La pandemia da Coronavirus raccontata da sette personaggi che rappresentano le categorie universali della 'gente comune'. Narrazione essenziale delle resilienze e delle fragilità in una quotidianità sconvolta dal contagio, scandita dalle emergenze sanitarie, dai decreti restrittivi, dalle criticità economiche, dagli smarrimenti psicologici, dai vuoti affettivi e sociali tra paure, incertezze, rassegnazione, desiderio di rinascita. La 'storia del virus' in Italia durante un lungo, amaro anno il cui epilogo, nel tempo e nel modo, ancora non si lascia intravedere.

Il testo, composto da 150 frammenti narrativi, racconta un periodo storico che va dalla prima metà del Novecento fino ai giorni nostri utilizzando una serie di flash della memoria che riguardano il vissuto della protagonista inquadrato nel contesto sociale e culturale del periodo stesso. Arricchiscono il testo alcune immagini tratte dall'archivio personale dell'autrice. A poco a poco si snoda un percorso che diviene autobiografia attraverso il ricordo offrendo un pacato ma deciso sguardo sull'evoluzione-involuzione verificatasi tra gli anni Cinquanta del Novecento e i primi decenni del Ventunesimo secolo con evidenti riferimenti all'avvento delle nuove tecnologie.

Il dossier '...E avevo voglia di telefonarti' è il resoconto sofferto di un'esperienza realmente vissuta, il cui obiettivo è denunciare e porre rimedio. Una storia che richiama al rispetto della persona e al diritto-dovere di ciascuno di noi di sentirsi tale.

'Consonando consonanti' è una serie di filastrocche o scherzi linguistici che contengono ciascuna una lettera dell'alfabeto o una difficoltà ortografica tra le più comuni. La finalità primaria di questo lavoro è quella, mai superata, dell'imparare divertendosi, senza trascurare di attivare i processi di analisi e sintesi che sono alla base degli apprendimenti e pertanto trasversali alle diverse discipline. Alcune filastrocche sono corredate da un'illustrazione interpretativa che si ritiene possa essere vicina al mondo fantastico del bambino cui il lavoro è diretto.

Il romanzo si snoda tra gli anni 60 del secolo scorso e gli inizi di quello attuale. I due protagonisti, vittime delle convenzioni e della mentalità dell'epoca, affrontano un percorso disseminato di sotterfugi e avversità per tentare di dare voce e corpo alle proprie scelte. Il filo che li lega si tende nel momento in cui, giovani in balia dei propri ideali e dei propri sentimenti, tentano di superare i divieti e i pregiudizi. Complice della loro forza di amare un altro filo, antico e resistente, quello delle origini: il piccolo paese della Valsassina 'legato' alla singolare realtà di Venezia, terra di emigrazione per i fabbri premanesi. Il tutto inserito nel contesto storico-sociale della seconda metà del '900 nel Nord-Italia. Il tutto sotto il segno di un rapporto empatico tra la Valsassina e Venezia che, cominciato nel 1500, ancora oggi non è pronto a sciogliersi. Costante l'attenzione per l'universo delle emozioni e dei sentimenti in relazione a situazioni e ambienti.

Due generazioni di donne che convivono e si aiutano vicendevolmente, pur fra molte difficoltà economiche ed umane, in un interno popolare veneziano tra la fine Ottocento e gli inizi della Seconda Guerra Mondiale. Il romanzo suggerisce il fluire degli anni e dei giorni ed intende riportare il lettore al tempo specifico pur sottintendendo il superamento dello stesso e la eterna considerazione vichiana su corsi e ricorsi.