Le ricette e pietanze descritte in questo libro vanno ben oltre le indicazioni per realizzare un piatto perfetto (che pure non mancano), ma sono, come appunto recita il titolo, delle 'Madeleine', ricette e ricordi che evocano immagini sepolte nella memoria. Avere come lingua madre l'italiano permette un vocabolario molto ricco, forse unico al mondo: ma non c'è altro come il termine francese Madeleine per definire i post di Silvia, cui a poco a poco si stanno affiancando quelle degli iscritti alla pagina, a occhio già ci sono migliaia e migliaia di post. Componendo una galleria dalle mille sfaccettature, con ricette che arrivano dai luoghi e persone più impensati. Silvia stessa, del resto, pur dichiarando forti legami con la cucina e le tradizioni umbre, è figlia di intrecci geografici, culturali e quindi culinari, che vengono da molti mondi. Affetti, momenti di feste familiari, o del calendario dell'anno, come Natale e Pasqua, si snodano nello svolgersi del libro: caldi, confortanti, dolci, a volte nostalgici...

Durante una merenda a base di pizza con patate e buon vino rosso qualcuno ha lanciato l'idea di scrivere questo libro. Tre donne, tre modi di interpretare il cibo e le ricette della tradizione umbra con accanto l'occhio attento di un fotografo goloso che ha immortalato i piatti, naturalmente dopo averli assaggiati. In cucina come nella vita gli autori di questo libro sono amici e si muovono senza mai calpestarsi, riuscendo a creare atmosfere e sapori deliziosi. Questo non è il solito libro di cucina, ma un vero taccuino-ricettario di famiglia dove sono stati annotati con cura cibi, cotture, utensili, ingredienti, stagioni e storie, tante storie, quelle che negli anni hanno intrigato, stupito, eccitato chi ha scritto queste pagine. Quello che troverete non sono solo ricette dall'Umbria che mangia suddivise per stagioni e ricche di prodotti del territorio, ma sono anche storie di luoghi, di frutti dei campi e delle fattorie, di segreti culinari di famiglia, sono atmosfere, amicizie e ricordi ritessuti in trame di vita disperse. 'Quello che le cuoche non dicono' è anche questo.