Montana, estate 1976. Duane Oshun si ritrova bloccato in una cittadina remota e di recente afflitta da una serie di eventi bizzarri e allarmanti. Accetta un lavoro come taglialegna e si costruisce una baita lungo una stradina isolata. Il suo dirimpettaio è Ted Kaczynski, un eremita. I due uomini legano grazie alla comune fascinazione per la splendida foresta che circonda la valle, un luogo minacciato dallo sviluppo della società, come Kaczynski evidenzia con rancore. Il suo malcontento culminerà in un gesto eclatante che metterà a rischio le vite di tutti gli abitanti del luogo. Old King espone le contraddizioni che hanno accompagnato la nascita dei moderni movimenti ambientalisti e indaga il dominio sempre più totalitario della tecnologia nell'America di oggi. Accompagnandoci in un viaggio lungo vent'anni, Loskutoff si conferma una delle voci più entusiasmanti nella narrazione dell'Ovest americano, un autore - come lo definisce Nickolas Butler - «dotato di un'audacia inscalfibile, di incantevole grazia e di un cuore coraggioso».

Tra le montagne della Bitterrot Valley, in Montana, la piccola Ruthie Fear si avventura in un canyon e avvista una misteriosa creatura senza testa che subito svanisce nel nulla. La vita va avanti e Ruthie cresce al fianco del padre - un cacciatore ruvido e testardo - e a tutta una società al maschile in cui fatica a trovare il proprio posto. In quel periodo, proprio mentre lei si addentra nella maturità, il suo unico riferimento stabile, il paesaggio naturale, conosce un momento di crisi: crescenti tensioni sconvolgono la piccola comunità montana e il disastro ambientale incombe. Inserendosi nella tradizione letteraria di autori come Cormac McCarthy e Wallace Stegner, dediti alla narrazione dell'Ovest americano, 'Ruthie Fear' è l'ammaliante e spaventosa storia di una donna e di un mondo sull'orlo del precipizio.