L'obesità è una patologia che comporta gravi rischi per la salute ed è in continuo aumento, ma in realtà soltanto il 10% delle persone obese o soprappeso sono a dieta, mentre è a dieta quasi il 20% di coloro che non ne hanno bisogno. È uno dei paradossi del mondo attuale, o meglio, dei paesi industrializzati: nel resto del mondo, gran parte della popolazione soffre ancora di grave malnutrizione, mentre molti di noi si mettono a dieta soltanto per essere più belli; non solo, anche e soprattutto per essere più felici. Oggi chi non sceglie la felicità è considerato un perdente e finisce per sentirsi inadeguato, lacerato dalla vergogna, che nella nostra epoca ha preso il posto della colpa e annulla la stima di sé. Si impone dunque una riflessione profonda sulla nostra vita quotidiana, sul senso delle nostre azioni, sulle finalità che ci proponiamo, sui valori a cui ci affidiamo. Gli autori affrontano il tema spaziando a tutto tondo e toccando tanti argomenti apparentemente diversi tra loro - dalla piramide alimentare alla medicalizzazione della società odierna, dalle strategie contro il consumismo alla rivalutazione del senso del limite - con il fine di orientare le nostre scelte di vita all.interno di una società sempre più complessa e artificiale.

Scopo precipuo di questo lavoro è la ricostruzione del concetto greco di anima dall'Orfismo al Platone socratico, lungo un percorso di carattere storico - filosofico - antropologico connotato in modo specifico dal tentativo di mostrare: l'assoluta rilevanza dell'animologia orfica come quadro di riferimento ineludibile per cogliere una porzione sostanziosa della filosofia greca: ci riferiamo ad alcuni presocratici o presofisti (Anassimandro, Eraclito, Empedocle,i Pitagorici) e, soprattutto, a Platone e al platonismo in genere; l'urgenza etica ed esistenziale del recupero, nell'età della tecnica e della medicina tecnologica, tutta mera funzionalità e produttività, previo un lavoro di decontestualizzazione e ricontestualizzazione, di forme, modalità, articolazioni di senso dell'antropologia filosofica greca, in particolare il concetto di 'giusta misura', affinché l'uomo d'oggi, sempre più privo di un Centro etico, estetico ed esistenziale, possa attingerne a piene mani come preziosi farmaci dell'anima.