di Liguri Bebiani, disperse qua e là sulla dorsale dell'Appennino Napoletano. Parte da questi primi insediamenti coloniali, fra cittadelle tardo romane, da Cerreto Sannita a Grumento di Lucania, e spazia alla ricerca di una corrispondenza logica fra le antiche e vicine Castello dei Franchi e Monte Mariano di Boiano dei Mariani e le nuove Castelfranci di Boiano e Monte Marano rifondate dai Lombardi nel 1093, che a volte sembrano combaciare, altre volte allontanarsi completamente nei secoli. A suo dire dalla prima sarebbe nata l'altra, risalendo quei popoli il fiume Calore dal Sannio Antico di Telese al Beneventano. Ecco ripresentarsi, una dietro l'altra, le vicende dei Franchi e dei Normanni. L'arrivo dei Mariani e la convivenza con culti in opposizione al Papa portò presto allo scontro, allontanando il Pontifex Giovanni, giunto da Bisanzio, in direzione di Sala Consilina, da dove presero a risalire i monti, rifondando Conza e la sua diocesi, sottomessa al Principato. Con 'Castelfranci' Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della verde Irpinia. Il pezzo forte feudale resta quello di Bayrano, precedente e vicina a Castelfranci di Bojano, che ha a che fare con Elia dei Balbano, quando Bayrano fu disabita
€ 39,00

Bascetta Arturo Title:
Ricchi e poveri di Avellino città. 1000 fuochi, 500 forestierI, 200 preti, 100 vergini, 50 chiese. Vol. 2
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

