Jean-Yves Leloup esplora l'attenzione come pratica spirituale e filosofica. Attraverso riflessioni su mistica, meditazione e presenza, l'autore invita a coltivare uno sguardo attento sulla vita, riscoprendo la bellezza e il sacro del quotidiano. Un approccio moderno e innovativo alla spiritualità. In un mondo dominato dalla performance, essere attenti significa coltivare la disposizione a evolversi, a cambiare in profondità, vivendo l'istante nella sua pienezza.

Nell'attuale dibattito sui problemi dell'ambiente non si fa mai riferimento a quel legame spirituale che l'essere umano intrattiene da sempre con il pianeta che abita. Il teologo e filosofo Jean-Yves Leloup, in questo libro agile ma ricco di spunti, introduce i lettori alla sua visione di un'ecologia integrale, che definisce ecosofia. Non una teoria, ma una prospettiva radicalmente nuova in cui inquadrare il nostro rapporto con la Terra e i suoi abitanti. Oltre a quella razionale e scientifica, Leloup identifica altre tre forme di ecologia: quella istintiva o sciamanica; quella intuitiva o non dualista, che percepisce la Natura attraverso l'amore che nutre per essa e trova nel mistico Rumi e in san Francesco i suoi ispiratori; e infine quella religiosa o sacra. Al centro, sintesi di queste quattro diverse relazioni tra uomo e ambiente, sta la nuova prospettiva, l'ecosofia, insieme scientifica, spirituale, contemplativa e religiosa, che ci permetterà di avere cura di noi stessi e della natura e di riconoscere la bellezza dell'Essere infinito che si nasconde in essa.

È una storia vera. Nel 2005 fu sventato un attacco suicida alla cappella Sistina. Questo libro riporta il dialogo fra i due protagonisti alla vigilia dell'evento.

La medicina moderna tende ancora a dissociare la guarigione del corpo e quella dello spirito. Di fronte a questa insufficienza, numerose tradizioni mettono in sinergia salute e spiritualità e pongono l'idea di una terapia globale al centro del loro approccio. In occasione di un pellegrinaggio inter-tradizioni nel luogo del risveglio del Budda, a Bodhgaya in India, tre figure importanti della spiritualità moderna hanno scelto di condividere la loro esperienza e confrontare le tradizioni sufi, cristiana e buddista per rispondere a domande fondamentali per affrontare un cammino di guarigione fisica e spirituale: come, attraverso la disciplina dello spirito e il pellegrinaggio interiore, liberarsi delle grandi afflizioni della mente? Di fronte alla malinconia, alla sofferenza emotiva, come possono la preghiera e l'arte divenire degli strumenti terapeutici? Che effetti possiamo aspettarci sulla salute del corpo? Un dialogo sapiente e ricco di suggerimenti, che affronta tutte le questioni fondamentali del rapporto tra uomo e trascendente, dell'uomo con le proprie origini, offrendo risposte straordinariamente attuali.

La prima redazione del Vangelo di Maria, il cui manoscritto è conservato dal 1896 nel Dipartimento di egittologia dei musei nazionali di Berlino, potrebbe risalire all'anno 150 ca. È dunque uno dei testi primitivi del cristianesimo, insieme agli altri Vangeli canonici. È un Vangelo, se non scritto, almeno ispirato da una donna: Maria di Magdala, colei che fu la prima testimone della risurrezione di Cristo. Il testo racconta in particolare la relazione privilegiata vissuta con il Maestro: da 'amica intima' ne diviene trasmettitrice degli insegnamenti più delicati e profondi. L'autore commenta i versetti del testo e ne trae suggestive indicazioni per un'esperienza umana e cristiana fondata sulla 'conoscenza' e sul puro amore, suggeriti da una scrittura al femminile.

