Non mangio niente che abbia gli occhi. Nuova ediz.
Book (italiano):
"Non mangio niente che abbia gli occhi" è l'ultimo libro di Goffredo Fofi (Contrasto), inserito all'interno della collana Tracce. Si tratta di un'intensa riflessione di Goffredo Fofi sul percorso che l'ha portato, decenni fa, ad abbracciare il vegetarianismo: prima come imitazione dei suoi sodali di allora, Danilo Dolci e Aldo Capitini; poi per profonda convinzione. E non solo come forma di obiezione contro l'orrore dei macelli, ma come protesta contro l'ordine del mondo così come era consegnato dalla tradizione, secondo cui "il pesce grande mangia sempre il pesce piccolo". Una scelta individuale diventa una lezione etica, contro la vergogna del dolore degli animali, ma anche profondamente ecologica e politica, oggi più che mai, se pensiamo alla distruzione e all'inquinamento causati dagli allevamenti intensivi. Il racconto-invettiva di Fofi si arricchisce di citazioni e lunghi brani di vegetariani celebri: dal Lev Tolstoj di Contro la caccia all'Alfred Döblin di Berlin Alexanderplatz; da George Bernhard Shaw, che scelse sin da giovane di diventare vegetariano perché "gli animali sono miei amici... e io non mangio i miei amici", al Nobel J.M. Coetzee di La vita degli animali, in cui compare per la prima volta Elizabeth Costello, che assimila la logica alla base dei macelli a quella dei campi di sterminio. «Non è solo per amore delle creature che si diventa vegetariani, e tanto meno per sentirsi orgogliosamente buoni e migliori, ma per necessità storica, perché la storia lo richiede, lo esige». Fofi ricostruisce le tracce di questo cammino, ricordando le motivazioni che lo h
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