...Avellino fu una città vescovile della provincia di Principato Ulteriore del Regno di Napoli, il cui feudo era divenuto di proprietà privata della Casata Caracciolo. Facevano eccezione i luoghi pii dipendenti dalla provincia Diocesana di Benevento o da altri istituti, come nel caso dell'Ospedale di San Tommaso, appartenuto a Montevergine, o del monastero di San Paolo, accosto alla Casina del Principe, dipendente dall'eremo dell'Incoronata di Sant'Angelo a Scala. Ai Principi avellinesi era piaciuto circondarsi di altrettanta nobiltà, fin da quando scelsero di risiedere a Napoli, lasciando la città nelle mani di un governatore facente funzione di erario loco feudi. E' lui che gestisce gli introiti delle tasse di migliaia di persone, decide la sorte dei poveracci, premia i ricchi che non pagano le tasse. E' la realtà dei fatti nel Settecento avellinese che si dipana da Atripalda a Mercogliano, con decine di episodi criminali che si rifanno alla giustizia antica e vari casi politici, religiosi e familiari. Ma questa 2 parte del libro è principalmente l'elenco degli abitanti, dei nuclei familiari, dei mestieri, delle strade e delle chiese della città vecchia. E' la base per chi vuole creare l'albero genealogico nel Settecento e per chi vuole conoscere i veri residenti e i forestieri, religiosi e chierici, monache del passato e le citazioni migliaia di documenti solo per questo volume. Da non perdere per chi ama la ricerca.
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Nova civitate regia, la marca della gran contea Apulia: i Loritello consoli di Gaeta a S.Nicola di Herola e Magdaluna del monte Essart di Caserta Vetere
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Mont essart dell'harola vetere, è il trono dell'Apulia di Baroli, fra Teano e Capua. Nel Capitolo 44° del suo libro, Histoire de Braine et de ses environs, Stanislas Prioux parla di un castello chiamato Mont Essart, eretto in Francia, al ritorno dalle Crociate. Egli dice che ancora nel 1500, i pellegrinaggi cristiani, erano molto venerati per la dinastia Valois. «In diversi punti erano state costruite cappelle isolate, senza donazione e senza ministri, al solo scopo di servire da stazioni per le processioni e per le persone che onoravano con un culto particolare il santo sotto la cui invocazione erano state erette. Nei pressi di Braine, oltre alle cappelle di Vauberlin, Mont-Essart e altre località, Enguerrand, signore di Courcelles, per adempiere a un voto fatto durante le Crociate, ne fece erigere una nel 1265, nei pressi del villaggio di Courcelles, su un luogo elevato che si trovava ai margini della grande strada romana, attualmente strada reale da Parigi a Reims, e le diede il nome di Calvario. Questo signore la fece costruire solidamente e le diede una forma quadrata che terminava con una volta: Courcelles si trova alla stessa distanza che il Calvario aveva da Gerusalemme. Ogni anno, il Venerdì Santo, la gente si reca lì in pellegrinaggio per raccogliere le offerte dei passanti caritatevoli. C'erano anche altri pellegrinaggi nella zona attorno a Braine: per esempio, da tutte le parti la gente veniva a Serches per curare il mal di gola; a Saint-Rufin de Bazoche per gonfiore; a Viel-Arcy e Chery per i bambini che muoiono di tisi e a Limé per proteggersi dall'idrofobia.
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Le due capitali ai tempi della prima crociata: Caserta consolato romano dei Loritello, Canosa principato imperiale di Boemondo
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Prima due Dux, poi tanti Ducati provinciali; prima due Principi, poi tanti Principi metropolitani. E poiché i Popoli Italici non si sono fatti mancare mai niente, giunse il momento delle opposte capitali; prima come vicarie e poi a sede di due reami diversi che avviarono la lunga sequela altomedievale che porterà a quattro regni diversi sul territorio che, finalmente, nel lontano 1348, andranno a formare il Regno di Napoli e pian piano quello delle Due Sicilia. Insomma il cammino fu lungo e, negli anni trattati in questo libello, di vicende ne capitarono a bizzeffe, soltanto intorno alla fondazione di due città, ambedue chiamate Ad Novas, manco a dirlo, perché sulle Vetere, cioè nei pressi dei ruderi delle antiche urbe romane, furono fondate, Caserta e Canosa. A dire il vero, il parto per la nascita del Tricarico casertano, che sloggiò i primi Normanni capuani, fu proprio lungo, ma il Papa ebbe la meglio e i consoli caetani, di famiglia calabrese, insedietisi nelle terre salernitane degli avi di stirpe carolingia, a cominciare da Goffredo dell'Aquila, un posto a Luriano lo trovarono. Anche quando furono cacciati da Capua dal comitato di La Pelusia, fomentato dagli Altavilla di Palerno, perché divennero consoli a Teate, come ai tempi degli antichi Romani di Bubulco, e riuscirono a rifondare la Chiesa cattrolica, ripartendo da Montecassino per giungere a Caserta e nominarsi Marchioni d'Italia. Furono questi i Normanni detti Loritelli, eredi dei Capetingi, che litigarono per 150 anni con gli Altavilla, originari della Sarmazia, sebbene con molti di essi imparentati, mantenendo
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Marie de' Blois de Châtillon Regina, vedova e balia: Amedeo di Savoia e il trono di «Herola» di Re Luigi d'Angiò
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È quasi la cronaca delle imprese di Re Luigi d'Angiò alla conquista di San Vittore, Arezzo, L'Aquila, Campobasso, «Mathelon et Herola», nei pressi di Maddaloni o di una Santa Maria della Maddalena: il trono dei Re di Puglia, essendo erede della Regina Giovanna I che lo nomina Duca di Calabria col vessillo di Dux di Santo Stefano, rilasciato dal Papa di Avignone. Nel mese di febbraio del 1381 Luigi Duca d'Angiò, zio del Re di Francia, giunse dal papa di Avignone per la riconquista del Regno di Napoli richiesta dalla deposta Regina Giovanna I. La figlia del grande Duca di Calabria, famoso conquistatore e governatore di Firenze, morto giovane, aveva perso il reame di Re Roberto d'Angiò. Esso era finito nelle mani del nipote Carlo III Durazzo, vicario del Re d'Ungheresi, subendone l'umiliazione della confisca dopo l'uccisione del fratello Andreasso Re consorte. Da allora, la Regina vedova, pur avendo recuperato soltanto la potestà sui suoi stati piemontesi e sulla signoria di Napoli, era stata privata del titolo dal pontefice romano. E così, detronizzata dal generale Carlo, detto della Pace, incoronato a Roma da Bertolmeo den Tiule alias delle Ayglas fattosi papa, l'antipapa Clemente VII accolse la sua richiesta di investire lei e il Duca d'Angiò del titolo scoperto di sovrani di Cecilia. L'angioino quindi, come primogenito della Regina Johana, ebbe il titolo di conquistatore, cioé di Dux, ovvero di Duce di Calabria, se non di Duca, in quanto da lei creato a suo erede di un reame tutto da riconquistare. Così Parvus: - En lo mes de febrier, lo dessus dich moss. lo duc dAnjou onc
€ 59,00

