Siamo tutti attraversati da un sentimento di impotenza, in questa che è un'epoca dove l'agire quotidiano non trova riscontro nelle incoraggianti parole di chi detiene il potere e si prefigge di guidare i popoli. L'impotenza dell'agire umano, oggi, è un sentimento che appartiene a tutti coloro che si chiedono cosa sta succedendo e quale futuro ci aspetta. L'individuo è sopraffatto dagli eventi della storia, a rischio di non comprenderne le ragioni profonde è, però, paradossalmente disposto a seguirne le orme senza chiedersi se sia la sola cosa che egli può fare. L'uomo in quanto individuo, in quanto attore principale della storia è superato dagli interessi di una logica del profitto che non guarda più all'umanità, non guarda più ai diritti, anzi considera quest'ultimi persino un ostacolo per la propria realizzazione. Allora bisogna interrogarsi del perché tutto ciò avvenga, di cosa è imperniata la logica di una storia che calpesta l'unico vero protagonista? Il mondo è destinato a scontri durissimi se non risorgerà la consapevolezza dell'uomo che questa deve ritornare a essere la sua storia e non più la storia di un capitale dissacratorio che guarda solo alla propria autotutela e alla propria imposizione su tutto. Questa è la vera sfida esistenziale dell'uomo, accecato e confuso dalle stesse figlie della razionalità assoluta che tanto gli hanno permesso di creare nella scienza e nella tecnologia. L'uomo deve ritornare a essere storia, deve tornare a creare la propria storia.