A profound reflection on how complementary themes in Buddhism and Christianity could serve as the basis for a truly ecumenical faith

• Compares Zen meditation with the Greek Orthodox practice of Hesychasm (prayer of the heart)

• Shows how Buddha and Jesus represent the distinct yet complementary values of meditation and compassion

In Asian spiritual traditions the mountain traditionally symbolizes meditation while the ocean signifies compassion. Jean-Yves Leloup uses this metaphor to compare Buddhist and Christian approaches to meditation and compassion to reveal the similarities and divergences of these profound practices. Emphasizing their complementary nature, Leloup describes how Jesus and Buddha are necessary to one another and how together they form a complete system: Jesus as awakening through love, and Buddha as awakening through meditation. Where Buddha represents the forests, Jesus represents the trees. Buddha is brother to the universe, whereas Jesus is brother to humanity.

Nevertheless, these two religious traditions have a profound common ground. Compassion is central to Buddhism, and meditation practices have been central to many Christian traditions. Both view murder, theft, and the destructive use of sexuality as great barriers to realizing our essential being, and both agree on the need to rise above them. Here, however, Leloup suggests that both faiths could benefit from the precepts of the other. The complementary aspects of Christianity and Buddhism offer the possibility for a truly profound ecumenical religion whose interfaith relations are based on deep understanding of the true meaning and practice of meditation and compassion and not merely shared goodwill.

Chi è Giuda Iscariota? Uno Zelota, un uomo 'pieno di zelo' per la casa di Dio, che vorrebbe alla fine veder instaurare il Suo regno sulla Terra promessa? Un uomo che si sente tradito da Gesù nelle sue speranze politiche? Alla luce dei Vangeli, dei testi apocrifi e in particolare di un codice copto che si dice essere il Vangelo di Giuda, il filosofo e teologo Jean-Yves Leloup ripercorre l'appassionante itinerario di quest'uomo disperato, dai primi slanci della sua conversione fino agli eventi che lo condussero al suo misfatto. Gesù e Giuda non rappresentano forse le due facce di un'unica Rivelazione? Con il personaggio di Giuda si pone la questione del male, del 'male in persona' e del perché della sua esistenza. Non è forse egli come un''ombra' che da maggiore risalto alla 'luce del Bellissimo'? Al di là dei fatti storici, questo libro illustra il crudele dilemma che ogni uomo si trova ad affrontare quando è costretto a scegliere tra le esigenze della realtà e gli slanci del proprio cuore.

A radical reinterpretation of the relationship of Judas and Jesus

• Reexamines the role and the purpose the key figure of Judas played in the crucifixion story

• Reveals how Judas was “betrayed” by Jesus, and how, taken to the limits of his humanity, he lost everything he most cherished on the path to his true self

The familiar story of Judas, betrayer of Jesus, is striking because of its incomprehensibility. Why would one of Christ's disciples and companions of the heart deliver him up to his enemies and a barbarous, ignominious, and certain death for thirty pieces of silver? Jean-Yves Leloup's careful investigation of the gospels, various apocryphal texts, and most importantly the Coptic codex known as the Gospel of Judas, leads him to conclude that there is more to the familiar story of Judas than a simple demonstration, viewed through one man, of humanity's inherent failings.

The betrayal of Jesus to the Romans was Jesus's idea, explains Leloup. Jesus persuaded Judas to play the role of “evil” in humankind by telling him that this enactment was crucial to God's plan and would set Judas by Jesus's side for eternity: “There where I am,” spoke Jesus to Judas, “is where I wish you, too, to be.”

But to get there, Judas--a metaphorical representation of the darker side present in all human beings and the “shadow” counterpart to his Messiah dying on the cross-- must first shed all his human qualities. His failings of greed, deceit, and cowardice--and even his faith and hope--are washed away in the despair that engulfs him. A parallel moment occurs for Jesus on the cross, when he comes to know the despair of separation from God. The moment Judas “loses” his life and all that gave it meaning--his God, his law, his justice, his Messiah--is the very moment he finds that which cannot be discarded--life eternal. Thus, in the moment of his ultimate extremity, Judas receives Jesus's true message and his intended gift.