Bascetta Arturo Title:
Lo scisma del 1378 con due papi e due re: Re Luigi nel Principato di Ascoli Piceno del Regno di Puglia a Caserta; Carlo III nel Principato di Taranto del Regno di Sicilia Ultra a Napoli
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

La grande intuizione di Bascetta prende forma, il teorema di Contea, Ducato e Principato di Puglia sito in tre luoghi diversi è ormai una realtà. Ma non solo. Vi fu anche una Contea, Ducato e Principato diverso per la Sicilia, in quanto la sede vicariale del Duceto concide con qualla di Gerusalemme che è Barletta. Sono i regni di foro Ylio, bis-Ylia e cis-Ylia: Barulo di Capua, Baruletto a Bisceglie e poi Barletta, la Sicilia che non c'entra con l'Isola che i pugliesi liberarono dai Saraceni con l'aiuto degli Altavilla, per sfuggire ai Normanni provenienti da Capua. In quest'ultimo testo è viva la corsa ai troni italici dei troiani di ogni tempo, tutta interna ai Provenzali (Del Balzo, Angioini e Tarantini), abbiamo un quadro sempre più completo sui tre fulcri del costituendo Regno intorno alla nuova Napoli, dove tutti i sovrani vollero mettere capo, per scrivere la parola fine a una conquista che durò tutto il Medioevo. L'occasione è data dal trasferimento della sede papalina dalla cattività avignonese a Roma, dove fu obbligatoria l'elezione di Urbano VI per convincere i cardinali, trattenuti con la forza, a votare un papa di patria napoletana, che potesse porre termine alle discordie feudali e affidare definitivamente ai Napoletani lo scettro di capitale e a Taranto quello di sua vicaria, cioè di unico Principato. I più tremendi baroni furono quelli della Casa del Balzo, i quali, sempre scontenti per non aver portato a termine l'investitura imperiale di Costantinopoli, si erano riversati alla conquista del Levante, pretendendo di impossessarsi del trono di Gerusalemme, in
€ 55,00

Cuttrera Sabato Title:
Giovanni da Procida: il medico faccendiere. La corte di Manfredi, il palazzo di Ischia, i Vespri di Palermo
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Questo medico di corte, passato qua e là più per questioni politiche che di medicina vera e propria, ce lo ritroviamo un po' ovunque, finendo per diventare l'anima nera dei Vespri siciliani. Un maestro di corte, che tale fu Giovani da Procida, appare più il segretario del Palazzo, la terza carica dello stato, che un medico, teminando la sua vita da accompagnatore della Regina madre Costanza, giunta a Roma, per riappacificare i figli col papa e ottenere l'investitura dell'isola. E' lì che si trovava Don Giovanni pochi giorni prima della morte. Negli ultimi trent'anni della sua vita, in cui ne fece di cui raccontare, ebbe relazioni diplomatiche con tutti gli stati d'Europa. Quando raggiunse Barcellona, per lealtà e imparzialità verso gli Svevi e i congiunti d'Aragona, lì restò, per servire l'adorata figlia di Re Manfredi. Fu quella l'ultima volta che venne visto in pubblico anche Don Giovanni. Egli scomparve dopo le nozze di Jolanda, all'incirca dieci mesi più tardi, forse senza più muoversi da Roma, dove sarebbe rimasto al fianco della sua amata Regina, tutto preso dalle di lei opere di carità. E' questa la storia vera di Giovanni di Procida che fu padre di Nicolò, cavaliere che nell'anno 1489 casò con Eleonora Conteglia, figliuola di Pietro Conteglia Cavaliero, e di D. Beatrice di Bail, donando il nascituro figli ben 20.000 fiorini divenendo abitatore della Città di Valenza, portando alto il nome di Ioannes de Procida ...
€ 44,00

