Quasi 300 piante, 100 animali, decine di minerali, fiumi e città prendono il nome da Alexander von Humboldt, e questo fa di lui l'uomo che ha dato il suo nome a più cose nel mondo. Naturalista e geografo, descritto dai suoi contemporanei come 'l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone', Humboldt fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo. Tutta la sua vita è dedicata al viaggio e alla scoperta: esplora, scrive dei suoi viaggi e fa ricerche sulla natura con una curiosità che non conosce confini. Il suo anticipo sul resto del mondo è folgorante: sarà il primo a formulare teorie sui mutamenti climatici, l'ecologismo e contro il colonialismo, aprendo a una nuova idea di scienza democratica e inclusiva. In questa preziosa e accurata biografia Andrea Wulf ripercorre i passi e i viaggi di Humboldt e gli restituisce il suo posto nel pantheon dei grandi esploratori e ricercatori, riaccendendo la luce su un protagonista della scienza che può essere considerato a tutti gli effetti il primo grande divulgatore moderno.

Marzo 1793. Quando i soldati prussiani arrestarono Caroline Böhmer sembrò che una rivoluzione fosse stata stroncata sul nascere. La giovane donna, che viaggiava in compagnia della piccola Auguste di soli sette anni, era stata tra quanti, in Germania, avevano appoggiato l'occupazione di Magonza da parte dei repubblicani francesi. Caroline venne catturata e imprigionata senza processo assieme a coloro che avevano sognato di ripetere, in quella terra ancora feudale, l'esperienza della Rivoluzione francese. Eppure, di lì a pochi anni, Caroline sarebbe stata il cuore e la mente di un gruppo di giovani donne e uomini che avrebbero cambiato il mondo in modo ancora più profondo e duraturo di quanto fatto dai giacobini in Francia. La storia di questa rivoluzione, una rivoluzione dello spirito e della mente, è raccontata oggi da Andrea Wulf in Magnifici ribelli. Il luogo è Jena, non una grande capitale ma una piccola città della Germania centrale dove si incontrarono, nello stesso posto e nello stesso momento, il burbero filosofo Johann Gottlieb Fichte, l'enigmatico poeta Novalis, la scandalosa scrittrice Dorothea Veit, due coppie di fratelli geniali, gli Schlegel e i von Humboldt, il tormentato Friedrich Schelling e i più anziani Friedrich Schiller e Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Al centro di questa galassia di menti brillanti il grande poeta Johann Wolfgang Goethe, adorato come una divinità da quella compagnia di giovani ribelli che, in un mondo così diverso dal nostro e difficile da immaginare, intuirono come all'origine di ogni libertà ci sia l'Io, la parte nascosta di ogni esse

Descritto dai suoi contemporanei come 'l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone', Alexander von Humboldt fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo. Nato nel 1769 in una ricca famiglia aristocratica prussiana, rinunciò a una vita privilegiata per scoprire come funzionava il mondo. I suoi viaggi e le sue esplorazioni in ogni angolo del globo ne plasmarono il pensiero e ne fecero un personaggio leggendario, ammirato e citato come diretta influenza non solo da studiosi come Charles Darwin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e John Muir, ma anche da letterati come Goethe, Coleridge e Wordsworth; Thomas Jefferson scrisse che Humboldt era 'tra i principali artefici della bellezza' della sua epoca. Tuttavia, questa straordinaria personalità, a cui dobbiamo il nostro stesso concetto di natura e l'idea moderna di ambientalismo, sembra oggi pressoché dimenticata, e mentre il suo nome resiste ovunque - piante, animali, fiumi e città prendono il suo nome -, le sue opere prendono polvere sugli scaffali delle librerie. Andrea Wulf, acclamata storica e autrice di numerosi bestseller internazionali, si è immersa nelle opere, nei diari e nei documenti personali di Humboldt, ne ha seguito le tracce in tutto il mondo, visitando gli stessi luoghi e scalando le stesse montagne, per restituire a Humboldt, con questo libro, il posto che egli merita nel pantheon della natura e delle scienze. 'L'invenzione della natura' è anche un tentativo di capire come è nato e come si è formato il modo stesso in cui pensiamo il mondo.