La prima redazione del Vangelo di Maria, il cui manoscritto è conservato dal 1896 nel Dipar-timento di egittologia dei musei nazionali di Berlino, potrebbe risalire all'anno 150 ca. È dunque uno dei testi primitivi del cristianesimo, insieme agli altri Vangeli canonici. È un Vangelo, se non scritto, almeno ispirato da una donna: Maria di Magdala, colei che fu la prima testimone della risurrezione di Cristo. Il testo racconta in particolare la relazione privilegiata vissuta con il Maestro: da 'amica intima' ne diviene trasmettitrice degli insegnamenti più delicati e profondi. L'autore commenta i versetti del testo e ne trae suggestive indicazioni per un'esperienza umana e cristiana fondata sulla 'conoscenza' e sul puro amore, suggeriti da una scrittura al femminile.

Si parla molto d'amore, lo si cerca, lo si attende, lo si desidera, lo si sfugge. Si spera di dire un giorno: 'Ti amo' a colui o a colei che si sogna, o già lo si dice alla compagna, al compagno della propria vita. Ma si sa ciò che si dice con: 'Io ti amo'? Chi è questo 'io' che dice d'amare? E di che amore si tratta? Prendendo alternativamente la parola, Catherine Bensaid e Jean-Yves Leloup esprimono le rispettive visioni, psicoanalitica e filosofica, clinica e poetica, su questa eterna ricerca che ci riguarda tutti. E ci invitano a salire una 'scala dell'amore' al fine di crescere insieme verso un amore che non si sperimenta con la richiesta e la mancanza, ma nella pienezza del dono.

An examination of how the teachings of Jesus reveal the essential role of sexuality in spiritual growth and transformation

. Shows that Jesus did not come to redeem humanity from the life of the flesh, but to honor it as a spiritual path

. Uses Hebrew, gnostic, and early Christian source texts to reveal the true context of the words attributed to Jesus

. Explores the spiritual and physical relationship shared by Jesus and Mary Magdalene

Of all the major religions, Christianity is the only one that has utterly rejected sexuality as one of the many paths that can lead to enlightenment and salvation. But if Jesus was indeed 'the Word made flesh' and serious consideration is given to the mystery of his Incarnation, is it reasonable that physical love would have been prohibited to him?

Drawing from the canonical and apocryphal gospels, the Hebrew esoteric tradition, and gnosticism, Jean-Yves Leloup shows that Jesus did not come to save humanity from the life of the flesh but to save the life of the flesh so that it would truly transfigure all people. Leloup explains that when Saint Paul said it was good to be without women, he did not cite any words of Jesus in support of this contention. In fact, Paul's statement utterly contradicts the words of God in Genesis: 'It is not good that man should be alone.' Leloup argues that the elimination of the divine feminine and sacred sexuality set in motion by Paul's words does not reflect the true teachings of Christ, and that the transformation of Jesus into a celibate is the true heresy. His research restores Christ's true human sexuality and shows it to be a vital part of humanity's spirituality. Leloup contends that by understanding the sacred nature of the embrace shared by man and woman as a true reflection of humanity made in God's image, Christianity can again become the powerful path of transfiguration Christ intended.

A new translation and analysis of the gospel that records the actual words of Jesus

. Explores the gnostic significance of Jesus's teachings recorded in this gospel

. Explains the true nature of the new man whose coming Jesus envisioned

. Translated and interpreted by the author of the bestselling The Gospel of Mary Magdalene and The Gospel of Philip

One of the cache of codices and manuscripts discovered in Nag Hammadi, the Gospel of Thomas, unlike the canonical gospels, does not contain a narrative recording Christ's life and prophecies. Instead it is a collection of his teachings--what he actually said. These 114 logia, or sayings, were collected by Judas Didymus Thomas, whom some claim to be Jesus's closest disciple. No sooner was this gospel uncovered from the sands of Upper Egypt than scholars and theologians began to bury it anew in a host of conflicting interpretations and polemics. While some say it is a hodgepodge from the canonical gospels, for others it is the source text from which all the gospel writers drew their material and inspiration.

