Per la prima volta in italiano ecco il manifesto dadaista di uno scrittore antiborghese e maudit, la coscienza tedesco-austriaca che tra il 1915 e il 1927 irride alla cultura europea dominante, forte dell'inaudito coraggio di mettersi e di mettere gli altri in ridicolo, per scampare alla svalutazione di tutti i valori del primo Novecento. In una flaneurie del pensiero coltissima e familiare ad un tempo - non senza allusioni alle oscenità e alle pratiche truffaldine tipiche del demi-monde delle capitali Parigi, Berlino, Roma e Napoli tra le due guerre, il manuale teorico Affrancamento definitivo e la sua applicazione pratica instaurano un rapporto provocatoriamente pedagogico con il lettore - conformemente agli stilemi della tradizione aforistica - il tutto condito con molta, molta ironia. Nei singoli aforismi vengono derisi i luoghi comuni più ricorrenti (sulle donne, gli ebrei, i mocciosi, gli storpi, i vecchi, le metropoli estere) che fanno di questo manuale un caustico quanto umoristico elogio della mediocrità borghese. Dopo gli aforismi dada del manuale teorico, quello pratico si snoda in tappe che abbracciano i vari ambiti della socialità novecentesca: a una ouverture sui 'principi elementari' e sulla 'conoscenza umana', seguono le sezioni 'in viaggio e in albergo', 'donne', 'accorgimenti', 'allenamento', 'istruzioni', 'questioni di particolare importanza', 'uomini', 'abbigliamento e maniere', 'raccomandazioni', 'lettere e denaro', 'superstizione', culminando infine nel 'numero di chiusura': «Il mondo, si sa, vuole essere ingannato. Ma se non lo fai, andrà davvero su t
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