Barbato Anna; Cuttrera Sabato Title:
Bianca Maletta dei Lancia: l'amata dell'Imperatore e la stirpe materna di Re Manfredi di Svevia
Author: Barbato Anna; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Il testo appare come una sommatoria di fatti, editi e inediti, conosciuti e ricercati negli infiniti archivi dal gruppo di lavoro guidato da Arturo Bascetta che mette da subito le cose in chiaro su chi furono davvero i Marchesi di Ugo figlio di Azzo calati nel 1093 e sull'eredità di Tancredi Marchisio, prorex a Urberiano. Sono proprio i Marchisi, Molisio e Maccabei: la stirpe dell'Aquila, i militi teutonici congiunti e nemici degli Altavilla, sposa Ruggiero Marchisio, genitori di Emma Marchisio e di Tancredi d'Antiochia. Infatti furono Emma Marchisi fu Emma Altavilla e Rodolfo Maccabeo, esiliati dallo ziastro Re Ruggiero II a M.Scaglioso di Goffredo, a dar vita dal Granducato di Urbeviano all'Harola di Teano alla civitate Severiana del Caveoso di M.S.Angelo e poi a Matera. E' la storia dei Franchi e dei Normanni che diventa storia vera dei Tedeschi, i Teutonici di allora, che si opposero a Re Ruggiero II e poi finirono perdonati con Maccabeo fatto Duca d'Apulia, Guglielmo Dux Napoli e Principe di Capua. E' la discendenza del Principe Tancredi che apre questo libro per spiegare che quando gli Altavilla invadono la Marca da Alife a Salerno (1112), Ruggiero II è Re d'Italia ad Abella in Atium di Teano i discendenti di Re Manfredi di Svevia erano già in Italia da un centinaio di anni, passando dal ceppo dei Marchisio a quello dei Lancia, imparentati con con i guiscardelli bavaresi dell'anno Mille, da cui rinacque il Marchesato di Manfredo I Lancia da Loreto, il I a essere chiamato Lancia nel 1200, dal quale Domina Bianca fu accasata dal Marchese Berengario a Busca. Gli autori f
€ 39,00

Spiniello Emilio; Barbato Anna; Cuttrera Sabato Title:
Abecedario di Lapio: genealogia, cognomi, toponomastica e storie sugli Irpini di S. Maria del Fiume
Author: Spiniello Emilio; Barbato Anna; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Con la presentazione di Franco Maselli questo libro e del gruppo di lavoro della ABE diretto da Arturo Bascetta si apre e conduce il lettore immediatamente nel pieno della ricerca storica dell'anno Mille. Ecco subito le origini, che non sono locali, ma si riferiscono agli Appiani provenienti da Irpinum di Teano, ossia l'area dell'antica Abellainatium, da cui giunsero anche gli Avellinesi, cioè Castro Casinatium nell'Atense dell'Ate. Da qui giunsero i fondatori di Lapio e di Arianello fondato dagli Apiciani in fuga dai luoghi di Forchia e Gaudio rifondati a Lapio, prima di L'Apij (Lapio): Irpini messi in fuga da L'Apige (Apice) presso S.Pietro Apostolo di Montaperto: nei Campi Marini, da dove Normanni, Greci e poi Baresi piombarono su Apice, e gli Avellinesi furono in fuga a Taurasi e nel luogo del Palazzo in Arianello. Poi vi fu la liberazione dei Napoletani e Greci liberano Apice e danno l'Abbazia a Montevergine che rifondò il casale di Lapio intorno a Santa Maria del fiume. Ruggiero salernitano fu battuto da Enrico e gli Avellinesi scappano verso Taurasi, quando il Domino Abate di S.Maria del fiume di Apice ridotto a 'don', rifondò Lapio scomparso nuovamente dalla storia ancora nel 1200. E rieccoci in regno di Federico II, quando il Re sceglie Capua per residenza e si staccò la provincia di Principato Ultra Serra Montoro, con la Corte Baronale dei Filangieri Principi di Arianello e nacque il paese della ex Contea di Montaperto divisa in due con la nuova Montefusco. Il Distretto è di Avellino, la Provincia Principato Ultra e i Filangieri di Lapio elevano Arianello a sede d
€ 44,00

Spiniello Emilio; Barbato Anna; Cuttrera Sabato Title:
Abecedario di Altavilla Irpina: genealogia, cognomi e toponomastica fra terra e casali dei Conti De Capua
Author: Spiniello Emilio; Barbato Anna; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Scopo di questo lavoro che andiamo a presentare al pubblico è documentare l'articolazione degli scenari politici ed economici attraverso arti, professioni, imposte e gabelle dei Catasti Onciari in modo che si abbia un quadro storico della vita sociale nel Regno di Napoli del Settecento. L'intenzione è quella di pubblicare un numero al mese, uno su ogni comune che formano l'ex Provincia di Principato Ultra del Regno di Napoli. Perché i Catasti Onciari? Innanzitutto perché introducono nuovi sistemi di tassazione da cui si ricavano le condizioni reali della vita della gente. E' vero. Nelle altre parti d'Italia i beni venivano valutati dal fisco, mentre nel Regno di Napoli e, dunque, anche ad Avellino, si procedette su dichiarazioni di parte, con tutti gli inconvenienti (false rivele, diminuzione della consistenza dei propri beni, negazione addirittura di possederne) che tale sistema comportava. I catasti comunali, teoricamente, avrebbero dovuto servire alle amministrazioni locali per una equa tassazione, che, al contrario, molto spesso veniva fatta gravare artificiosamente addirittura sui meno abbienti. Era necessario per ovviare a questi veri e propri soprusi che i dichiaranti indicassero tutti i beni stabili, le entrate annue di ciascun cittadino e dei conviventi. I nobili dovevano rivelare i beni posseduti nella propria terra e anche quelli in cui abitano con la famiglia e con i congiunti, facendone una breve, chiara e distinta sintesi sul margine della rivela (autodenuncia). Fine del Catasto Onciario era quello che il povero non fosse sottoposto a tasse esorbitanti e che i
€ 44,00

