'... E poi ecco saltare fuori figure come quelle di Giacomino Genti: voci genuine e spontanee, pur nella loro estraneità alla 'civiltà letteraria' e nella carenza di retroterra culturale, ma che proprio per questo rispecchiano fedelmente la società e la cultura odierne delle nostre valli. ... Nella sincerità di questi versi, così come nell'ingenua ricerca della rima baciata traspare un animo gentile, mite, puro, che ha saputo conservare e trasmettere, nonostante l'emigrazione nizzarda, o forse proprio in forza di essa - l'attaccamento profondo alle radici e alla sua terra. ... Un ricco mondo interiore che Genti ha scelto con coraggio di comunicare nella lingua ancestrale della sua valle e della sua Roure, una lingua che, anche grazie a queste poesie, potrà forse sperare di salvarsi dall'oblio e dal conformismo linguistico.' dalla prefazione di Diego Anghilante
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