Durante un viaggio da sola in Indonesia a Bali, un giorno con la mia guida facemmo un tour per incontrare gli elefanti, che belli che erano, così dolci, avevano un'anima meravigliosa che si affacciava dai loro occhi tanto lucidi e luminosi, eppure c'era qualcosa che non riuscivo a capire, era come se dai loro occhi mi arrivasse una richiesta di aiuto, sentivo molta compassione guardandoli, ma non riuscivo a capire perché, all'inizio pensai fosse perchè erano lì quasi schiavizzati ad intrattenere i turisti con foto o portandoli a fare una passeggiata sulla schiena, questo sarebbe stato un buon motivo, ma ancora non capivo, nei loro occhi c'era molto di più. Quasi come volessero dirmi qualcosa che al momento, nello stato di totale perdita di me stessa non riuscivo a capire, eppure, quello sguardo dalla mia mente non andò mai via, nemmeno a distanza di tempo, era sempre impresso nella mia anima, finchè un giorno sentì parlare della corda dell'elefante in un documentario, quella corda che li teneva legati da piccoli, una corda leggera legata ad un paletto che non gli permetteva di scappare e che faceva lo stesso quando da grandi, in grado di spezzarla non lo facevano, e capì che in quel momento, guardando i loro occhi io stavo rivedendo me stessa e tutta l'umanità. Col tempo mi sono impegnata notte e giorno come unico obiettivo a rompere quella corda, e quando l'ho fatto sono tornata indietro per liberare tutti gli altri elefanti come me. Siamo tutti quegli elefanti lì, crediamo di non farcela eppure abbiamo tutte le capacità per farlo... Se leggerai profondamente con la tua an