Barbato Anna; Cuttrera Sabato Title:
Abbecedario di Apice. Genealogia, cognomi e toponomastica nella terra dell'ex Ducato di Ariano di Puglia
Author: Barbato Anna; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Anche in questa pubblicazione il lettore troverà riportati alcuni nomi o frasi in dialetto dovute non all'uso errato della lingua italiana, che non è mai riuscita a sostituirsi al napoletano, ma al vero e proprio all'utilizzo settecentesco che si fa di quel termine. Ecco perché si ritrovano toponimi come masto o mastro anziché maestro, bracciale, come detto, al posto di bracciante. Altri sono stati spesso lasciati nella loro forma originale, al contrario di vidua con vedova, quasi sempre italianizzato per evitare di incorrere in gravi errori numerici in quanto possono rappresentare intere famiglie e non la singola persona. Fratello, suocera e sorella vengono invece semplicemente indicati come f.llo, socera e s.lla, come la nonna e il nonno con ava e avo, i due braccianti non sposati chiamati ziti, da 'zitelle' al maschile. Le bizzoche, cioè le monache o suore che dir si voglia, o solo novizie anche pronte a spogliarsi, sono state lasciate così come rinvenute, idem per le vergini in capillis, definite anche solo vergini o solo in capillis dalla mano del compilatore. Come segue, il lettore troverà il frontespizio ufficiale, e contrassegnati in ordine alfabetico per nome di capofamiglia, sono stati elencati i fuochi, con l'età di ogni singolo componente, domicilio e beni, laddove è stato possibile riconoscerli, come nella versione originale del Catasto. Si tratta di una semplificazione dei dati relativi alla situazione familiare e patrimoniale, unitamente ai luoghi di residenza e al reddito dichiarato (cifra espressa in once), fedeli al testo consultato, sebbene il compilatore
€ 44,00

Bascetta Arturo Title:
Bona di Savoia, la ducissima di Milano: l'orfanella, l'eredità degli Sforza e il voto a Firenze
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Nobildonne, rapporti epistolari e comparaggi negli stati preunitari. Volendo dare un incipit a questo testo di storia pura, l'autore non poteva che partire dall'albero genealogico dei Savoia, rinvenuto in un manoscritto dalla copia inedita, inserito nelle ultime biografie trattate in collana. Ma non solo. Si riparte anche da Francesco, figlio del fu Muzio Sforza, capitano del Regno di Napoli, giunto da Cotignola per mostrare il suo ardire e il suo ardore verso la Regina Giovanna, portando a casa feudi e castelli dotali per sé e per i figli. Si può quindi tranquillamente affermare che gli Sforza beneventani furono cugini stretti del Duca di Milano, possedendo gli imprendibili castelli sui passi dell'enclave papalino che costarono il Regno a Re Renato d'Angiò. E' quindi da Francesco che nacque anche la progenie Sforzesca di Milano per aver saputo farsi spazio a corte, fra una cavalleria e un ammiccamento con Bianca Visconti, dalla quale ebbe tutta l'eredità degli Stati lombardi, a danno dei familiari, già sul piede di guerra. Fu questo forse il motivo per cui il piccolo Galeazzo non era nemmeno nato che la mamma provvide a lanciarlo sul mercato più vicino, quello di Mantova, designando per amata duchessina del figliolo la bella e intelligente, nonché poetessa acculturata dei Gonzaga, Dorotea dagli occhi bianchi. C'è da dire che fra i due pargoli nacque anche l'amore pure, sbocciato nell'istinto amoroso adolescenziale, fra lettere, bacini e lacrime d'amore. Accadde però che Bianca intravide nel figlio la speranza di poter presto riunire in qualche modo la famiglia Viscontea pe
€ 44,00

