Ai limiti dell'impossibile. Forme tragiche in letteratura
Book (italiano):
Buio in sala, va in scena la tragedia. Anche dopo la morte degli dèi, abbiamo continuato a rappresentare sul palco le debolezze, le ossessioni e le paure del genere umano. Che si trattasse di gloriosi condottieri romani spezzati tra il senso dell'onore e l'umiliazione amorosa, di compositori in affari con il diavolo per inseguire i desideri più oscuri o dell'ultimo individuo rimasto in una città in cui tutti si vanno trasformando in rinoceronti, nei secoli abbiamo ideato travestimenti sempre più complessi per raccontare il caos dell'esistenza. Ed è proprio scavando in quelle battute, in quei monologhi, in quegli scambi drammatici che è possibile accedere a una verità più scomoda - e tanto più preziosa sulla nostra libertà e sulla nostra finitezza. "Ai limiti dell'impossibile" di Joyce Carol Oates è un'indagine degli abissi umani attraverso le forme del tragico, condotta da una delle voci più visionarie e penetranti della narrativa americana contemporanea. Oates si contrappone alle lamentazioni in morte della tragedia levate dai critici e perlustra le strade della letteratura alla ricerca delle caratteristiche del genere, scoprendo non solo prospettive originali su figure celebri come Ivàn Karamazov e le «tre sorelle» di Cechov, ma anche e soprattutto i limiti tragici dell'umanità. Il suo è un viaggio con la scrittura nella scrittura, tra violenza e passione, isolamento e perdita dell'io, per arrivare a svelare, al di là delle maschere e dei personaggi che ci siamo creati, chi siamo realmente. Per provare a dire cos'è la sofferenza, cosa il nulla e il vuoto di senso, cosa la
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