'Posto che l'insensatezza intrinseca dell'esistenza è un fatto, è preferibile rassegnarsi ad essa oppure trarne vantaggio? In altre parole, ha ragione Schopenhauer o ha ragione Nietzsche?' La presente è la domanda attorno a cui si sviluppa tutto Il destino di Umberto, un romanzo in parte superomistico, in parte estetico, in parte psicologico. Il protagonista dell'opera, Umberto Nasti, cerca costantemente di reagire a un mondo che gli appare essere senza significato - talvolta auto illudendosi -, provando a dare un senso alla propria vita e alla società umana. Egli riuscirà nel proprio intento? È possibile che esca vincitore dalla propria battaglia contro il fato? Qual è il destino di Umberto? Prefazione Neri Cesare.

La filosofia non ha ripercussioni esclusivamente in ambito logico, bensì anche in senso analogico, influendo irrimediabilmente sulle passioni del soggetto che ne discopre le conclusioni. In particolare, l'Io, quando realizza che il nulla è il fondamento del reale, passa da uno stato di felicità ingannevole a una struggente tristezza. Quest'opera consiste in un ideale viaggio, esposto in forma prosimetrica, dalla consapevolezza del piacere alla coscienza del dolore, illustrato ricorrendo a conoscenze e avvenimenti personali, disquisizioni filosofiche vere e proprie, riferimenti letterari etc.

In un'epoca dominata da idoli e credenze a priori, in cui è andata perduta l'importanza del pensiero, è necessaria una spinta contraria a tale tendenza, che ponga nuovamente la filosofia al centro della conoscenza e alla base delle altre branche del sapere. L'intento di quest'opera è la rivalutazione del metodo filosofico, ottenuta attraverso l'illustrazione delle conclusioni teoretiche e pratiche che scaturiscono dalla sua applicazione. Prefazione di Edoardo Angione.