Cosa accomuna un manipolo di mercanti e giardinieri inglesi, un intraprendente agricoltore americano e il botanico svedese più famoso di tutti i tempi? Fairchild, Miller, Bartram, Collinson, Banks, Linneo: sono solo alcuni membri della 'confraternita dei giardinieri' che, con ruoli, motivazioni e interessi diversi, nel corso del Settecento animarono una vera e propria 'rivoluzione botanica', così profonda e invasiva da aver dato forma non solo ai giardini e ai parchi inglesi così come oggi possiamo ammirarli, ma perfino a un 'paesaggio psicologico' di provata 'britannicità', un tratto inconfondibile nei costumi e nelle propensioni di un popolo. Sullo sfondo delle grandi esplorazioni di James Cook e degli anni cruciali che portarono alla nascita degli Stati Uniti d'America, il giardino all'inglese non divenne solo il passatempo e l'ossessione per milioni di inglesi - oltre che un lucroso affare per molti di loro - ma simbolo e veicolo stesso dell'Illuminismo, espressione visiva di un Paese famoso per essere la 'sede della libertà'. In pochi decenni, quei pionieri riuscirono a unire orticoltura pratica, botanica sistematica ed espansione coloniale in un progetto omogeneo, rafforzando il potere imperiale di una nazione sul mondo: questo libro, a metà tra il saggio e il romanzo storico, ripercorre l'avventura di coloro che riuscirono a plasmare con le proprie mani il 'capolavoro della natura' e a penetrarne i segreti.

Descritto dai suoi contemporanei come 'l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone', Alexander von Humboldt fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo. Nato nel 1769 in una ricca famiglia aristocratica prussiana, rinunciò a una vita privilegiata per scoprire come funzionava il mondo. I suoi viaggi e le sue esplorazioni in ogni angolo del globo ne plasmarono il pensiero e ne fecero un personaggio leggendario, ammirato e citato come diretta influenza non solo da studiosi come Charles Darwin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e John Muir, ma anche da letterati come Goethe, Coleridge e Wordsworth; Thomas Jefferson scrisse che Humboldt era 'tra i principali artefici della bellezza' della sua epoca. Tuttavia, questa straordinaria personalità, a cui dobbiamo il nostro stesso concetto di natura e l'idea moderna di ambientalismo, sembra oggi pressoché dimenticata, e mentre il suo nome resiste ovunque - piante, animali, fiumi e città prendono il suo nome -, le sue opere prendono polvere sugli scaffali delle librerie. Andrea Wulf, acclamata storica e autrice di numerosi bestseller internazionali, si è immersa nelle opere, nei diari e nei documenti personali di Humboldt, ne ha seguito le tracce in tutto il mondo, visitando gli stessi luoghi e scalando le stesse montagne, per restituire a Humboldt, con questo libro, il posto che egli merita nel pantheon della natura e delle scienze. 'L'invenzione della natura' è anche un tentativo di capire come è nato e come si è formato il modo stesso in cui pensiamo il mondo.

The acclaimed author of The Brother Gardeners and Founding Gardeners reveals the forgotten life of the visionary German naturalist whose ideas continue to influence how we view ourselves and our relationship with the natural world today.

Alexander von Humboldt (1769 - 1859) was an intrepid explorer and the most famous scientist of his age. His restless life was packed with adventure and discovery, whether climbing the highest volcanoes in the world or racing through anthrax-infested Siberia. He came up with a radical vision of nature, that it was a complex and interconnected global force and did not exist for man's use alone. Ironically, his ideas have become so accepted and widespread that he has been nearly forgotten. Now Andrea Wulf brings the man and his achievements back into focus: his investigation of wild environments around the world; his discoveries of similarities between climate zones on different continents; his prediction of human-induced climate change; his remarkable ability to fashion poetic narrative out of scientific observation; and his relationships with iconic figures such as Simón Bolívar and Thomas Jefferson. Wulf examines how his writings inspired other naturalists and poets such as Wordsworth, Darwin, and Goethe, and she makes the compelling case that it was Humboldt's influence on John Muir that led him to his ideas of preservation and that shaped Thoreau'sWalden. Humboldt was the most interdisciplinary of scientists and is the forgotten father of environmentalism. With this brilliantly researched and compellingly written book, she makes clear the myriad, fundamental ways that Humboldt created our understanding of the natural world.

Discusses Washington's love of nature and farming with research and archeological finds that traces the cultivation of Mount Vernon's landscape.

'The author of the highly acclaimed Founding Gardeners now gives us an enlightening chronicle of the first truly international scientific endeavor--the eighteenth-century quest to observe the transit of Venus and measure the solar system. On June 6, 1761, the world paused to observe a momentous occasion: the first transit of Venus between the earth and the sun in more than a century. Through that observation, astronomers could calculate the size of the solar system--but only if the transit could be viewed at the same time from many locations. Overcoming incredible odds and political strife, astronomers from Britain, France, Russia, Germany, Sweden, and the American colonies set up observatories in remote corners of the world only to have their efforts thwarted by unpredictable weather and warring armies. Fortunately, transits of Venus occur in pairs: eight years later, the scientists were given a second chance to get it right. Chasing Venus brings to life this extraordinary endeavor: the personalities ofeighteenth-century astronomy, the collaborations, discoveries, personal rivalries, volatile international politics, and the race to be first to measure the distances between the planets'--Provided by publisher.