Iandiorio Virgilio Title:
Galateo da Galatone, uomo edito e inedito: storie napoletane di Antonio de Ferraris a 500 anni dalla morte in quel di Lecce
Author: Iandiorio Virgilio
Publisher: ABE

La corte dei re Aragonesi richiamava in Napoli gli uomini di cultura dalle province del Regno, non solo, ma anche dall'Italia e da altri paesi europei. Giovanni Gioviano Pontano, nato a Cerreto di Spoleto (Perugia) bel 1429, restò accanto ai regnanti aragonesi fino alla fine della sua vita nel 1503, e divenne l'elemento catalizzatore per tanti uomini di cultura del Regno. Ai re Aragonesi non dispiaceva certamente essere circondati da personaggi famosi per le loro attività artistiche e professionali. Tra i molti protagonisti di questo «Rinascimento» meridionale' un posto importante va dato ad Antonio De Ferrariis, che assunse il nome di Galateo dalla sua città natale. Era nato, infatti, a Galatone, città del Salento; l'anno di nascita non è meglio precisato tra il 1444 e il 1448. Studiò greco antico in gioventù a Nardò e a San Nicola di Casole (vicino Otranto). Galateo si occupò di studi filosofici e della medicina. All'invito di re Ferdinando I, egli divenne medico alla corte aragonese in Napoli. Mantenne strette relazioni con gli umanisti meridionali, quali Giovanni Gioviano Pontano, Pietro Summonte, Belisario Acquaviva e soprattutto Jacopo Sannazaro. Fondò l'Accademia Lupiense a Lecce. A causa dello scontro franco-ispanico, nel 1501 da Napoli ritornò nel Salento, dove si dedicò alla revisione dei suoi scritti e alla composizione di nuovi lavori. Morì a Lecce il 12 novembre 1517. Pietro Antonio De Magistris, vissuto a cavallo tra il XVI e XVII secolo, scrisse la biografia di Antonio Galateo, che Giovanni Bernardino Tafuri inserì nella premessa all'edizione del 1727 De Situ
€ 39,00

Cuttrera Sabato Title:
Ludovico I D'Angiò, l'erede al trono che lasciò la corona: Napoli angioina in ostaggio dei catalani
Author: Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

1. FIGLIO A CARLO I E A MARIA D'UNGHERIA - Re Carlo I d'Angiò: il nonno «Carlotto» - Maria degli Arpad: la madre - Carlo II Principe detto lo Zoppo: il padre - Luigi I Duca Durazzo; lo zio scomparso dalle carte - Nato nel Palazzo della Corte di Nocera o Lucera? 2. NATO NEL CASTELLO DI «NUCERA» - Carlo, Luigi, Roberto e Filippo: tutti figli nocerini - I Principini fra le mura di una Nocera - Con la madre in Provenza dal 1282 - Il padre prigioniero perde isole e flotta - La madre libera gli Svevi: lo scambio fallisce - Il nemico libera il Re, ma con Luigi ostaggio 3. ALL'INCORONAZIONE DEI GENITORI - Nel reame senza sovrani alla morte del nonno - Carlo è libero, i figli restano prigionieri - Incoronazione a Rieti, viaggio in Assisi - Nocera e Salerno passano a Carlomartello 4. L'EREDE UNIVERSALE DI 4 REGNI - Carlomartello Re d'Ungheria: il primogenito - Luigi erede d'Ungheria prima di Caroberto - Il Papa fa tosare Luigi alla presenza dei due Re - Carlo il Senzaterra fu Re Carlo II? - Niente porpora, sì ai frati: la rinuncia al reame - Trattato d'Anagni: regno a Roberto, via Luigi - L'ex Principe era erede universale dal 1295 - Il frate possessore della Madonna di S.Luca 5. ROBERTO PREDESTINATO DAI CATALANI - La liberazione e i nuovi equilibri: Pace di Anagni - A Giacomo solo le isole, ma erede sarà il genero - Carlo è libero se si ritira il primogenito vivente - I sogni di Luigi ceduti al suocero di Roberto - Luigi, vescovo improvviso a soli 21 anni - L'arrivo a Tolosa: la cattedra vescovile - La rinuncia al titolo e la morte a Brignoles 6. SANTIFICAZIONE E DIFFUSIONE DEL CULT
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