'Sara Brillante fa diventare la poesia esorcizzazione, crescita interiore dell'anima, da bambina ad adulta. In più, affronta le stagioni dell'io. La sua è una poetica rivolta a chi ha la profondità di quell'altrove che solo la natura può donare all'intimità umana di ognuno di noi. Poesia e racconto, infatti, si uniscono in una simbiosi tale da risultare un tutt'uno di chiaroscuri, di buio e luce, di ombre e raggi di sole, di gioie e dolori, sangue, lacrime, vento, tormente di neve fra anima e cuore, tempesta e pioggia. Un qualcosa dove i segreti di Madre Natura si intrecciano agli arcani della vita. E in fondo ai suoi versi si cela anche l'amore, quello più recondito, dietro il denunciare l'oscurità più nera dell'esistenza'. (Francesca Ghiribelli)

L'autrice ha speso notevoli energie creando, con un effetto di forte ego-nostalgia, una saga, una fiaba conflittuale dove si trasforma il tragico in filastrocca, con immagini pazzesche che si ripetono senza sosta con un effetto di gioco e leggerezza. L'uso di una ripetitività totemica di terminologia e sostantivi aggiunge una forte esasperazione del ritmo narrativo diventando quasi una legenda nascosta come inchiostro simpatico tra le righe, un viatico che diventa un sortilegio e un atto di magia. L'elemento che funge da comune denominatore a questi racconti è la stessa vita dell'autrice, il suo essere fragile come fine seta e al contempo una guerriera che non rinnega le proprie cicatrici e risorge tra ardenti braci come fenice. I personaggi che si intrecciano in questi viaggi sono quasi tutti frutto di fantasia, tanto quanto le ambientazioni. Sono state resuscitate scene di vita vissuta sin nel più piccolo dettaglio di un tempo che fu e antiche epoche profondamente legate alle tradizioni locali piemontesi. Un viaggio verso l'ignoto, oltre il tempo e al di là dei confini; attraverso una favola con mondi arcani, tra personaggi smarriti tra le pagine di libri antichi.

Le poesie non sono tutte uguali. Si sa. Le poesie solitamente, hanno un inizio e una fine. Anche questo è un dato oggettivo. I versi di questo libro singolare iniziano alla prima pagina e si concludono nell'ultima. Si tratta di un flusso unico di pensieri e versi o, se preferite, di versi e pensieri. Di considerazioni e elucubrazioni. Più che una raccolta di liriche si potrebbe definire, così amano considerarlo i due coautori, un romanzo 'poetizzato'. Probabilmente il primo del genere. Anche il titolo di questa opera insolita 'Farfalene', nasce dalla crasi tra farfalla e falena. Questa particolarità dovrebbe già dare una direzione alla volontà, all'idea che Sara Brillante e Francesco Enas hanno della poesia. La poesia, e l'arte scrittoria in generale, non può e non deve essere chiusa in compartimenti stagni. La scrittura tutta è libertà di pensieri, di azione e di... invenzione. Superfluo, quasi assente. Il sentiero che porta al desio. Non trovando più la nostra dimora in questo universo di persone che credono di essere un Dio di cui non si sente il bisogno. Ecco il sunto di questo particolare libro. Un'unica poesia come un dettame prosaico, nell'eterna lotta tra il bene ed il male.