'Un bastardo nel Cadore' e 'Il vizio di Scrivere': questi i due momenti in cui Pablo Urtain divide questa sua nuova raccolta di poesie, che in qualche modo integra e completa il percorso iniziato da 'Adesso è l'ora', la prima raccolta edita. Ancora una volta è la materialtà a fare da padrone a questa poesia, una scrittura petrosa, in cui la fisicità, la materia - appunto - diventa protagonista, si plasma nella abili mani dell'autore.

Suona come un ultimo intimo richiamo il titolo di questa silloge di Pablo Urtain, 'Adesso è l'ora', questa raccolta di poesie che si incardinano all'interno degli avvenimenti più o meno recenti del passato dell'autore. Ogni pagina, ogni racconto emerge dalla luce di un passato che è sì certamente ricordo, ma anche strada il futuro, perché la vita è fatta di questo, di concretezza, di fisicità, di ciottoli, di trucioli. Questa poesia è fatta di piccole cose, propone, della vita, una visione parziale, singolare, minimalista. Ed è per questo che così profondamente riesce a entrare nell'animo del lettore, perché queste connotazioni ne fanno, di fatto, una poesia umile, sussurrata, schiva.