In this new translation of the Gospel of Thomas, Jean-Yves Leloup shows that the Jesus recorded by the "infinitely skeptical and infinitely believing" Thomas has much in common with gnostics of non-dualistic schools. Like them, Jesus preaches the coming of a new man, the genesis of the man of knowledge. In this gospel, Jesus describes a journey from limited to unlimited consciousness. The Jesus of Thomas invites us to drink deeply from the well of knowledge that lies within, not so that we may become good Christians but so we may attain the self-knowledge that will make each of us, too, a Christ.

A new translation and analysis of one of the most controversial of the apocryphal gospels

• Emphasizes an initiatic marriage between the male and female principles as the heart of the Christian mystery

• Bears witness to the physical relationship shared by Jesus and Mary Magdalene

• Translated from the Coptic and analyzed by the author of the bestselling The Gospel of Mary Magdalene (over 90,000 sold

The mainstream position of the Christian church on sexuality was perhaps best summed up by Pope Innocent III (1160-1216) when he stated that “the sexual act is so shameful that it is intrinsically evil.” Another Christian theologian maintained that the “Holy Ghost is absent from the room shared by a wedded couple.” What Philip records in his gospel is that Christ said precisely the opposite: The nuptial chamber is in fact the holy of holies. For Philip the holy trinity includes the feminine presence. God is the Father, the Holy Ghost is the Mother, and Jesus is the Son. Neither man nor woman alone is created in the image of God. It is only in their relationship with one another--the sacred embrace in which they share the divine breath--that they resemble God.

The Gospel of Philip is best known for its portrayal of the physical relationship shared by Jesus and his most beloved disciple, Mary of Magdala. Because it ran counter to the direction of the Church, which condemned the “works of the flesh,” Philip’s gospel was suppressed and lost until rediscovered at Nag Hammadi in 1947. Orthodox theologian Jean-Yves Leloup’s translation from the Coptic and his analysis of this gospel are presented here for the first time in English. What emerges from this important source text is a restoration of the sacred initiatic union between the male and female principles that was once at the heart of Christianity’s sacred mystery.

Restores to the forefront of the Christian tradition the importance of the divine feminine

. The first complete English-language translation of the original Coptic Gospel of Mary, with line-by-line commentary

. Reveals the eminence of the divine feminine in Christian thought

. Offers a new perspective on the life of one of the most controversial figures in the Western spiritual tradition

Perhaps no figure in biblical scholarship has been the subject of more controversy and debate than Mary Magdalene. Also known as Miriam of Magdala, Mary Magdalene was considered by the apostle John to be the founder of Christianity because she was the first witness to the Resurrection. In most theological studies she has been depicted as a reformed prostitute, the redeemed sinner who exemplifies Christ's mercy. Today's reader can ponder her role in the gospels of Philip, Thomas, Peter, and Bartholomew--the collection of what have come to be known as the Gnostic gospels rejected by the early Christian church. Mary's own gospel is among these, but until now it has remained unknown to the public at large.

Orthodox theologian Jean-Yves Leloup's translation of the Gospel of Mary from the Coptic and his thorough and profound commentary on this text are presented here for the first time in English. The gospel text and the spiritual exegesis of Leloup together reveal unique teachings that emphasize the eminence of the divine feminine and an abiding love of nature over the dualistic and ascetic interpretations of Christianity presented elsewhere. What emerges from this important source text and commentary is a renewal of the sacred feminine in the Western spiritual tradition and a new vision for Christian thought and faith throughout the world.

Accanto ai cosidetti 'Vangeli gnostici' scritti in lingua copta e rinvenuti nel 1945, è possibile accostare un testo che finora sembra non aver sufficientemente ricevuto l'attenzione degli specialisti e che resta in pratica ignorato dal grande pubblico. Si tratta de Il Vangelo di Maria, un papiro che gli studiosi fanno risalire addirittura al 150 D.C. Un testo antichissimo dunque, ma soprattutto l'unico vangelo scritto attribuito a una donna, a quella Myriam Magdala seguace di Gesù durante la sua vita e prima testimone della sua resurrezione.