Questa raccolta di racconti canta la vita in tutti i suoi aspetti; anzi: la fotografa, ponendo l'obiettivo da più angolature e mutando il soggetto in modo coglierne ogni dettaglio o sfaccettatura. La vita, o il suo contraltare, la morte; che comunque è vita per chi rimane. Ne emerge un quadro corale. Tante voci che restituiscono la propria esperienza, e che insieme delineano un soggetto chiaro: il mondo umano.

Le persecuzioni razziali hanno segnato la vita e il percorso familiare di Miriam Cividalli e indirizzato la sua forma mentis e la sua vocazione alla scrittura verso la riflessione etica. Il forte senso di appartenenza alle proprie radici porta l'autrice a ripercorrere, sasso dopo sasso, una lunga e intensa carrellata di volti, voci, luoghi, avvenimenti e situazioni, tra il pubblico e il privato, come in un bilancio ancora aperto di vita tangibile, palpitante. Queste poesie seguono non tanto l'ordine cronologico con cui sono state composte, quanto piuttosto il ri-ordinare cronologico di fatti e incontri della vita, sottratti alla nebbia, nonostante lo scorrere della storia che tutto stempera. Un cammino che è anche una promessa, un impegno all'incessante tramandare e testimoniare, perché ci sono voci che 'chiedono' di essere ancora raccontate, figure che non sarebbe giusto lasciar svanire: 'Di quelli disfatti nel fumo/ i volti nei sogni ritornano'.