La 'Salita del Monte Carmelo' e la 'Notte oscura' sono due capolavori di san Giovanni della Croce intimamente connessi. La Notte dice oscurità avvolgente, solitudine, silenzio, attesa passiva. La Salita indica sforzo, cammino aspro, difficoltà, iniziativa. Tuttavia prevale l'unità, che è data dall'esperienza fondamentale comune: nel complesso, il dittico Salita-Notte costituisce una visione grandiosa del cammino spirituale, dall'inizio alla fine. La figura del monte dà il titolo, la simbologia e in parte anche lo schema generale al libro della Salita. La metafora indica un punto elevato di difficile accesso e lo sforzo richiesto per ascendervi, ma ancor più il luogo elevato dove Dio si rivela e l'uomo si incontra con Dio: l'Oreb, il Sinai, il Carmelo... L'opera è presentata in una nuova traduzione, più fedele al testo originale spagnolo, con introduzione e note del grande studioso sanjuanista Federico Ruiz.

All'inizio del Cantico Spirituale, Giovanni della Croce lamentava di non poter quasi parlare, per il fatto di trovarsi al limite del mistero ineffabile. Ora ha motivi per intraprendere un'opera nuova, che inizia il suo cammino dove la precedente aveva dovuto terminare. Si conferma l'osservazione dell'antico biografo: 'Dove i più avanzati scrittori di mistica sembrano arrestarsi, il venerabile Padre comincia'. Di più, dove egli stesso sembrava aver esaurito le sue possibilità, ricomincia a creare in modo fresco e originale. Tutto ciò si giustifica se supponiamo nell'autore un'abbondante esperienza mistica e straordinaria capacità di espressione. In realtà, con ciò non abbiamo spiegato nulla; abbiamo solo spostato il mistero alle sue fonti: intelligenza e mistica e genialità letteraria.