L'ora d'oro è un'opera complessa, capace di condurre il lettore che vi si abbandoni con fiducia in luoghi inesplorati dentro e fuori da sé. La forza del romanzo non è solo nell'intreccio coinvolgente che lega i personaggi grazie a una tenace amicizia, né solo nella sorpresa che la storia racchiude e che, rivelandosi, darà nuova luce alla narrazione, ma è soprattutto in ciò che riesce a dirci di noi stessi. È nel processo di disvelamento dei meccanismi che regolano le nostre vite e ai quali non riusciamo a sottrarci, forse perché scambiamo per realtà le nostre gabbie mentali. Roberto Meda con questo romanzo, il secondo che pubblica per Bertoni editore, ci dona una profonda e difficile riflessione su ciò che ci limita e ci impedisce di rendere il nostro mondo un luogo migliore. Eppure, se riuscissimo a superare pregiudizi, sensi di colpa e falsi schemi mentali, e a ritrovare la sincerità e semplicità nel relazionarci agli altri, la vita sarebbe più facile e vera. L'ora d'oro è un microcosmo di emozioni, un viaggio catartico.

L'autore racconta una storia avvincente, tutta tesa a scandagliare la natura umana. Sebbene la narrazione sia ambientata in un possibile, e non augurabile, futuro, parla di noi e pone numerosi interrogativi etici che ci costringono a pensare, a schierarci, a domandarci come agiremmo al posto dei personaggi. Il mondo descritto fa da specchio al nostro, così da rimettere in discussione le certezze sul nostro vivere e sull'organizzazione della nostra civiltà. Leggendo la storia di Adam, il protagonista del libro, umano in un mondo di superuomini, saremo inevitabilmente portati a ragionare anche sui nostri rapporti con le altre specie con cui condividiamo la terra e a ripensarne le relazioni. Il romanzo è una riflessione, non solo sulla scienza che, rinunciando all'etica, finisce per divenire dogmatica, ma soprattutto sull'egoismo fortemente insito nella nostra natura e che colora di sé ogni nostra scelta. Persino l'amore si rivela, pur nella sua forza, incapace di sfuggirvi perché anche le azioni più pure compiute in suo nome sono in realtà solo una risposta ai nostri bisogni.

Roberto conduce una vita normale, una vita come molte altre. Un giorno, un tremendo incidente manda in frantumi tutto il suo mondo. Ormai distrutto, lascia i luoghi in cui ha sempre vissuto, e decide di trasferirsi dove nacque sua madre: a Buonvicino, dall'altra parte dell'Italia. Il piccolo paese, sperduto tra i boschi, ma soprattutto la gente semplice e cordiale che vi troverà, lo affascineranno lentamente, dandogli il conforto necessario per affrontare ciò che nessuno si aspetta.