Che gli occhi ce li avesse 'buoni' - sguardo carezzevole e penetrante - è noto: cristallino limpido, retina perfetta, visus ottimale! In don Tonino Bello il rischio di miopia è sventato dall'attitudine alla prossimità, quello di presbiopia dalla capacità di profezia. La tesi argomentata nel libro è, però, che i suoi occhi non sono 'buoni' soltanto, ma anche 'nuovi'. Aperti alla visione prospettica, pronti a scrutare gli abissi dell'animo, attenti a coglierne le sfumature, desiderosi di illuminarsi nell'incontro. Occhi che riescono a 'vedere in trasparenza', a 'vedere dentro', a 'vedere oltre'.
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