In una calda e assolata Catania degli anni Settanta, Centamore, giovane commissario di Pubblica Sicurezza, si ritrova, dopo sette anni d'assenza dalla sua Sicilia, proiettato in una realtà che aveva quasi dimenticato. Ben presto si riabitua al clima e alla gente e, peggio ancora, come dice lui stesso, ricomincia a pensare come un siciliano. È un personaggio bizzarro Centamore, dall'animo gentile e fin troppo schietto. L'indagine che conduce in sordina gli capita fra le mani a seguito di una serie di coincidenze e lo riporta a ritroso nel tempo. La sua natura di uomo siculo prende il sopravvento e man mano che la verità riaffiora egli s'incaponisce, con il suo fidato brigadiere Patanè, a far luce su eventi ormai trascorsi da decine di anni. In questo 'giallo che non ti aspetti', come lo definisce nella prefazione Antonella Gurrieri, la vera protagonista è Catania, con le sue sfumature dialettali così musicali: ed ecco che anche il lettore viene catapultato tra quelle fertili campagne e l'azzurro mare con sullo sfondo l'Etna dominante, nell'afa estiva che non lascia scampo, a gustare cibi prelibati e aiutare Centamore e Patanè nella risoluzione del caso.

Nella crisi, nella tempesta perfetta, le navi possono cedere in termini strutturali, ma in qualche modo sono gli esseri umani a cercare di superare la violenza delle intemperie. Uomini senza più regole, strutture, bussole, convinzioni, status ma che, uniti, cercano di uscire dal caos per rivedere la luce. Questi uomini devono prima di tutto tarare alcune piccole cose. Nel profondo delle proprie attitudini, per scoprire forze inaspettate. Il percorso immaginato dall'autore prevede tre macro step: consapevolezza (della nebbia); riscoperta del ruolo degli altri; possibili vie di uscita.