Vittoriosi, al fin liberi siam! Rom e Sinti nella Resistenza italiana
Book (italiano):
"In famiglia eravamo tutti antifascisti. Due fratelli miei erano partigiani. Anche mio padre era antifascista, lui era socialista. A mio padre hanno dato l'olio di ricino da bere, gli hanno dato anche tante botte quegli assassini! [...] Mio marito Renato aveva solo 19 anni quando è morto fucilato perché partigiano e mia figlia Mirka qui non l'ha mai conosciuto". Queste le parole di Vicenzina Pevarello, sinta, l'ultima partigiana sopravvissuta che, nonostante i suoi 97 anni, ha ancora voglia di raccontare le vicende della sua famiglia negli anni bui del fascismo e di portare avanti i valori della Resistenza. Attraverso testimonianze e fonti di archivio il libro ricostruisce le vicende, ora eroiche, ora picaresche, dei rom e sinti partigiani che hanno scelto di diventare ciriklé (letteralmente uccellini), perché costretti a darsi alla macchia, lottando contro i kastènghere (letteralmente quelli del manganello), cioè i fascisti e gli occupanti tedeschi. Si dà così vita ad una pagina poco conosciuta della guerra di Liberazione nel nostro Paese. Analizzarla contribuisce ad aggiungere un tassello alla conoscenza delle Resistenze - al plurale -, un tassello piccolo ma significativo, anche perché tuttora i rom sono un gruppo etnico e una minoranza linguistica fortemente stigmatizzato. Ma sono cittadini italiani e hanno onorato la loro cittadinanza combattendo per la Liberazione del proprio Paese. "Il momento più bello è stato quando Sandro Pertini, da Presidente, mi ha consegnato il mio diploma di partigiano. Ci siamo abbracciati, come si fa tra compagni di una vita. Avevamo entram
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