The author of the highly acclaimed Founding Gardeners now gives us an enlightening chronicle of the first truly international scientific endeavor—the eighteenth-century quest to observe the transit of Venus and measure the solar system.
   On June 6, 1761, the world paused to observe a momentous occasion: the first transit of Venus between the earth and the sun in more than a century. Through that observation, astronomers could calculate the size of the solar system—but only if they could compile data from many different points of the globe, all recorded during the short period of the transit. Overcoming incredible odds and political strife, astronomers from Britain, France, Russia, Germany, Sweden, and the American colonies set up observatories in remote corners of the world, only to have their efforts thwarted by unpredictable weather and warring armies. Fortunately, transits of Venus occur in pairs: eight years later, the scientists would have another opportunity to succeed.
   Chasing Venus brings to life the personalities of the eighteenth-century astronomers who embarked upon this complex and essential scientific venture, painting a vivid portrait of the collaborations, the rivalries, and the volatile international politics that hindered them at every turn. In the end, what they accomplished would change our conception of the universe and would forever alter the nature of scientific research.

For the Founding Fathers, gardening, agriculture, and botany were elemental passions: a conjoined interest as deeply ingrained in their characters as the battle for liberty and a belief in the greatness of their new nation.
 
Founding Gardeners is an exploration of that obsession, telling the story of the revolutionary generation from the unique perspective of their lives as gardeners, plant hobbyists, and farmers. Acclaimed historian Andrea Wulf describes how George Washington wrote letters to his estate manager even as British warships gathered off Staten Island; how a tour of English gardens renewed Thomas Jefferson's and John Adams's faith in their fledgling nation; and why James Madison is the forgotten father of environmentalism. Through these and other stories, Wulf reveals a fresh, nuanced portrait of the men who created our nation.

From the author of the acclaimed The Brother Gardeners, a fascinating look at the founding fathers from the unique and intimate perspective of their lives as gardeners, plantsmen, and farmers.
For the founding fathers, gardening, agriculture, and botany were elemental passions, as deeply ingrained in their characters as their belief in liberty for the nation they were creating. Andrea Wulf reveals for the first time this aspect of the revolutionary generation. She describes how, even as British ships gathered off Staten Island, George Washington wrote his estate manager about the garden at Mount Vernon; how a tour of English gardens renewed Thomas Jefferson's and John Adams's faith in their fledgling nation; how a trip to the great botanist John Bartram's garden helped the delegates of the Constitutional Congress break their deadlock; and why James Madison is the forgotten father of American environmentalism. These and other stories reveal a guiding but previously overlooked ideology of the American Revolution.
Founding Gardeners adds depth and nuance to our understanding of the American experiment and provides us with a portrait of the founding fathers as they've never before been seen.

Cosa accomuna un manipolo di mercanti e giardinieri inglesi, un intraprendente agricoltore americano e il botanico svedese più famoso di tutti i tempi? Fairchild, Miller, Bartram, Collinson, Banks, Linneo: sono solo alcuni membri della 'confraternita dei giardinieri' che, con ruoli, motivazioni e interessi diversi, nel corso del Settecento animarono una vera e propria 'rivoluzione botanica', così profonda e invasiva da aver dato forma non solo ai giardini e ai parchi inglesi così come oggi possiamo ammirarli, ma perfino a un 'paesaggio psicologico' di provata 'britannicità', un tratto inconfondibile nei costumi e nelle propensioni di un popolo. Sullo sfondo delle grandi esplorazioni di James Cook e degli anni cruciali che portarono alla nascita degli Stati Uniti d'America, il giardino all'inglese non divenne solo il passatempo e l'ossessione per milioni di inglesi - oltre che un lucroso affare per molti di loro - ma simbolo e veicolo stesso dell'Illuminismo, espressione visiva di un paese famoso per essere la 'sede della libertà'. In pochi decenni, quei pionieri riuscirono a unire orticoltura pratica, botanica sistematica ed espansione coloniale in un progetto omogeneo, rafforzando il potere imperiale di una nazione sul mondo: questo libro, a metà tra il saggio e il romanzo storico, ripercorre l'avventura di coloro che riuscirono a plasmare con le proprie mani il 'capolavoro della natura' e a penetrarne i segreti.

Bringing to life the science and adventure of eighteenth-century plant collecting, The Brother Gardeners is the story of how six men created the modern garden and changed the horticultural world in the process. It is a story of a garden revolution that began in America.
 
In 1733, colonial farmer John Bartram shipped two boxes of precious American plants and seeds to Peter Collinson in London. Around these men formed the nucleus of a botany movement, which included famous Swedish botanist Carl Linnaeus; Philip Miller, bestselling author of The Gardeners Dictionary; and Joseph Banks and David Solander, two botanist explorers, who scoured the globe for plant life aboard Captain Cook's Endeavor. As they cultivated exotic blooms from around the world, they helped make Britain an epicenter of horticultural and botanical expertise. The Brother Gardeners paints a vivid portrait of an emerging world of knowledge and gardening as we know it today.