Sono le 21:00 di una calda serata primaverile nel piccolo paese di Campello sul Clitunno, s'innalza un fumo nero e si sente odore di bruciato. All'improvviso un boato squarcia la quiete del piccolo borgo e solo allora la popolazione esce, spaventata, dalle case. Un grosso incendio ha avviluppato un vecchio fabbricato posto a poche centinaia di metri dal castello e le fiamme rischiano di lambire lo stesso e attaccare gli uliveti che ricoprono la collina. Ma cosa lega il fabbricato incendiato alle vite dei protagonisti? Nulla succede per caso, non esistono le coincidenze e tutto era già scritto, in precedenza. I personaggi di questo romanzo sono quattro giovani avvocati: Laura, Gianmaria, Marilena e Andrea. Le loro storie s'intrecciano sui banchi dell'Università di Perugia e amicizia, amore, tradimenti, passione, li uniranno lungo tutto il percorso della loro vita.

Questa è la storia di Francesco, giovane detenuto dell'I.P.M. di Airola (Bn) che dopo un breve periodo trascorso nel riformatorio nell'isola di Nisida, viene trasferito nell'ex Palazzo Ducale di Airola. È proprio in questo palazzo, che il nostro protagonista chiama il "mio palazzo", che è cominciata la sua nuova vita. Nel caso di Francesco lo Stato, ha sicuramente mantenuto la promessa secondo cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione dei detenuti. Tante persone, con ruoli diversi, lo hanno coinvolto, dandogli la possibilità di imparare mestieri per un futuro lavoro. In questo libro Francesco diventa guida turistica e guida il lettore in un'itinerario che dalla piccola città di Airola fa conoscere.

Braga-Portogallo. Una camera di un lussuoso albergo, un uomo giace riverso sul letto della sua camera, apparentemente morto. Chi è quest'uomo? Da dove proviene? Da un'altra città: Firenze, Italia, una donna ultracinquantenne, medico in pensione, in crisi per la separazione dal marito e ormai al rifiuto dell'ipocrita vita impostale da un ceto alto borghese, decide di fare un viaggio e ricostruire la sua vita in un tour in cui viaggerà sola con una guida solo dedicata a lei per visitare tutto il Portogallo, paese da lei sempre amato. Quello che doveva essere solo un viaggio di piacere si rivela per la donna piacente, apparentemente timida e con poca personalità, il riscatto di una vita. Si ritrova a vivere un turbinìo di passione, tradimenti, omicidi e vendette, scoprendo anche a se stessa di essere molto diversa dalla Chiara che tutti conoscono e che lei stessa credeva di essere. Ma quale fil rouge unisce Chiara e l'uomo morto sul letto d'albergo a Braga? L'autrice da vita ad una storia piena di passione e mistero, amore e odio, con una protagonista che dimostra doti insospettabili di acume, intelligenza, capace di amare e odiare allo stesso tempo con un finale impensabile.

Cosa è successo all'insegnante Cristina Marino, che tutti a Foligno conoscono con il nome di Anna Rita? Perché ha tentato il suicidio impiccandosi al ciliegio del giardino di casa? La giovane donna ha stravolto la sua vita in diverse occasioni, ha cambiato la sua identità per sfuggire a un destino già segnato, non dalle sue scelte ma dagli insindacabili intenti altrui. Ha saputo ricominciare ogni volta in cui, dall'esterno, qualcuno ha invaso la sua esistenza facendole del male. Ma adesso è accaduto qualcosa che le sembra imperdonabile, e mentre viene soccorsa vede scorrere il suo passato dal principio. Cristina è nata a Torrefiorita, in provincia di Messina, in una civiltà arcaica, contadina e maschilista. Il suo percorso, in quanto femmina, è già tracciato: anche se ama studiare, ha un'intelligenza invidiabile e sogna di diventare una pediatra, le tocca imparare a svolgere impeccabilmente i lavori domestici e, neanche maggiorenne, sposare un uomo molto più grande di età che la sua famiglia ha scelto per lei. Ma Cristina, colta, coraggiosa e rivoluzionaria, organizza nel dettaglio il suo sorprendente piano di fuga. L'autrice dà vita a una storia coinvolgente, a una protagonista che si lascia amare per l'arguzia, la sensibilità e un pizzico di sana follia che la contraddistinguono.

"Oscar Wilde diceva che l'unico modo di amare è amare. Ho amato tutta la vita: un uomo, i miei genitori, le mie sorelle e fratelli, i miei figli, i miei nipoti, i miei suoceri, i miei colleghi. Ho amato. Solo amato, ma non sono stata amata. Mai."