L'opera di Alba Rosaria Contino si distingue per una raffinata capacità di coniugare introspezione personale e sensibilità sociale. Attraverso una scrittura che fonde il rigore analitico degli studi scientifici con l'espressività appresa dalle letture classiche e moderne, l'autrice esplora il silenzio interiore trasformandolo in un dialogo poetico intenso e universale. Il titolo della silloge evoca la dimensione profonda dell'ascolto di sé e del mondo, in un continuo confronto tra interiorità e realtà esterna. La scrittura diventa un respiro vitale che dà forma alle intuizioni, restituendo al lettore immagini evocative e un percorso coerente di riflessione sui grandi temi dell'esistenza e dell'attualità. Le poesie si caratterizzano per una marcata coerenza tematica e un'eleganza stilistica, con un uso sapiente di figure retoriche e una musicalità che accompagna il lettore in ogni componimento. L'opera affronta con autenticità temi personali e sociali, offrendo una prospettiva intima e al contempo aperta al dialogo universale. Il legame tra parola e meditazione emerge come una ricerca continua di equilibrio, in cui l'atto poetico diventa una forma di ascolto e risposta al mondo.

Scorrono, padrone del gioco, le parole che il fiume della vita - placido o burrascoso che sia - alimenta nel corso di una speranza mai perduta, che impregna i colori del quotidiano nel profondo dell'anima dove, si spera, possa nascere un sogno a compensazione delle storture esistenziali. E sono emotività allo stato puro ad affrontare tempeste che scuotono il turbinio di un'esistenza che non concede alibi, ma che non la dà per vinta ai disastri che ronzano intorno, reagendo, bensì, con rinnovato vigore, a cavallo di quella rigenerata positività 'che di conforto veste nuovi giorni', rinfrancati nella missione che investe 'Nei camici il sorriso', 'Nel cuore dell'Africa' oppure 'Tra i sommessi sassi ... che rievocano il passato di una vita dall'intensa gloria', per approdare nei 'Vicoli dalla dorata luce'. (...) Mauro Romano