La forma e l'intelligibile. Scritti sul Rinascimento e l'arte moderna. Nuova ediz.
Book (italiano):
Anche se non ha forse ricevuto il riconoscimento che gli spettava, "La forma e l'intelligibile" è un classico delle scienze umane del secondo Novecento. Come ogni classico di questa specie, il libro sconta innanzitutto l'impossibilità di definire la mente dell'autore, al quale si potrebbe riferire la caustica battuta che aveva egli stesso coniato per Aby Warburg, creatore di «una disciplina che, all'opposto di tante altre, esiste ma non ha nome». Se, come quella di Warburg, la «scienza senza nome» di Klein sembra ricalcare i confini disciplinari della storia dell'arte, ciò che ogni volta li smentisce non è, com'era avvenuto per Warburg, l'interesse per la psicologia e l'antropologia, quanto piuttosto un'urgenza genuinamente filosofica. Il giovane intellettuale ebreo che aveva vissuto ventenne in Romania gli anni atroci della dittatura fascista di Antonescu e della Guardia di Ferro, che aveva portato allo sterminio di metà della popolazione ebraica del paese, dopo la caduta del regime si laurea nel 1947 in filosofia all'università di Bucarest. Esule in Francia, l'incontro con André Chastel segna l'inizio di una lunga collaborazione, che lo spingerà a spostare maggiormente le sue ricerche sul terreno della storia dell'arte. È questa filosofia dislocata al di là dei suoi confini che ha permesso a Klein non soltanto di rivoluzionare per molti aspetti la storia dell'arte del Rinascimento, ma anche, col saggio Spirito peregrino, di gettare una nuova luce sulla poesia di Dante e dei poeti d'amore e, con lo studio su L'eclisse dell'opera d'arte, di descrivere con trent'anni di anti
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