l volume esamina il senso di precarietà della vita sperimentato dagli iraniani e dalle iraniane nel primo decennio del ventunesimo secolo. La dissoluzione dei legami familiari, la precarietà lavorativa, le disuguaglianze di genere e di classe, un intenso individualismo, un senso di homelessness (mancanza di terra natia): tutti questi fenomeni contribuiscono alla determinazione delle vite precarie. Descritti dalla società come improduttivi e come un peso per la società, le giovani e i giovani iraniani sono sottoposti a una perenne incertezza determinata dal dispositivo dell'attesa, continua e senza fine, che li costringe in una pietrificante immobilità sociale e spaziale. Nelle vite precarie, il presente è incerto e il domani appare senza futuro. Tuttavia, attraverso un'attenta ricerca sul campo tra i giovani di Teheran ed Esfahan, nonché tra i lavoratori migranti delle aree rurali, Khosravi descrive anche il sogno 'a occhi aperti' e la speranza delle giovani generazioni per il cambiamento, praticato attraverso la mobilitazione e la solidarietà nelle proteste politiche, nei carnevali di strada e nei movimenti sociali. Intrecciando abilmente storie individuali di giovani, rapporti governativi, dati statistici e analisi dell'arte di strada e della letteratura contemporanea, Shahram Khosravi dà vita a un ritratto denso dell'esperienza di precarietà nella vita quotidiana degli iraniani e delle iraniane e al contempo le loro possibilità di sperare, agire e dunque cambiare. Vite precarie. Attesa e speranza in Iran è un'opera vitale per l'antropologia contemporanea, non soltanto pe

Questa ricerca etnografica condotta da un antropologo iraniano sulla natura non solo fisica ma anche immaginaria dei confini prende le mosse da un'esperienza di migrazione illegale vissuta in prima persona. Così l'auto-narrazione si coniuga alla scrittura etnografica in un'indagine a tutto campo sull'attuale regime delle frontiere e sui concetti chiave di cittadinanza, Stato-nazione, diritti, disuguaglianza. Nell'investigare quel «feticismo dei confini» che contrassegna la nostra epoca, Khosravi si muove nel tempo e nello spazio, mettendo insieme le riflessioni sul tema di autori come Kafka, Benjamin e Arendt con l'analisi dei flussi migratori in atto, o meglio dei suoi protagonisti clandestini, trafficanti di esseri umani compresi. Ed è proprio questo inedito «sguardo illegale» che consente di mettere a nudo le retoriche delle democrazie occidentali insieme al perverso sfruttamento planetario dei migranti, trasformando questa ricerca sul campo in una vera e propria cartografia etica e politica del mondo contemporaneo.

In `Illegal' Traveller, Shahram Khosravi explores the issue of borders and border crossing in the era of globalization and transnationalism, analysing how the nation-state system regulates movements of people. In doing so, Khosravi contends that freedom of mobility for some is only possible through the organized exclusion of others.

Khosravi examines how migrant illegality is configured in the contemporary world and explores what it means to be an `illegal' migrant. The focus is on a multifaceted picture of what migrant illegality is like for those who find themselves in this position. Based on his own journey and informants' border narratives, he investigates the nature of borders, border politics, and the rituals and performances of border crossing. By focusing on individual experiences, he draws attention to the implementation of policy and law. Border stories reveal the interaction between agency and structure in migratory experiences. They offer a human portrait of illegal travellers.

With more than half its population under twenty years old, Iran is one of the world's most youthful nations. The Iranian state characterizes its youth population in two ways: as a homogeneous mass, 'an army of twenty millions' devoted to the Revolution, and as alienated, inauthentic, Westernized consumers who constitute a threat to the society. Much of the focus of the Islamic regime has been on ways to protect Iranian young people from moral hazards and to prevent them from providing a gateway for cultural invasion from the West. Iranian authorities express their anxieties through campaigns that target the young generation and its lifestyle and have led to the criminalization of many of the behaviors that make up youth culture.

In this ethnography of contemporary youth culture in Iran's capital, Shahram Khosravi examines how young Tehranis struggle for identity in the battle over the right to self-expression. Khosravi looks closely at the strictures confronting Iranian youth and the ways transnational cultural influences penetrate and flourish. Focusing on gathering places such as shopping centers and coffee shops, Khosravi examines the practices of everyday life through which young Tehranis demonstrate defiance against the official culture and parental dominance. In addition to being sites of opposition, Khosravi argues, these alternative spaces serve as creative centers for expression and, above all, imagination. His analysis reveals the transformative power these spaces have and how they enable young Iranians to develop their own culture as well as individual and generational identities. The text is enriched by examples from literature and cinema and by livid reports from the author's fieldwork.