Quel mese di dicembre sembrava aspettare che passassero veloci le giornate per arrivare al Natale, la vita in cittą si animava come sempre in attesa che si accendessero, la sera, le luminarie. I bambini erano i veri padroni delle strade e ancor pił delle vetrine di giocattoli; sarebbe arrivato Babbo Natale. Giacomo Lopresti, medico all'ospedale, che cercava di ritagliarsi qualche ora di serena nostalgia, sedendosi al bar in piazza, quella sera finģ col lavorare fino a notte fonda, col ritrovarsi a camminare da solo sotto i portici, col dare un calcio ad una lattina vuota, con l'incontrare un uomo che tornava per pagare un debito...

Giacomo, medico in pensione dopo quarant'anni di servizio prestato in ospedale nel dipartimento di emergenza, vuole ridare vita ai ricordi che pił di altri hanno segnato la sua vita. Ritorna nei luoghi che aveva frequentato nella valle Sturla quando era stato per un mese al Gaslini di Genova, in particolare un'antica osteria. Cerca 'Trenino', ai tempi un bambino con un tumore alla gola che aveva cercato di barattare un trenino in cambio della liberazione dal tubo tracheale necessario per poter respirare. Un baratto impossibile. Giacomo ritrova alcune persone che, per questo bambino, avevano riempito le ore di speranze, ansie, paure e gioie; proprio lą, in quella osteria che egli testardamente cerca e trova per poi tornare a casa, ancora vittima dei suoi ricordi che «impetuosi esplodono dal buio del tempo trascorso, si abbracciano e si respingono, come 'un gioco tinto', dove tu finisci sempre col perdere».