'Il mio nome è Orazio Talpone' è un romanzo che dal titolo e dall'incipit potrebbe indurre a credere di avere di fronte un'opera autobiografica il che non è. Si tratta, invece, di una storia narrata in prima persona dal protagonista che nel suo dipanarsi assume contorni inaspettati. Sono prese in prestito, in un certo senso, le atmosfere che a suo tempo connotarono una famosa serie televisiva americana, andata in onda negli anni '60 dello scorso secolo, dal titolo 'Ai confini della realtà'. Serie tratta dai racconti di Rod Serling. Come per gli spettatori di allora, un'esperienza straordinaria attende i lettori che sceglieranno quest'opera. Un'opera che mescola elementi di trasformazione personale; mistero e surrealtà.

Sul finire di un normale e tranquillo pomeriggio di Settembre, nel noto parco torinese del Valentino che si sta spopolando, una donna subisce l'aggressione da parte di una figura incappucciata che le si avvicina e, prima di ucciderla, le porge una busta che dovrebbe contenere del denaro. Da quel momento prenderà vita un mondo sotterraneo di giochi, travestimenti e fantasie peccaminose. Ad occuparlo alcuni personaggi dalle più svariate sfumature: avvocati, architetti, prelati, escort, investigatori e conti. Molti di loro saranno particolarmente toccati dalla vicenda criminosa e metteranno in atto un progetto destinato a risvolti inaspettati e a un finale drammatico. Torino con i suoi angoli caratteristici, le sue colline, il fiume Po e i suoi parchi sono il palcoscenico ideale di un noir sorprendente, scritto con un piacevole humor sabaudo, che descrive un affresco di umanità sempre in bilico su ciò che sembra e in realtà non è.