Lui e Lei, due protagonisti per un'unica storia. Lei: la fede nell'amore. Lui: una sola fede, la squadra del cuore. L'amore muove il sole e tutto l'universo, pensa Lei. Lui crede invece che l'amore sia peggio di uno tsunami, un tornado che ti scoperchia il tetto di casa e ti lascia sul lastrico. Lei, che non sopporta il pensiero che Lui la tradisca, nemmeno col pensiero. Lui che non ha altri pensieri. Lei e il dubbio che la martella, e per questo, Lei che non dà tregua a Lui. Una commedia, la vita, tutta da ridere. Con uomini e donne alla ricerca perenne di una dimensione in cui potersi incontrare. Mission impossible? Forse sì, eppure ci si continua a rincorrere: Lei sempre alla ricerca dell'amore perfetto, Lui sempre proteso a trovare un espediente, un rimedio per svincolarsi. E il rimedio c'è! Il colpo di teatro è un fluido che attraverso lo sguardo magnetico, il movimento delle mani e il suono della voce consente a Biagio (Vito Prudente nella storia) di addormentare le sue donne al suono di 'Guardami guardami'.

Accade tutto trent'anni fa. Due amici giocano una schedina al totocalcio, in società; una cosa alla buona, come si faceva una volta, per il gusto di stare insieme la domenica davanti alla radio ascoltando i risultati del campionato di calcio. Mai avrebbero creduto di poter indovinare tredici risultati tutti di fila sulla stessa colonna. Tant'è che uno dei due amici non regge all'emozione: colto da infarto, ci rimane sul colpo. L'occasione fa l'uomo ladro, si dice; così il superstite incassa l'intera vincita per una somma esorbitante che lo iscrive a pieno titolo nel club dei miliardari, precipitandolo senza scampo nel girone dei dannati a vita. Dopo trent'anni, in preda alla disperazione, il miliardario (oggi milionario), decide di restituire la somma sottratta. In cambio dell'ammontare di un milione di euro, all'unico erede dell'amico tragicamente scomparso, non chiede altro che il perdono. Si potrebbe anche fare, se non ci fossero una serie di colpi di scena che complicano la storia.

Timido, affetto da una strana sindrome che gli impedisce di comunicare con le donne, Michele le ha provate tutte. Ha consultato vari manuali di autostima e si è sottoposto ad ogni possibile terapia pur di superare il grave disturbo che lo rende infelice. Circondato com'è da splendide modelle e da collaboratrici avvenenti, a causa del ruolo che occupa nell'atelier di cui è titolare, il suo equilibrio è messo continuamente a dura prova. Michele è uno stilista di talento, il marchio 'Michel Gripot' potrebbe ottenere maggiori consensi se solo l'uomo fosse più incline alle pubbliche relazioni. Ma la timidezza è un'esperienza universale che interessa tutti, chi più, chi meno. Forse non è nemmeno una patologia bensì una caratteristica della personalità. Per una strana coincidenza, il timido protagonista della storia, viene in possesso di una confezione di pastiglie prodigiose che lo fanno apparire più bello e più sicuro di sé. Almeno così sembra. Una cosa è certa, quella pillola che frizza cambierà la vita a Michel Gripot.