Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle pił grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, pił 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una cittą di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa.

Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle pił grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, pił 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una cittą di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben pił che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due cittą toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivņ la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino.

Quarta dopo tre precedenti produzioni, la raccolta odierna, 'In punta di matita', sorprende l'autore intento a colloquiare con i propri ricordi e a interloquire con le intemperie momentanee del suo spirito, ora sorretto da una memoria retrograda dell'esperienza ora fortificato da acquisizioni recenti sul mistero e sul senso stesso della vita. Qui la natura, gli affetti, gli amici, che nei momenti pił prospettici dell'ispirazione lirica avevano retto all'urto di prove severissime della vita, rivelano invece la propria caducitą, disvelano l'inanitą delle illusioni di cui si erano alimentati al cospetto di una vita che, nel suo cinico cammino, bussa alla porta di ognuno, porgendo a ciascuno un conto salato da pagare. Prefazione di Walter Iorio.