'È un libro che non ha paragoni. È unico per il fascino che trasmette al lettore, grazie alla cultura immensa che attraversa ogni pagina, spesso urtante e sgradevole per alcune paradossali invenzioni linguistiche, desunte dal mondo greco-latino, tanto caro al suo autore, che spesso privilegia 'il gioco delle rifrazioni prismatiche' di Jorge Luis Borges, o gli 'specchi di rimando' della cultura italiana per la seduzione che esercita il territorio fisico, psicologico, mentale, che solo la genialità di uno scrittore 'folle' come Milisav Savic (genio e sregolatezza da sempre coabitano negli Artisti, tatuati dal fuoco del proprio talento) ha potuto vivere pienamente e valorizzare per i lunghi soggiorni in Italia, e in particolar modo in Toscana, dove è stato a lungo docente universitario, scrittore e non solo.'
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