Nel saggio si riflette su alcune indicazioni che la pandemia ha lasciato intravedere e, con salti nel tempo, si recuperano esperienze significative nell'approccio didattico per una scuola democratica, che contrasti i divari formativi attraverso e attraversando le discipline e metta al centro delle pratiche la realtà, i linguaggi e le intelligenze. L'ipotesi è che per sviluppare competenze disciplinari bisogna curare la dimensione dell'ascolto, della reciprocità e della concentrazione, che ogni competenza disciplinare sia anche trasversale perché riguarda la cultura nella sua interezza, che il viaggio nella conoscenza restituisca senso alla fatica dell'apprendere e ne sveli il sapore.
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